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Gubbio: la storia della piccola Sara Mariucci che ha incontrato la Madonna Morena prima di morire

 

Sara Mariucci

E’ stato ufficialmente incaricato dal vescovo emerito di Gubbio, monsignor Mario Ceccobelli, a raccogliere tutti gli elementi, tutti i dati, tutte le testimonianze relative alla piccola Sara Mariucci.

Il padre francescano eremita Francesco Ferrari è l’uomo chiave dell’indagine diocesana relativa ai fatti inspiegabili che riguarderebbero la bambina eugubina, morta a 3 anni e 7 mesi, per una scarica elettrica, mentre era al mare con i genitori. Per anni ha studiato il caso e ha raccolto un dossier ampio e ricco di dettagli sul mistero che si aggira intorno alla piccola Sara.

Due mesi

Nonostante la giovane età, che le impone di non poter aspirare, in ogni caso, a salire sugli altari per la beatificazione, il caso di Sara è seguito con grande attenzione dalla diocesi di Gubbio e non solo. Perché racchiude elementi di un possibile misticismo. Padre Francesco ha raccontato la vicenda in un piccolo volume “Storia di Sara”.

Sara nasce a Perugia il 31 dicembre 2002, secondogenita di Anna Armentano e di Michele Mariucci, originari di Gubbio. La sua storia si svolge nell’arco di due mesi: dal luglio 2006 all’agosto 2006.

Il presunto incontro con la Madonna

La storia sta nell’incontro che ebbe, si presume nel luglio 2006, con la Madonna e nel racconto che di quell’incontro fece alla madre la sera del 4 agosto alle ore 21.

Il 4 agosto Anna, con il marito e i due figli, era ospite della sorella Rosa 6 a Francavilla Marittima, in provincia di Cosenza, per le vacanze estive, come ogni anno.

La vocina di Anna e Mamma Morena

«Eravamo abbracciate – ricorda mamma Anna – e io la coccolavo un po’. Fuori c’era aria di tempesta e il cielo era squarciato da grossi lampi seguiti da fragorosi tuoni. Mentre la tenevo tra le braccia, Sara mi disse: – Mamma, mi racconti una storia?»

Anna rispose così: «Amore, siamo state tutt’oggi al mare, la mamma è stanca, te la racconta domani. Ora dormiamo». Le diede un bacio e la tenne stretta. Dopo qualche minuto di silenzio, durante il quale pensava che si fosse addormentata, sentì la sua vocina che diceva:

– Quando ero piccola piccola ero in un posto lontano lontano, meraviglioso, su una nuvoletta.

– E con chi eri?

– Con Mamma Morena.

– E chi è Mamma Morena?

– È l’altra mia Mamma.

– L’altra tua mamma? Com’è questa Mamma Morena?

– È buonissima.

– Più buona di mamma Anna?

– Sì.

– Davvero, sei sicura?

– Sì.

– E di che colore ha i capelli?

– Blu.

– E gli occhi?

– Castani come i miei.

– E tu lasceresti mamma Anna per andare con Mamma Morena?

– Sì. – Rispose con un sorriso che le illuminò il viso, lasciandomi senza parole.

– Dormiamo ora… buonanotte – le sussurrai.

«Dopo un po’ – ricorda Anna – sentii il suo respiro profondo: dormiva. Turbata raggiunsi Michele e mia sorella e dissi loro del racconto di Sara».

 

Sara Mariucci

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Un nome sconosciuto

La donna ha sottolineato che non aveva mai sentito parlare di Mamma Morena e che nessuno, in famiglia, né conoscenti, portavano quel nome. Anche la mattina seguente, il 5 agosto, mentre giocava sulla sabbia in spiaggia al villaggio “Stella Maris”, la piccola Sara tornò a nominare Mamma Morena.

Io le dissi: – Sara, non stare seduta sulla sabbia, su, che ti debbo mettere il costumino.

Lei mi rispose: – Mamma Morena non mi sgrida.

Il cortocircuito mortale

Poco dopo la bambina, mentre era con i genitori al tavolo del bar, si allontanò verso le motociclettine per bambini che erano su una pedana metallica: improvvisamente andarono in cortocircuito mentre la piccola Sara si trovava sulla piattaforma metallica. Inutili i soccorsi. Fu una tragedia indescrivibile. I funerali si svolsero il 7 agosto alla chiesa di San Martino in Colle a Gubbio.

La festa di Mamma Morena il 5 agosto

Il giorno seguente, 8 agosto, Michele decise di fare ricerche tramite internet sul nome Morena e trovò che in Bolivia, a Copacabana, esiste un santuario dedicato alla Madonna Morena, che si festeggia proprio il 5 agosto, il giorno in cui la piccola confessò alla madre di Mamma Morena. La mattina dopo sarebbe morta fulminata.

Nel settembre 2006 Michele e Anna con la sorella Rosa, si recano in pellegrinaggio a Copacabana nel santuario della Madonna Morena e ne avevano portato la piccola statua in dono alla parrocchia di San Martino in Colle.

Lo strano negativo della fotografia

Nel dicembre 2007 arriva da Milano un fotoreporter per conto di un settimanale, che voleva fotografare i genitori, i parenti, i luoghi cari alla piccola Sara, dove la bimba aveva trascorso il suo ultimo mese di vita, e la chiesa dei San Martino in Colle dove si era svolto il funerale. «Il fotografo domandò alla madre Anna di poterla ritrarre in mezzo alla navata con in mano il ricordino della figlia – ricorda padre Francesco – ma lei non voleva. Temeva che fosse spettacolarizzata la vicenda, ma poi accettò

».

«Dopo il primo scatto – aggiunge – il fotografo pregò Anna di spostarsi sulla destra, accanto alla statua della Madonna Morena. La donna nel profondo del cuore disse: “Sara, la mamma è contraria. Chiedi al Signore che sia fatto come lui ritiene”, e si spostò sulla destra. Il fotografo scattò la seconda foto, guardò nel display e rimase sbalordito: ‘Non è possibile! Non è possibile!’ e lo fece vedere a Michele, il babbo di Sara, poi al nonno Palmiro e agli altri: nella seconda foto tutte le immagini erano in positivo, tranne Sara che era in negativo»

Le guarigioni miracolose

In questi anni, ci sono diverse persone che sostengono, dopo essere andate in pellegrinaggio sulla tomba della bambina, di aver ricevuto guarigioni miracolose. Una delle più clamorose riguarda una signora di Latina, Antonella M. che dice di essere guarita dal cancro al midollo spinale dopo aver visto la Madonna con Sara, proprio davanti alla lapide in granito.

Il giorno dopo il pellegrinaggio, infatti, andò a sottoporsi agli ultimi esami e poi all’operazione già programmata da tempo. Ma la risposta dell’ultima risonanza fu sconcertante: non c’era più alcuna traccia del tumore. Antonella era guarita.

Tutte le testimonianze sono sotto esaminate da Padre Francesco e potrebbero rivelare una verità importante sul misticismo della piccola Sara.

Le valutazioni del nuovo vescovo

I faldoni, adesso, passeranno al nuovo vescovo di Gubbio, monsignore Luciano Paolucci Bedini – che si è insediato da tre mesi nella diocesi della cittadina umbra – e sarà quest’ultimo a fare le opportune valutazioni sul caso di Sara. Per ora, conferma ad Aleteia, gli è stato raccontato da fedeli e collaboratori, poiché a Gubbio si segue con grande attenzione, l’evoluzione della vicenda, in attesa che arrivi il pronunciamento ufficiale diocesano.

Gubbio la storia della piccola Sara Mariucci

Il significato autentico della storia di Sara

Chi invece conosce bene la vicenda è il vescovo emerito Ceccobelli. «Ho preso atto dei fatti – evidenzia al nostro giornale – per capire sopratutto se la storia di Sara aveva un significato oltre l’evento infausto che le era accaduto. Infatti questa storia mi pare che voglia richiamare l’attenzione del mondo attuale su un fatto: la vita non è solo quella che viviamo sulla terra, ma è principalmente quella eterna, che vivremo nel regno dei cieli».

Nessuna “manipolazione”

«Sulla terra – prosegue il vescovo emerito di Gubbio – avviene il concepimento della persona, la gravidanza che ogni donna porta nel suo grembo per nove mesi, un tratto del percorso, ma il caso di Sara ci mostra che il momento più atteso non è qui: la piccola ha detto alla mamma di preferire di andare da Mamma Morena. Sara, una bambina che non è stata manipolata, ma ha sperimentato un incontro. C’è da prendere atto di tutto questo, divulgando questa meravigliosa storia».

Le guarigioni miracolose e la sofferenza

Monsignor Ceccobelli aggiunge che è secondario l’aspetto legato a presunti miracoli o guarigioni attribuiti all’intercessione della piccola. «Molti vengono a pregare sulla sua tomba per chiedere una grazia. E sembra che realmente avvengano fatti straordinari per la sua intercessioni. Il tempo ci aiuterà a capire quello che avverrà intorno a questa bambina. Intanto la mamma e il papà sono diventati testimoni di questa storia proprio per aiutare la gente sofferente, che magari ha perso un bambino nel dramma, come è accaduto loro».

I genitori raccontano come «Sara non è altro che lo strumento di Dio tramite il quale la vita, la gioia eterna si mostrano come veri e pieni approdi per ognuno di noi».

Credito: Anima Cattolica

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