Grillo ha chiesto ai giornalisti, di rintracciare tutti gli articoli presenti in rete che a suo dire “parlano male” del Movimento cinque stelle. Mi chiedo dopo questa affermazione negativa di Grillo, se ci troviamo ancora in democrazia o stiamo vivendo nella dittatura mediatica dentro cui ha precipitato tanti italiani. Che i politici si lasciassero ispirare da santoni era fenomeno noto: dall’influsso di Rasputin sugli zar; a quello di La Pira su Fanfani; a Fagioli, lo psichiatra, che si intortava Bertinotti. Ma Gianroberto Casaleggio, guru del neo-politico Beppe Grillo, è il primo visionario postmoderno che si è consacrato a internet ritienendosi precursore della rivoluzione politica in marcia, di cui il grillesco M5S è un’anticipazione. E’ stato il creatore del blog di Grillo nel 2005 e l’artefice del grande successo di quel sito. Ha innescato dibattiti via web, convogliando opinioni verso obiettivi politici, tipo No Tav, la “decrescita felice”, il telelavoro, il grillismo, orientando gli umori con interventi suoi o di propri adepti (i cosiddetti influencers) e stroncando con durezza chi usciva dal solco tracciato. Comunque, tutto rigorosamente in Rete. Ed è questa la differenza tra lui e i santoni politici suoi predecessori. Il fumo che vende Casaleggio è invece così nuovo da spiazzare. Già che usi il web – sul quale navighiamo un po’ tutti ma con circospezione – dà la vertigine. Raddoppiata però dai toni mistici di Gianroberto che inneggia alla Rete con accenti profetici. Questo sciamano informatico considera la Rete spartiacque tra due civiltà: la preistoria dei libri e dei giornali “specie estinte” ,e il domani “tutto Rete, interconnessioni, intelligenza collettiva”.
Per capire Casaleggio, peschiamo nell’opera sua. Da uno scritto: “L’Uomo è Dio” (le maiuscole sono casaleggiesche, ndr), è ovunque e chiunque. Conosce ogni cosa: questo è il nuovo mondo di Prometeus. Tutto ciò è iniziato con la Rivoluzione dei Media e con Internet alla fine del secolo scorso. In aggiunta, però, ogni parola suona estranea: ovunque, chiunque, il titano, l’Uomo che è Dio. Ma di che parla? In un video in inglese rintracciabile su YouTube e prodotto dall’azienda del Nostro, la Casaleggio Associati, fa un vaticinio così vaneggiante da auspicare l’intervento di un pschiatra. È il preannuncio di un Nuovo Ordine Mondiale, detto “Gaia” (dal nome dato alla Terra, “pianeta vivente”, nella letteratura fantascientifica di cui Casaleggio è cultore). In un altro videomessaggio pubblicato da Casaleggio, una voce femminile spiega che prima di arrivare alla completa sostituzione dell’anima umana con un’avatar, il genere umano dovrà passare attraverso alcuni momenti difficili.Le bombe batteriologiche saranno la norma. Miliardi di persone moriranno e il mare si alzerà di dodici metri. Nel 2018 il Mondo sarà spaccato in due blocchi, Democrazia diretta e libero accesso a Internet a Ovest, dittatura con poco internet in Cina, Russia e MO. Nel 2020 scoppierà la Terza Guerra mondiale; durerà vent’anni e i simboli dell’Occidente saranno distrutti (i nostri pregiudizi religiosi, umanistici, nazionali, ecc.). Nel 2040 vincerà la Rete; nel 2047, tutti avremo una nostra identità su Google e nel 2054 ci sarà la prima elezione mondiale via web per un governo, Gaia, che ci darà (si presume) la felicità.
Ora che sappiamo l’essenziale sul cervello di Gianroberto, affrontiamo ciò che ne resta, anche se il personaggio è piuttosto segreto. Non gli piace, infatti, rispondere a domande e, per alimentare il mistero, comunica con videomessaggi sul Web. Cinquantanovenne, milanese, Casaleggio è perito informatico (iscritto a Fisica, ha dato una manciata di esami prima di rinunciare), con lunga esperienza di manager nel settore. Ha lavorato nella Olivetti di Colaninno, poi in joint venture con Telecom, diventando ad di Webegg, azienda di marketing. Ottimo tecnico ma amministratore faraonico, ridusse i bilanci un colabrodo. Nei locali della società, fece costruire costose stanze a forma di uovo (l’egg della sigla aziendale) in cui riunirsi per percepire il futuro. Organizzava, inoltre, per dipendenti, amici e parenti voli al seguito delle coppe europee di calcio. Per tacere, come si racconta, delle trasferte al Castello di Belgioioso (Pavia) per convenire attorno a una tavola rotonda, in omaggio a Re Artù di cui si sentiva emulo. Casaleggio, non fa nulla per nascondere l’aria da guru. Chioma riccioluta e brizzolata, occhialini alla John Lennon, dalla sua scrivania con dietro le foto di Tex lancia strali contro tutto ciò che puzza di stantio: la carta stampata, la vecchia politica e i centri di potere, di cui aggiorna un dettagliatissimo mappone digitale. Un giorno, Grillo gli telefonò dopo avere letto cose sue in Rete per fissare un incontro, avvenuto a Livorno dopo uno spettacolo del comico. Divennero inseparabili e Gianroberto, considerato da alcuni massone (lui, però, nega) fu ribattezzato “piccolo fratello” di Beppe. Casaleggio ha convertito l’attore alla Rete. Insieme hanno preso tutte le successive iniziative grilline: oltre al blog, i Vaffa Day (2007) e la fondazione di Cinque Stelle (2009). C’è chi dice che Grillo sia plagiato e che dietro di lui ci sia sempre l’altro. Casaleggio, con una lettera al Corsera, ha spiegato di non essere “dietro” a Grillo ma al“suo fianco”. Per l’ideologo del movimento, la Rete è strumento di battaglia e pedagogia. A detta di molti è lui il vero ideologo del Movimento 5 stelle. Al pari dei popolarissimi V-Day e di un pamphlet/ manifesto scritto col comico, dal titolo inequivoco: Siamo in guerra .”Anche in casa nostra”. Se Grillo vive nel web una seconda giovinezza da profeta della democrazia internet, la direzione d’orchestra si trova a Milano a pochi passi dalla Scala, in via Morone, tra banchieri ed avvocati di grido. E’ qui che ha sede dal 2004 la società di comunicazione Casaleggio Associati, cervello della rete dei Meetup e della strategia del movimento. Tra i soci storici, oltre al figlio Davide e a Mario Buchich, gente conosciuta nel mondo degli affari e della finanza (sbertucciati ad ogni comizio da Grillo!) come Enrico Sassoon, ex direttore di Mondo economico, già editorialista del Sole 24 Ore, alla guida dell’American Chamber of Commerce e oggi della rivista di management Harvard business review.
Molti grillini, lo detestano. Uno per tutti, Giovanni Favia, il consigliere regionale emiliano cacciato nel 2012 dal M5S, lo ha definito “spietato e vendicativo”, un despota che mentre straparla di democrazia, la calpesta all’interno del movimento. In effetti, le contraddizioni di Casaleggio sono lezioni di incoerenza ideologica. Si va dai rapporti economici della sua azienda con le multinazionali Usa – JP Morgan, PepsiCo, Marriot, eccetera – che a parole denuncia come peggio del peggio, all’utilizzo del Frecciarossa Roma-Milano quando invece si dichiara nemico dell’Alta velocità. Insomma, tira anche lui a campare: santone sì, santo no. Chi comanda davvero nel Movimento? Certo Beppe Grillo è il frontman, ma dietro al boom elettorale e alle prime faide grilline ci sarebbe la manina di un persuasore occulto. Lo scorso giugno, durante un incontro milanese tra eletti, Grillo e Casaleggio, ci furono tensioni quando il guru comunicò alcune scelte di organigramma prese nel chiuso di una stanza. A marzo, invece, 11 consiglieri del M5S si sono sbottonati così su Facebook: «Temo che quella di Casaleggio sia una volontà di portare avanti un esperimento, solo che noi siamo le cavie…». C’è poi chi denuncia l’obbligo di concordare con il guru contenuti di interviste video.
È uscito un volume che fa molto riflettere. Il libro appena pubblicato dai sociologi Roberto Biorcio e Paolo Natale “Politica a 5 stelle. Idee, storia e strategia del movimento di Grillo”legge il movimento del comico genovese da una prospettiva dichiaratamente di sinistra, ma offre diverse osservazioni interessanti e utili, che del resto si ritrovano negli studi di Biorcio di qualche anno fa sulla Lega Nord, acuti anche se talora offuscati da un’antipatia militante. La maggioranza dei commentatori, sostengono Biorcio e Natale, non capiscono il movimento di Grillo perché danno rilievo a uno solo dei tre elementi che lo costituiscono: il“partito personale” di un comico che diventa “imprenditore politico”; lo spostamento della comunicazione dalla stampa e dalla televisione a Internet; e il “populismo”, una parola ormai talmente abusata da non significare quasi più nulla ma che in questo caso indica la chiamata a raccolta di quanto attribuiscono i mali dell’Italia alla “casta” dei politici di professione, che si tratterebbe di spazzare via così risolvendo d’incanto tutti i problemi. Mentre, sostengono gli autori, questi tre elementi vanno sì analizzati uno per uno, ma vanno poi anche composti insieme perché è dalla loro sintesi che nasce il successo del movimento. Volevo presentare l’analisi di Massimo Introvigne sul Movimento 5 stelle:
1° elemento: un comico si trasforma in organizzatore: Cominciamo dal primo elemento: un comico si trasforma in organizzatore politico. Qui i punti di riferimento che Grillo ha tenuto presente sono due. Il primo non è un comico – checché ne pensi qualche giornale straniero – ma è Silvio Berlusconi, il quale ha dimostrato che è possibile costruire partiti personali a partire da credito e simpatia acquisiti in campi diversi dalla politica. Stupirà non pochi elettori grillini del 2013, ma nel 1994 quando Berlusconi scende in campo Grillo si schiera con lui, dichiarando: «Sono da mandare via, da mandare via questa gente qua [i politici della Prima Repubblica], da votare gli imprenditori; ecco perché sono contento che è venuto fuori Berlusconi: lo voglio andare a votare»: Il secondo modello è francese, ed è un amico e mentore di Grillo, il comico Coluche (1944-1986), che lo showman genovese aveva conosciuto sul set del film “Scemo di guerra” di Dino Risi (1916-2008), di cui entrambi erano stati interpreti, nel 1985. Portare alla luce il ruolo di Coluche è un contributo importante del libro di Biorcio e Natale, anche se in un certo senso il comico transalpino aveva provato a diventare il Grillo francese e aveva fallito. In un periodo di scandali che scuotono la classe politica francese Coluche ottiene grande successo a Radio Montecarlo con uno slogan rivolto ai politici che Grillo avrebbe poi ripreso alla lettera: “Vaffanculo”, e con un culto studiato della volgarità come forza sovversiva. Licenziato da quella radio, si candida alla presidenza della Repubblica in vista delle elezioni del 1981, e comincia a volare sia nei sondaggi sia nel sostegno d’intellettuali – di sinistra – molto influenti, tra cui il filosofo Gilles Deleuze (1925-1995) e i sociologi Alain Touraine (1925-) e Pierre Bourdieu (1930-2002).Quest’ultimo definisce, enfaticamente, l’invito di Coluche ai politici ad andare a quel paese come “le parole più importanti per la Francia dalla Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino del 1789”. I tempi, però, non sono maturi. C’è ancora la Guerra fredda, il Muro di Berlino non è caduto e nessuno dei due grandi blocchi internazionali vuole vedere un Paese strategico come la Francia consegnato a un comico imprevedibile. Coluche è minacciato di morte e intimidito dai servizi segreti, e la sua campagna finisce in tragedia quando il suo Casaleggio, René Gorlin (+1980), è assassinato in un oscuro omicidio presentato come passionale ma su cui restano molti dubbi. Coluche capisce ll’antifona, si ritira dalla campagna elettorale e invita i suoi sostenitori a votare per il socialismo autogestionario di François Mitterrand (1917-1996). Ma, anni dopo, comincia a far venire qualche idea al suo amico italiano Grillo.
2° elemento, internet: Se il transito di Grillo dalle televisioni – che progressivamente lo emarginano per la sua virulenza anti-politica – all’attivismo militante su temi sociali ed ecologici comincia poco dopo l’incontro con Coluche, all’inizio il comico italiano non accoglie con particolare favore Internet. Nel 2000, anzi, alla fine di ogni spettacolo sfascia in scena un computer, considerato uno strumento dei poteri forti per lavare il cervello alla gente. Ma tutto cambia dopo l’incontro con Gianroberto Casaleggio, che per Biorcio – studioso della Lega – ha per Grillo il ruolo che per Bossi hanno gli incontri con il teorico del federalismo dell’Union Valdôtaine Bruno Salvadori (1942-1980) e con il politologo Gianfranco Miglio (1918-2001).Casaleggio non è solo uno dei migliori esperti italiani di marketing sul Web. È un guru, interessato all’esoterismo e – ci dicono gli autori – accompagnato da «ipotesi di appartenenza alla massoneria», che ha trasformato Internet in una religione. Il suo pensiero, sintetizzato nel volume con citazioni dirette dai suoi video, si riassume in una profezia apocalittica: siamo alla vigilia di crisi ecologiche e di «guerre ideologiche, razziali e religiose» in cui moriranno i sei settimi degli attuali abitanti della Terra. Il miliardo di sopravvissuti abolirà «i partiti, la politica, le ideologie e le religioni», sostituite da “Gaia” – un nome che in molte teorie esoteriche indica la Terra come organismo vivente e unica divinità -, la quale sarà insieme religione e politica e gestirà il mondo tramite un “nuovo governo mondiale” selezionato e organizzato tramite Internet. Cioè, precisa Casaleggio, tramite gli «influencer», quella piccola percentuale di persone che padroneggia perfettamente la Rete e crea il novanta per cento dei suoi contenuti. Persone come lo stesso Casaleggio, che però per il loro sogno di nuovo governo mondiale hanno bisogno di «portavoce» dotati di quelle «capacità di comunicare con il pubblico» – compreso quello che non ha come suo primo punto di riferimento Internet – che agli“influencer” della Rete spesso mancano. Ma che non mancano a Grillo, il quale diventa leader politico globale quando Casaleggio gli mostra la luce di Internet e la accende, creando per il comico quello che diventa uno dei dieci blog più visitati nel mondo. Senza Casaleggio non ci sarebbe Grillo come leader politico. Ma senza Grillo il guru Casaleggio sarebbe solo il capo di un piccolo movimento esoterico.Dove abbiamo già visto le sue prospettive apocalittiche? Precisando che i grillini sono adepti della non violenza, Biorcio e Natale paragonano le declinazioni politiche dell’utopia di Casaleggio ai manifesti delle Brigate Rosse degli anni 1970. Per me, studioso di nuovi movimenti religiosi, la teoria di Casaleggio ricorda piuttosto in modo irresistibile – anche qui, senza sospettare il guru di Grillo d’inclinazioni violente – la prospettiva della «Famiglia» del pluri-assassino Charles Manson, un pericoloso nuovo movimento religioso che attendeva l'”Helter Skelter”, una guerra razziale in cui la maggioranza degli americani sarebbe morta, convincendo i superstiti a lasciarsi guidare da chi l’aveva prevista, cioè appunto Manson e i suoi adepti.
3° elemento: il populismo e l’avversione per la politica. Il populismo e l’avversione per la politica. E qui, suggeriscono gli autori, ben prima di incontrare i movimenti globali di «indignati» degli ultimi anni, il modello di Grillo è Umberto Bossi. Come Bossi, il Grillo elettorale non decolla immediatamente. Parte dal 3-4% delle sue liste civiche nel 2009, arriva al massimo del 7% in Emilia alle regionali del 2010. Come Bossi esplode con Mani pulite, così Grillo fa il pieno dopo gli scandali che travolgono esponenti non solo del centro-destra ma anche del centro-sinistra nel secondo decennio del XXI secolo. Il Movimento 5 stelle – il nome è assunto nel 2010 con riferimento a cinque semplici punti programmatici – diventa così il primo partito alle elezioni siciliane del 2012 e a quelle nazionali del 2013.Ma chi vota Grillo? La sua base originale non poteva sognare le percentuali del 2013, perché rappresentava un blocco – non sociale ma culturale – per sua natura minoritario: gli“innamorati della Rete”, persone in maggioranza settentrionali e laureate che hanno deciso di fidarsi soltanto di Internet, disprezzando giornali e televisione. A questi però si sono aggiunti, secondo il volume, altre tre categorie di elettori: anzitutto i “gauchisti”, persone di sinistra per cui il PD si è spostato troppo al centro appoggiando il governo Monti, e chi si allea con il PD come Vendola ne condivide le colpe. Ci sono poi quelli che i due sociologi chiamano i «ragionevoli», che votano Grillo sulla base di un calcolo razionale di costi e benefici, convinti che un suo successo, per quanto effimero e problematico, possa costringere la politica a quelle riforme necessarie che i partiti tradizionali da anni promettono invano. Infine, i “menopeggio”, elettori dell’estrema destra o della Lega che non condividono le idee di Grillo ma che lo considerano meno peggiore di tutti gli altri quando si tratta di criticare la “casta”, le banche o l’Unione Europea. Qui il volume anticipa gli ultimi studi sui flussi dell’Istituto Cattaneo, secondo i quali, se la maggioranza degli oltre otto milioni di elettori di Grillo viene da sinistra, una parte significativa viene dalla Lega e un dieci per cento, in parte transitato da La Destra, votava a suo tempo Alleanza Nazionale.Tenere insieme questi quattro gruppi di elettori non sarà particolarmente facile, come non lo sarà gestire una massa di deputati selezionati sul Web e che spesso non hanno mai parlato con Grillo. I problemi di democrazia interna del movimento nascono dalla sua stessa natura. Casaleggio potrebbe dire che il problema è mal posto, perché nell’epoca di Gaia comunque la democrazia rappresentativa non ci sarà più. Ma quanti fra gli eletti del Cinque Stelle, per non parlare degli elettori, davvero conoscono e capiscono le profezie di Casaleggio?
Rapporto con la Chiesa. Infine, un tema cui Biorcio e Natale dedicano solo due paginette, ma che sta a cuore a me e credo ai miei lettori: il rapporto con la Chiesa. Gli studi di Franco Garelli hanno mostrato che, qualunque cosa suggeriscano loro i vescovi, i cattolici votano più o meno come gli altri italiani. Ma il Cinque Stelle richiede un supplemento di analisi. I questionari somministrati da Biorcio e Natale rivelano tra i suoi militanti ed elettori una percentuale più alta della media nazionale di non credenti e persone ostili alla Chiesa. I due sociologi osservano che il boom del 2012 e 2013 ha portato a votare Cinque Stelle anche cattolici praticanti. Ma questi rimangono in minoranza, e forse non sanno che dopo la morte della maggioranza dei terrestri e il trionfo di Gaia previsti da Casaleggio le religioni sono destinate a sparire, sostituite dal culto esoterico della Terra Madre.I cattolici sono del resto in buona compagnia. Nell’utopia di Casaleggio non spariranno solo le religioni ma anche il capitalismo, il socialismo e perfino i libri, che il guru di Grillo vede completamente sostituiti dalla Rete. Se però Grillo e Casaleggio sono inscindibili l’uno dall’altro, la prospettiva generale del movimento non può che essere la distruzione totale di qualunque pensiero politico – o religioso – alternativo. E chi pensa di “mettersi con Grillo” per salvare qualche poltrona assomiglia ai borghesi di cui parlavano i primi bolscevichi. Quelli che portano allegramente ai nemici la corda con cui saranno impiccati (a cura di DonSa).
* Si ringraziano le fonti da cui sono state attinte le informazioni dell’articolo, in particolare “il Giornale”, e Massimo Introvigne.