Padre Rosario Stroscio è un missionario che ha conosciuto Madre Teresa nel 1948. E da allora ne è stato il confessore.
«Quando Madre Teresa si sentì prossima alla fine, e l’arcivescovo di Calcutta mi mandò a chiamare perché le impartissi l’estrema unzione, anche lei aveva timore di morire. E tremava. La morte è terribile per tutti. Anche lei che era una santa, che aveva visto morire migliaia di derelitti, che era certa della vita ultraterrena così come era certa che il sole sorge e tramonta, anche lei aveva timore. Non paura; trepidazione, ecco. Trepidazione di presentarsi davanti a Dio. Il bello fu che quella volta non morì…».
Lo racconta al Corriere della Sera (21 ottobre) uno degli ultimi missionari cattolici ancora vivi e attivi in India: Padre Rosario Stroscio, confessore per mezzo secolo di Madre Teresa di Calcutta. Padre Rosario ha quasi 94 anni ed è un siciliano di Furnari, alle pendici dell’Etna. E’ arrivato in India nel 1939, a 17 anni.
Il primo incontro con Madre Teresa fu nella cattedrale di Calcutta, nel 1948. «Aveva ottenuto di lasciare il convento per trasferirsi tra le baracche. Il suo direttore spirituale, il gesuita belga Van Exem, quel giorno la trattò quasi con disprezzo, e lei con umiltà non si ribellò».
Padre Rosario andava a trovarla nella sua celletta: una branda, un tavolo, una panca, e crocifissi dappertutto. «Cercava il volto di Gesù negli altri, e lo trovava nei morenti, negli handicappati, negli orfani, nelle donne rese folli dal carcere o dalle violenze. Sulla sua tomba ha voluto che fosse scritto, con i petali dei fiori: “Io non faccio nulla, fa tutto Lui”».
Il missionario ricorda quando la religiosa fu attaccata per la sua condanna dell’aborto. «Una volta venne a intervistarla una giornalista americana, prevenuta, altera. Rifiutò di mettersi a piedi nudi. Il suono dei suoi tacchi a spillo risuonava per il convento. Madre Teresa la ricevette mentre toglieva i vermi dal corpo di un moribondo, raccolto all’angolo della strada. Alzò lo sguardo, la vide, le disse: “Abbia pazienza, alla mia età non vedo più bene. Mi aiuterebbe?”. La giornalista si buttò ai suoi piedi in lacrime. Madre Teresa le aveva toccato il cuore. Era davvero una santa».
Ma l’episodio che più resta nel cuore a Padre Rosario è sicuramente quello del “presunto esorcismo” a Madre Teresa, così come fu spacciato dalla stampa e poi smentito dall’arcivescovo di Calcutta (Zenit.org, 2001). «Quando l’arcivescovo mi mandò a chiamare perché Madre Teresa stava davvero male – racconta il missionario – le ho impartito l’estrema unzione, e ho pregato con lei, per lei. Erano le 6 di sera. Madre Teresa si sentì un po’ meglio, e prodigiosamente si ristabilì. Era il 1997, aveva già 87 anni. Morì pochi mesi dopo. Quella volta non feci in tempo a giungere al suo capezzale».
Non fu difficile, sottolinea infine Padre Rosario, avviare la sua causa di beatificazione. «Raccogliemmo 133 testimonianze. Almeno cinque donne sostenevano, confermate dai medici, di essere state guarite da lei in una sola notte».
di Gelsomino Del Guercio per Aleteia
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