Il rischio di perdere la fede, il suicidio, la missione della Chiesa in cerca dei peccatori: sono i temi forti sui quali si è soffermato padre Giulio Michelini nella quinta meditazione degli Esercizi spirituali, che sta predicando al Papa e alla Curia Romana, riuniti in questi giorni ad Ariccia. Al centro della sua riflessione, questa mattina, la figura di Giuda.
Ruota attorno al dramma del suicidio di Giuda, uno dei Dodici, la meditazione mattutina di padre Michelini. Un evento scandaloso e imbarazzante, che però non viene nascosto dal Vangelo. Un dramma reso evidente anche dal pentimento di Giuda che nel Vangelo di Matteo riconosce di aver peccato perché ha tradito sangue innocente.
Giuda e noi: il rischio della perdita della fede
Il francescano cerca quindi di ricostruire i motivi che possono aver spinto Giuda a tradire Gesù che lo aveva scelto e chiamato. E Lui, Giuda lo aveva seguito. Per capire il suo dramma, padre Michelini rilegge testi di studiosi e scrittori. Da Romano Guardini ad Amos Oz, che hanno dedicato pagine a questa figura. La prima ipotesi è che Giuda ad un certo punto abbia perso la fede, Un rischio a partire dal quale tutti si devono chiedere:
“Se ci sono forse nella mia vita molti giorni in cui non abbiamo abbandonato Cristo, il nostro sapere migliore, il nostro amore, per una vanità, una sensualità, un guadagno, una sicurezza, un odio, una vendetta? Abbiamo poche giustificazioni di parlare con indignazione sul traditore. Giuda svela noi stessi”.
E ancora viene richiamata l’esperienza dello scrittore francese Emmanuel Carrère nel libro “Il Regno” del 2014 nel quale racconta di aver riabbracciato la fede per tre anni e poi di averla nuovamente persa. Emerge il travaglio interiore di un uomo che il Venerdì Santo scrive che andrà alla Messa di Pasqua anche se non crede più alla risurrezione di Cristo ma aggiunge: “Ti abbandono Signore. Tu non abbandonarmi”.
Sul tradimento di Giuda, poi, si è fatta anche un’altra ipotesi: Giuda voleva che Cristo si mostrasse come il Messia di Israele, liberatore, combattente, politico. E quindi non vede più nel volto di Gesù il Signore ma solo un Rabbi, un Maestro, e lo vuole forzare a fare quello che lui desidera.
Andare per le strade a cercare i pagani e i pubblicani
La seconda riflessione che la meditazione odierna vuole provocare è quella su cosa si possa fare per chi è lontano dalla fede. Bisogna andare in cerca dei peccatori, ricorda il francescano che racconta la sua esperienza:
“Vivo con una comunità di giovani che fanno due missioni popolari all’anno. Li prendo in giro perché vanno a ballare per le strade, entrano nelle discoteche e vanno nei pub. Io, naturalmente, da professore non mi permetterei mai di fare una cosa così e quindi scherzo con i miei frati. E sono molti anni da quando insegno che non faccio più missioni popolari. Ma loro sanno quanto stima invece ho per il fatto che c’è qualcuno che va lì dove c’è quello che non vorremmo vedere, ci sono i giovani magari disperati… Dunque anche se noi non svolgiamo questo compito dobbiamo essere davvero grati e solidali verso coloro che vanno per le strade a cercare, come diceva Gesù, i pagani e i pubblicani”.
Il percorso di Giuda lo ha portato al suicidio dopo essersi conto del suo peccato, nota il frate. Nei “Promessi Sposi” di Alessandro Manzoni emblematica è in questo senso la conversione dell’Innominato che ha la tentazione di togliersi la vita fino a quando non sente il suono delle campane. Alla sua memoria tornano le parole di Lucia su Dio che perdona tante cose per un’opera di misericordia. Quindi l’incontro con il cardinale Federigo Borromeo che si rammarica di non essere stato lui per primo ad andare a trovarlo. Pagine di fede, che invitano ad andare in cerca dei peccatori. Richiamate anche le parole di Papa Francesco in un’omelia della Messa a Casa Santa Marta quando a proposito dei sacerdoti che respingono Giuda, ha parlato del clericalismo: Giuda è stato scartato, traditore e pentito non è stato accolto dai pastori che erano intellettuali della religione con una morale fatta dalla loro intelligenza e non dalla rivelazione di Dio.
I suicidi del nostro tempo. Aiutare i cristiani a non perdere la fede
E parlando del suicidio di Giuda, padre Michelini non dimentica l’attualità con i suicidi assistiti e i suicidi di giovani. Da qui lo spunto per una domanda rivolta ai pastori:
“Come possiamo aiutare i cristiani del nostro tempo a non perdere la fede, a riprendere coscienza della propria fede, quella di cui si parla nel Nuovo testamento, la fede gioiosa, totalizzante, l’adesione alla persona di Gesù, come possiamo fare perché non avvengano più questi suicidi?”.
Una meditazione dunque dai tratti fortemente esistenziali sulla fede, sulle nostre domande e sulla missione della Chiesa nel mondo.
Consultare anche: introduzione, prima meditazione, seconda meditazione,terza meditazione , quarta meditazione
Il servizio è di Debora Donnini perla Radio Vaticana