Nei saccheggi commessi dai soldati russi durante la ritirata dalla regione di Kiev non è stato risparmiato neanche il seminario cattolico di Vorzel, vicino la capitale ucraina. Lo riferisce il quotato blog de ‘Il Sismografo’.
Qui, racconta il vescovo di Kiev Vitaliy Kryvytskyi, i russi hanno rubato qualsiasi cosa capitasse a tiro, compreso un calice commemorativo che papa Giovanni Paolo II aveva usato durante la messa del 2001, in occasione della sua visita in Ucraina: «I predoni – così il vescovo chiama i soldati russi – hanno aperto i cancelli per entrare nel seminario. Hanno tirato fuori ciò che può essere venduto: condizionatori d’aria, lavatrici, computer, router, attrezzature da cucina, fino alle vecchie scarpe da ginnastica del rettore. Sono stati trafugati anche alcuni oggetti liturgici».
“I predoni, con attrezzature pesanti, hanno aperto i cancelli per entrare nel seminario. Hanno tirato fuori quasi tutto ciò che può essere venduto: condizionatori d’aria, lavatrici, computer, router, attrezzature da cucina, fino alle vecchie scarpe da ginnastica del rettore. Sono stati trafugati anche alcuni oggetti liturgici”, ha scritto il vescovo.
La notizia dà il senso dello scempio in atto, così come lo testimonia una nuova fossa comune con decine di corpi di civili scoperta a Buzova, un piccolo centro liberato a pochi chilometri a ovest di Kiev, si apprende da funzionari locali, secondo quanto riporta il Guardian. Non si conosce ancora il numero esatto delle vittime.
Gli abitanti della regione orientale ucraina di Luhansk potranno lasciare oggi la zona grazie a nove treni messi a disposizione della popolazione locale, lo dice il governatore Gaidai su Telegram, precisando che la maggior parte dei convogli viaggerà verso Occidente.
“Per cantare vittoria Putin deve conquistare tutto il Donbass, soprattutto dopo la sconfitta di Kiev. Parla di ‘liberazione’ ma vuole il nostro territorio per questioni strategiche e per le sue miniere. Da queste parti la nostra difesa è più forte, quindi per raggiungere l’obiettivo distruggeranno tutto. Vogliono cancellarci dalla faccia della terra, ma noi resisteremo”, sottolinea Serhiy Haidai, in una intervista al ‘Corriere della Sera’. L’attacco sul Donbass, secondo Haidai, “è una questione di giorni. Si stanno riposizionando ai confini e nel frattempo continuano a bombardare. Non hanno morale: raderanno al suolo ospedali, scuole, case. Avete presente Bucha o Mariupol? Da noi sarà molto peggio”.
Le truppe della Federazione Russa stanno cercando di sfondare vicino alla città di Izyum per stabilire il controllo su Mariupol. Intanto, nel territorio delle regioni di Donetsk e Luhansk, i soldati ucraini hanno sventato otto attacchi russi: è quanto riferisce lo stato maggiore dell’esercito ucraino nel suo ultimo aggiornamento sulla situazione sul campo.
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