Tre scenari, tre livelli di chiusura. A seconda dell’indice Rt le regioni avranno semaforo verde, arancione o rosso.
Il rosso, come è facilmente intuibile, rappresenta il livello massimo di lockdown. Il timone è il documento Iss condiviso con le regioni mesi fa e aggiornato al 12 ottobre. Ci sarà una cornice di misure più restrittive delle attuali e valide per tutto il territorio nazionale, in parte anticipate dal presidente Giuseppe Conte in Aula (coprifuoco, chiusura mostre e musei, chiusura centri commerciali nel weekend, tpl al 50% e il possibile stop agli spostamenti fra regioni). Poi saranno emanate ulteriori misure, ancora più restrittive a livello territoriale per quei territori in cui l’indice Rt e gli altri 21 criteri di rischio arrivano oltre una certa soglia.
L’inserimento di una Regione e le relative misure di restrizione, avverrà con un’ordinanza del ministro della Salute. Lo scenario 4, il più grave – e che secondo l’ultimo monitoraggio Iss-ministero della Salute interesserebbe già alcune Regioni italiane – si caratterizza, in particolare, per una situazione di trasmissibilità non controllata con criticità nella tenuta del sistema sanitario nel breve periodo, con valori di Rt regionali maggiori di 1,5 . Perché è importante questo parametro? Perché indica l’indice di trasmissibilità, cioè il numero di infezioni prodotte da una persona nell’arco del suo periodo infettivo.
ECCO LE REGIONI A RISCHIO SEMAFORO ROSSO
Sono 13 ad oggi le regioni che hanno sfondato l’Rt 1,5 e anche l’RT 2. Le più critiche sono Piemonte (Rt 2,16) e Lombardia (Rt 2,09). Hanno superato l’Rt 1,5 anche la Calabria (1,66), Emilia Romagna (1,63), Friuli Venezia Giulia (1,5), Lazio (1,51), Liguria (1,54), Molise (1,86), Provincia di Bolzano (1,96), Provincia di Trento (1,5), Puglia (1,65), Umbria (1,67) e Valle d’Aosta (1,89). Non c’è la Campania che però, dagli ultimi aggiornamenti ha un Rt corrispondente a 1,49.
Gli altri parametri per chiudere progressivamente una regione, o una provincia sono una ventina di coefficenti di rischio. Sono l’«incidenza dei casi e gravità cliniche elevate», con «pressione sostenuta per i dipartimenti di prevenzione e i servizi assistenziali» nelle diverse regioni.