Nascosti sotto le macchine, in mezzo ai sacchi dell’immondizia – lo scrive Diego Motta su Avvenire. In fuga sui tetti, dopo essere passati per le cucine che fanno insieme da dormitorio e da guardaroba. Ecco dove potete trovare gli “invisibili”. I cinesi di Prato non hanno età, non si sa da dove vengono e dove vanno, non parlano italiano. Nella zona industriale del Macrolotto, dove si è consumata l’ennesima tragedia, si vedono pochissimo. Perché non stanno (quasi mai) fuori. Stanno dentro, condannati a orari massacranti in situazioni disumane. Fanno di tutto, in poco tempo: prodotti pronto-moda, destinati non solo al mercato toscano ma anche alla Turchia e ai Paesi dell’Est.
Chi si adopera da tempo per cercare di costruire spazi di umanità e di civiltà, sa benissimo che complici di questo sfruttamento sono anche alcuni cittadini italiani. Che negli anni hanno speculato sulla “ricchezza” nascosta dei cinesi, offrendo in nero affitti, piccoli laboratori, spazi in aree dismesse. Perché una cosa, i piccoli padroncini asiatici arrivati dal nulla possono promettere (e mantenere): un lavoro. Sarà per questo che, negli stessi stabilimenti ridotti a lager, a volte spuntano fuori persino dei cittadini italiani.
Il terzo giorno dopo la strage Prato si prepara al giorno di lutto. Ma la città resta divisa in due, così come le fiaccolate organizzate. Alle 19, dall’esterno della fabbrica-dormitorio dove domenica in un incendio sono morti 7 operai cinesi è partito il corteo della comunità cinese. Migliaia di persone che si sono radunate in via Toscana. Pianti e lacrime, fiaccole e fiori deposti all’esterno della fabbrica-dormitorio. La comunità cinese leggerà i nomi delle vittime che, però, ancora non sono state identificate dalle autorità. Alla fiaccolata stanno partecipando soprattutto cittadini cinesi che accompagnano con un canto costante il rito di commemorazione dei propri connazionali. Numerosi anche italiani: tra le istituzioni pratesi sono presenti l’assessore comunale alla cultura Anna Beltrame, l’assessore comunale all’integrazione Giorgio Silli, l’assessore regionale al lavoro Gianfranco Simoncini, la console cinese a Firenze, la vicepresidente della provincia di Prato Ambra Giorgi. Durante la commemorazione il presidente dell’Associazione Italia-Cina, l’imprenditore Gabriele Zheng ha letto un messaggio nel quale chiede alla propria comunità di “prendersi la responsabilità e cambiare l’atteggiamento autonomamente per arrivare al rispetto delle regole”.
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