Uno sguardo di pace al posto della stretta di mano, ebbene sì, è successo davvero! A partire dal giorno di san Valentino la Conferenza episcopale italiana ha deciso che i fedeli potranno scambiarsi il dono della pace guardandosi negli occhi.
Ricorderò di questo fino alla mia dipartita! Avete fatto caso alla varietà di sguardi? Ci sono quelli con lo sguardo sfuggente, quelli che fanno l’inchino come se fossero davanti ad un re, quelli super imbarazzati, quelli che sorridono o non so quale smorfia fanno sotto quella mascherina, quelli che non se ne fregano niente, quelli che ti mettono in soggezione, quelli seri, ecc… Insomma, sopra quelle mascherine ci sono gli occhi che certamente non nascondono nulla, anzi, sappiamo bene quanto vale uno sguardo!
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La storia del segno di pace risale ai primi cristiani, già San Paolo consigliò di salutarsi con il bacio della pace ma per quanto mi piacerebbe entrare nella mirabile modalità “Alberto Angela” non è di questo simbolo storico che voglio parlare ma proprio dell’importanza dello sguardo. Nei vangeli ci sono diversi episodi in cui Gesù rivolge il Suo sguardo su qualcuno e lo trasforma. L’evangelista Matteo, per esempio; il giovane ricco: “fissò lo sguardo su di lui e lo amò”; Pietro che dopo averlo rinnegato incontra il suo sguardo e piange amaramente.
C’è poi l’ultimo sguardo di Gesù sulla Croce: guardò la mamma, guardò il discepolo e poi tutto si compì.
Forse questo scambio di sguardi è provvidenziale se consideriamo che a volte non abbiamo occhi che per noi stessi… per i nostri problemi, le nostre lotte, le nostre difficoltà, come se gli altri non vivessero le medesime cose. Reputo che possa essere una buona occasione per imparare a guardare gli occhi (e quindi l’anima) di chi ci sta attorno.
Non in superficie, non guardare per vedere com’è vestita quella persona o se si è fatta o meno le sopracciglia. Ma scrutare il cuore attraverso lo sguardo. Amare attraverso lo sguardo, stare vicino a qualcuno, comunicargli sicurezza attraverso il nostro sguardo. Gesù lo ha fatto, possiamo imparare a farlo anche noi.
Video e riflessioni di Francesca Parisi / Video editing: Matteo Pertoldi
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