Corpus et Salus

Gli esorcismi solitamente fanno paura. Se non ce la fai, questo esorcismo dal vivo non lo guardare

La speculazione psicologica/psichiatrica che avvolge la tematica degli esorcismi quasi sempre evita e rigetta con snobismo l’approccio olistico ed empirico, quasi a voler comporre un’apologia di Science Knows Best dell’ateo militante Sam Harris. Sarò sincero: non ho mai ritenuto valido il procedimento algoritmico o, ancor peggio, il riduzionismo. Similmente, non ho mai avuto un gran amore per Kant: ritengo i giudizi sintetici a priori una tirannia intellettuale. Potrei con facilità discorrere a lungo riguardo le varie metodologie d’indagine tramite le quali in tempi recenti la scienza medica e psicologica, con autoreferenzialità, pretende di dare una spiegazione ad un fenomeno che era, è e rimarrà per molti credenti (e non) un Mysterium Fidei.

Malgrado ciò, volendo distaccarmi con forza dai ricercatori che da tempo hanno abbandonato la via semiempirica in favore del razionalismo più assoluto (forse certi delle proprie capacità di raziocino a tal punto da non sentire il bisogno di “abbassarsi” alla ricerca sperimentale), ho deciso di riportare per iscritto la mia testimonianza di studioso critico e di essere umano, avendo assistito di recente ad un esorcismo molto particolare in prima persona.
La decisione contiene in sé non solo la speranza di fornire un ulteriore elemento d’analisi ed argomentazione, ma anche di poter narrare ai lettori, in una forma più chiara possibile, gli eventi sovrannaturali visti e uditi dal sottoscritto, a conferma del fatto che vi è davvero poco di scientifico ed umano.

NOTE: Per questioni di privacy non saranno fatti nomi di persone fisiche o località.
Sconsiglio d’assistere ad esorcismi a persone emotivamente fragili, con poca forza d’animo o per semplice curiosità; non si tratta di un gioco e le conseguenze di movimenti e/o pensieri affrettati potrebbero essere onerose.

Crocifisso per esorcismi con medaglia di S. Benedetto

Cronaca d’un esorcismo

Attorno alla metà di agosto ci trovavamo, assieme al collaboratore Un Esorcista Oggi (http://unesorcistaoggi.blogspot.it), in una piccola cittadina immersa tra le colline italiane a discutere sulla reale diffusione della magia bianca tra i ceti sociali meno abbienti, il tutto in vista della compliazione d’un vero e proprio reportage sulle pratiche magiche popolari nel nostro paese.
Inaspettata arriva una chiamata: il marito d’una signora affetta da possessione diabolica, che per anni non aveva più ricevuto benedizioni, chiede un appuntamento per poter ricominciare il cammino di liberazione di sua moglie. La richiesta viene accettata e fissato l’incontro per il giorno successivo, nel pomeriggio.

«Conosco la donna, è un caso abbastanza grave. Portati i fogli dove prendi le annotazioni, ti serviranno», mi dice con molta calma il nostro caro esorcista subito dopo la chiamata. Non ho mai dubitato dei suoi consigli e non lo feci neppure allora. Per darmi la possibilità di comprendere meglio la situazione mi raccontò brevemente la storia della povera posseduta: sin da bambina era stata consacrata al Demonio tramite messe nere, le quali nel tempo vennero addirittura effettuate più volte, sempre in momenti cruciali della sua vita – ad esempio durante il matrimonio.
Ai disturbi diabolici negli anni si affiancarono malattie fisiche decisamente gravi, alcune curate miracolosamente grazie a pellegrinaggi (ancora oggi conserva le cartelle cliniche con su scritto “guarigione scientificamente impossibile, non spiegabile

“). La possessione diabolica divenne evidente quando, ad una semplice benedizione, la donna cadde per terra come tramortita. Con un esorcismo preparatorio arrivò la terribile conferma.
(La signora successivamente, in un dialogo serale, mi racconterà che gli animali di casa avevano da tempo percepito la presenza malvagia in lei: ogni volta che si avvicinava ai piccoli criceti domestici essi iniziavano a correre velocemente come impazziti, gridando di disperazione).

Passammo il resto della giornata a riflettere sul da farsi.
Pur cercando di costruire mentalmente una consecutio d’analisi del fenomeno che avrei dovuto studiare l’indomani, optai alla fine per la considerazione diretta senza sovrastrutture o costrizioni.

Ventiquattro ore passarono molto in fretta e venne ben presto il momento d’organizzare gli ultimi dettagli.
Un’ora prima dell’arduo evento decisi d’osservare con attenta considerazione la “ritualità” preparatoria dell’esorcista: dalla preparazione dell’olio esorcizzato alla quella dell’acqua santa, tutto seguiva uno schema ben definito e molto devoto; le formule latine s’intrecciavano con la sacra gestualità di benedizione ed il leggero profumo che proveniva dal libro delle preghiere contribuiva a dipingere il liturgico quadro.
C’incamminammo verso la piccola cappella situata nei pressi dell’appartamento dopo aver minuziosamente controllato di non esserci scordati i nostri “strumenti” del mestiere.

Arrivati sul posto in largo anticipo, ci afrettammo a chiudere tutte le finestre e preparare le sedie per gli assistenti. Questi ultimi (due signore) ci raggiunsero poco dopo. La tensione nell’aria era ben evidente, seppur di certo nessuno di noi aveva timori o era spaventato: tutti i presenti avevano una discreta esperienza in materia.

Intravidi la coppia di coniugi giungere in macchina con qualche minuto di ritardo.
Il marito accompagnava la moglie con molta cautela, ed ella procedeva a passo lento senza dire nulla. A me spettava l’infelice compito d’accoglierli mostrando la via che portava alla cappella. Appena entrati chiusi celermente la porta onde evitare che qualche curioso vi si addentrasse, e fui subito spettatore del primo fatto straordinario.
La donna, alla vista del SS. Sacramento esposto, si irrigidì completamente mostrando delle strane smorfie in volto.

Medaglia di San Benedetto

Alla vista dell’esorcista la sua voce cambiò completamente tonalità, divenendo furiosa: «Non provare a toccarmi! Avvicinati e ti ammazzo! Te la faccio pagare st****!».
Ci vollero quattro persone per vincere la forza sovraumana che stava sprigionando (considerate che la signora in questione è molto gracile ed è alta 1.60m: quattro persone riuscivano a malapena a tenerla) pur di non avvicinarsi.
Dopo alcuni sforzi fu fatta sedere e tenuta ferma da ognuno dei presenti.
Il nostro caro esorcista inizia ad operare quasi subito, recitando le formule latine ormai imparate a memoria e posizionando il crocifisso, assieme alla stola viola, sul capo della posseduta.
Il Demonio è incollerito ed inizia a prendermi di mira parlando all’esorcista: «Ti sei portato l’aiuto? Non è buono a nulla! Fr****! St****!». Il tutto contornato da risate davvero agghiaccianti.
Naturalmente le sue parole non mi intimidivano più di tanto, non davo peso alle provocazioni. Con tono deciso l’esorcista nel frattempo intimava: «Zitto! Prenditela con me!»
Arrivammo a conoscere il nome del demone responsabile della possessione molto presto.

«Nomen tuum, nunc!» (ordine in latino, che tradotto sarebbe: “Dimmi il tuo nome, ora!”), ripeteva l’amico esorcista.
Dopo numerose smorfie, insulti e sputi disse con voce infernale: «Satan».
Avevamo di fronte nientedimeno che lo spirito più perverso nell’intero creato, colui che ha originato il male nel mondo. (NOTA: La donna rispondeva con precisione alle domande poste in diverse lingue quali il latino medievale, il francese, il tedesco e l’aramaico. Da notare che lei non ha nessun titolo accademico, solo un diploma di ragioneria

).

«Ora rispondi solo si o no. Chi c’è con te? Zabulon?» «Presente.»
«Asmodeo?» «Presente.»
«Astaroth?» «Assente.»
«Lilith?» «Uscito.»
Assistevo quasi sbigottito a questo interrogatorio mentre ogni demone rispondeva con tono di voce diverso, ma tutti con un ghigno davvero poco rassicurante. In tutto questo, gli occhi della posseduta avevano inoltre cambiato colore: da marrone chiaro erano divenuti completamente neri, lanciando sguardi che comunicavano un odio mai visto prima.

Eravamo solo all’inizio dell’esorcismo ed avevo quasi finito lo spazio per scrivere sui fogli che avevo portato con me. Satana aveva notato e più volte si rivolse a me provocandomi: «Quello scrive….ahahaha!» Avevo ben capito la sua strategia psicologica. Non risposi mai, ma sorridevo sapendo quale fossero i suoi reali pensieri. Difatti poco dopo, estremamente rabbioso mi grida: «St****! Fr****! Te li brucio i fogli!»
L’esorcista notò questo fatto e gli chiese: «Ti da’ tanto fastidio quello che scrive lui e quello che scriviamo, anche sul sito?»
La risposta arrivò subito, piena di rancore: «Si, siete due st****! Lui è uno st**** come te!»
A quel punto risposi per la prima volta, invitato dall’amico esorcista: «Figurati, ho così tanto materiale che posso scrivere articoli per anni.»

Il Diavolo era ormai su tutte le furie e fui costretto ad aiutare gli assistenti nel tenere ferma la posseduta, tale era la sua forza. Nonostante avessi il compito di tenere a bada solamente una gamba, non riuscii neppure con tutte le mie forze a trattenerla.
Satana sapeva che il cuore dell’esorcismo era ormai alle porte, la parte dove avrebbe sofferto maggiormente.
«Amorth (NOTA: Padre Gabriele Amorth) ti protegge, ma io ti faccio ammazzare! Fr****!»
Il nostro esorcista replicò con ironia alla minaccia: «Ah si? Meglio, così ti posso tormentare dall’altra parte. Vedi te, dove ti conviene che ti tormento? In questa vita o quell’altra?»
In quel frangente fui testimone d’un altro accadimento sovrannaturale. La porta, che avevo chiuso con forza, iniziò a sbattere violentemente come sospinta da una bufera. «Lascia immediatamente la porta!», gli fu comandato.
La porta all’istante si fermò.

Il climax fu raggiunto nel momento in cui l’esocista iniziò a recitare l’Imperat (Imperat tibi Deus Pater e seguenti), posizionando le dita sulla testa e sugli occhi della posseduta.
«Basta! Mi stai accecando! Mi bruciano gli occhi!», gridava il Demonio.
Eppure, posso testimoniarlo, le dita erano semplicemente poggiate senza fare forza.
Altro punto sensibile erano le ginocchia: appena l’esorcista le toccava per benedirle Satana iniziava ad urlare e sputare. Questi erano gli evidenti segni attraverso i quali si potè risalire a quale parte del corpo aveva ricevuto più maledizioni e fatture.
La donna aveva iniziato a rigettare, in piccole quantità, strane sostanze.
In particolare gli occhi, ancor più neri di prima, riflettevano figure diverse l’un l’altro: l’occhio destro rifletteva le nostre immagini, quello sinistro qualcosa di totalmente sconosciuto – si pensa a visioni sul piano spirituale.

Tutti assieme, invitati dall’esorcista, iniziammo dunque a recitare il Trisagion: Sanctus, Sanctus, Sanctus, Domine Deus Sabaoth(“Santo, Santo, Santo, il Signore Dio degli eserciti”).
L’ira del Diavolo raggiunse il suo massimo.
L’esorcista gli disse: «Ti ricordi quando lo cantavi te, eh? E adesso non lo puoi più fare!».
(NOTA: il riferimento è libro sesto di Isaia, dove gli Angeli Serafini sono sentiti cantare dal profeta il Trisagion. Satana in origine era un Serafino).

Eravamo ormai da più di un ora a lottare contro Satana. Capii che egli era ormai “messo all’angolo” quando vidi tremare la donna: nonostante continuasse a tentare d’incuterci timore, egli era l’unico a tremare visibilmente.
Recitammo insieme alcuni Salve Regina, Ave Maria ed il canto di Lourdes mentre l’esorcista invocava l’intercessione dei Santi più cari: Padre Candido AmantiniSanta Faustina Kowalska, Santa Bernadette, i Santi Arcangeli, Sant’Alfonso Maria de’ Liguori.
Il Demonio veniva solennemente bastonato da queste preghiere e gli urli si facevano sempre più agonizzanti.
Non appena l’esorcista estrasse l’ampolla con l’olio esorcizzato e la medaglia di San Benedetto (immagine a lato), la posseduta lanciò un grido.
Arrivò dunque il momento delle domande teologiche prima di concludere il tutto.
Il giorno prima avevo chiesto al caro amico esorcista la possibilità di richiedere al Diavolo informazioni sullo Spirito Santo, Terzo Elemento della Trinità Divina ancora troppo poco conosciuto. Ci tenni a ricordargli questa cosa e di conseguenza ordinò: «Dimmi e dillo a tutti quelli che sono qui perchè lo Spirito Santo ti da’ fastidio! Te lo ordino nel Nome SS. di Gesù!»
Satana sputava, scalciava, si dimenava, faceva di tutto pur di non rispondere.
Si decise a rispondere, con voce flebile e dopo tre intimazioni, donandoci una frase molto bella e significativa: «Perchè tutto avvolge».

La parte conclusiva dell’esorcismo non credo potrò mai scordarla per il resto della mia esistenza.
«Ti comando ora di salire sulla Croce, come Nostro Signore!», disse l’esorcista.
Inizialmente non capii queste parole. Quando vidi la posseduta iniziare a contorcersi e posizionarsi lentamente, prima le braccia e poi le gambe, esattamente come Gesù crocifisso, ebbi un sobbalzo.
Non si trattava assolutamente d’una posizione approssimativa: le mani erano incurvate e tremanti dal dolore, i piedi sembravano realmente trafitti fra il tarso e il metatarso, il volto era sofferente e la testa pendeva da un lato.
Questa “tecnica” viene utilizzata esclusivamente dal nostro amico Un Esorcista Oggi come atto conclusivo dell’esorcismo, in quanto molto efficace contro i demoni.
La donna a quel punto rinvenne, ma non riusciva a “slegarsi” da quella posizione e fu necessario il suo intervento con benedizione per liberarla. Provvedemmo dunque a soccorrerla con cibo, acqua e vestiti puliti.

Rimasi a discutere con i coniugi in questione per molto tempo dopo l’esorcismo.
Di certo non potrò mai capire appieno la tragedia che la famiglia è costretta a vivere, non riuscirò mai a comprendere il male abissale che si annida nelle menti di coloro che praticano magia nera o messe nere con lo scopo di danneggiare il prossimo.
Il mio pensiero, in questa triste vicenda, va sicuramente ai bambini della coppia, vittime innocenti ed inconsapevoli (al momento non sono al corrente di quanto accade alla loro madre) d’una profonda ingiustizia.

L’autore del servizio: Lorenzo – Mi occupo dello studio sociologico e della ricerca storica riguardo i temi inerenti all’occultismo, la demonologia, gli esorcismi e le tradizioni che affondano le proprie radici nella magia popolare, con riferimenti alla simbologia. Visita il mio blog: Lor

L’articolo originale sul sito Venite ad Me 

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