A partire dall’Argentina saranno 2.500 giovani della capitale & dintorni e altri 2.500 di zone interne del Paese, in maggioranza dalle provincie di Cordoba, San Luis, San Juan, Mendoza, Entre Rios, Neuquen e Corrientes. Saranno i vescovi di Quilmes, monsignor Carlos Josè Tissera, e di San Martin, monsignor Guillermo Rodríguez Melgarejo, ad accompagnarli e a sostenerli nel loro pellegrinaggio giubilare dalla “terra della fine del mondo” alla lontana “città della misericordia” (Cracovia). Intanto la Conferenza episcopale argentina ha annunciato per l’ottobre del 2017 un Incontro nazionale dei giovani.
Degli oltre 1,5 milioni di giovani provenienti da tutto il mondo che si recheranno in Polonia per partecipare alla Giornata mondiale della gioventù (Cracovia, 25-31 luglio), 5mila arriveranno dalla terra dov’è nato Papa Francesco. A partire dall’Argentina saranno, infatti, 2.500 giovani della capitale & dintorni e altri 2.500 di zone interne del Paese, in maggioranza dalle provincie di Cordoba, San Luis, San Juan, Mendoza, Entre Rios, Neuquen e Corrientes. Saranno i vescovi di Quilmes, monsignor Carlos Josè Tissera, e di San Martin, monsignor Guillermo Rodríguez Melgarejo, ad accompagnarli e a sostenerli nel loro pellegrinaggio giubilare dalla “terra della fine del mondo” alla lontana “città della misericordia” (Cracovia). All’insegna del tema “Beati i misericordiosi perché troveranno misericordia”, i giovani argentini si “allenano” dalla Gmg di Rio (nel 2013) per prepararsi all’incontro di Gesù misericordioso proprio nel posto in cui si è rivelato a suor Faustina Kowalska.
Lo stile di vita cristiano. Per capire il bel clima in cui i pastori argentini hanno condiviso con i giovani l’“allenamento” del cuore e della fede verso la Gmg, occorre ascoltare mons. Carlos Josè Tissera, impegnato nel processo di rivitalizzazione della pastorale della gioventù in Argentina. “Quando ho incontrato per la prima volta Papa Francesco, nel gennaio 2015 – racconta il vescovo -, gli ho chiesto su cosa dovevamo insistere nell’accompagnamento dei giovani ed egli mi ha risposto di tornare ai temi di ciascuna delle Gmg: le Beatitudini. Io credo che Francesco voglia far vedere ai giovani
l’essenziale del Vangelo.
Che, come Gesù, Papa Francesco voglia mostrare lo stile di vita cristiano”. Questo, aggiunge Tissera, è, allo stesso tempo, “un messaggio per la Chiesa e per tutte le persone di buona volontà. Se facciamo riferimento alla narrazione delle Beatitudini nel Vangelo di Matteo, vediamo Gesù che guarda la grande folla che lo segue, seduto sulla montagna accanto ai suoi discepoli. Il suo insegnamento emerge dal cuore, pieno di misericordia per il suo popolo. Anche se circondato dai discepoli, Gesù è molto vicino a quella folla e ha presente i volti di ciascuna di quelle persone. Ha visto la loro povertà, sofferenza, stanchezza, tristezza, paure, desideri e speranze. A questa gente Gesù propone uno stile di vita semplice, di misericordia, di mansuetudine, d’impegno per la giustizia e la pace, di rinuncia agli onori mondani. Gesù propone una felicità che non è certamente quella che viene offerta dal mondo. È una felicità di un altro livello. Francesco, circondato dai giovani, desidera comunicarci questo. E il suo messaggio è un richiamo a tutta l’umanità e a tutti i cristiani”.
Il senso del “fare chiasso”. Sin dal rientro dalla Gmg di Rio nel 2013, i giovani argentini hanno capito che l’invito di Francesco a “fare chiasso” è legato all’idea di una “Chiesa in uscita” e che “partire” da loro stessi per “andare” a evangelizzare è la cifra del Papa, testimoniata dal suo stesso “andare” verso il popolo. Tutta l’opera avviata dalla pastorale della gioventù argentina è stata, infatti, pervasa “dall’odore delle pecore” richiesto dal Papa ai pastori per aiutare i giovani a “mettere Cristo” nella loro vita.
“I giovani sono stati invitati da Francesco a ‘fare chiasso’ e sono tornati con una missione: rinnovare le nostre Chiese particolari, iniziando dai vescovi”, conferma mons. Tissera, che aggiunge: “In ciascuna delle diocesi, hanno iniziato a capire l’importanza e la bellezza di lavorare con i giovani di altre diocesi, di altre regioni del Paese.
Nella regione di Buenos Aires, ad esempio, si è ravvivata la necessità di organizzarsi per replicare la Gmg a livello regionale ed è così che si è vissuta a Buenos Aires la Giornata regionale della gioventù 2014 (JRJ), cui hanno partecipato oltre 15mila giovani provenienti dalle 11 diocesi della regione.
Tutto ciò ha richiesto circa due anni di organizzazione e un lavoro di rivitalizzazione della pastorale della gioventù in ciascuna diocesi”. Frutto di questo lavoro è anche la nuova edizione della Giornata regionale della gioventù, svolta lo scorso 2 aprile (la “JRJ 2016”).
“E dopo la Gmg di Cracovia l’impegno continuerà”… “La Conferenza episcopale argentina – annuncia Tissera – ha infatti deciso di
convocare per ottobre 2017 l’Incontro nazionale dei giovani
nella città di Rosario, in provincia di Santa Fe. Un incontro del genere non veniva fatto dal 1985. Naturalmente non si tratta solo di un evento ma del frutto di un’opera che la pastorale della gioventù sta realizzando in Argentina – nel contesto di un processo di crescita – specialmente dopo la V Conferenza generale dell’episcopato latinoamericano e dei Caraibi (Celam), ad Aparecida nel 2007. Lì, i pastori hanno invitato l’intero popolo di Dio a realizzare una grande missione continentale, un nuova Pentecoste per uscire alla ricerca dei ‘lontani’ e di quanti poco o nulla conoscono Gesù Cristo e hanno rinnovato l’opzione per i giovani”.
Veri discepoli missionari. Fra pochi giorni, i giovani giunti dall’Argentina potranno vedere il loro amato Francesco affacciarsi dalla finestra dell’arcivescovado di Cracovia, dalla quale san Giovanni Paolo II era solito salutare i fedeli ogni volta che tornava in Polonia. Non c’è dubbio: chi sarà in Polonia e chi resterà in Argentina pregherà per Francesco e pregherà anche per diventare – come dice mons. Tissera – “vero discepolo missionario di Gesù tra la gioventù e seme di una società più giusta e solidale in Argentina e in America Latina”. Consapevole, nonostante la giovinezza, che “la posizione del discepolo missionario non è al centro bensì in periferia” e che “il centro è Gesù Cristo, che convoca e invia verso le periferie esistenziali”.
Redazione Papaboys (Fonte agensir.it/Maribé Ruscica )
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