Aveva incontrato Papa Francesco il 31 marzo del 2019
Fratel Jean-Pierre Schumacher per mesi, dopo l’uccisione dei suoi sette confratelli rapiti dal monastero di Tibhirine, in Algeria, nella notte fra il 26 e il 27 marzo 1996, si era chiesto perché, insieme a fratel Amédée, fosse stato risparmiato.
La risposta l’aveva trovata poco dopo, in una lettera ricevuta dalla Svizzera, dal monastero della Fille-Dieu: “Ci sono dei fratelli ai quali è stato chiesto di testimoniare con il dono della vita, e altri, ai quali è chiesto di testimoniare con la vita”. Queste parole lo avevano sollevato da tutti quegli interrogativi che lo avevano assillato, aveva confessato lo stesso fratel Jean-Pierre Schumacher.
Il religioso è morto ieri, nel giorno della Solennità di Cristo Re, nella mattinata, dopo aver ricevuto l’unzione degli infermi.
“Uniti nella preghiera, che l’Altissimo ci conceda di continuare a mantenere ‘lo spirito di Tibhirine’, testimoniando questa comunità esemplare” scrivono i trappisti di Midelt che hanno raccolto l’eredità dei loro confratelli vissuti in Algeria.
(di Tiziana Campisi e Cyprien Viet)
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