Proseguiamo le catechesi di demonologia, secondo la retta ed ortodossa Dottrina cattolica, affrontando nuovi interrogativi. Che cos’è la possessione demoniaca? Come si manifesta una possessione? Nella possessione il demonio può possedere l’anima della persona? Come si fa, praticamente, a capire se una persona è posseduta dagli spiriti immondi?
Prima di addentraci nelle specifiche domande che spesso, in convegni, telefonate ed email, mi vengono sottoposte, dobbiamo concentrare le nostre attenzioni sul profondo mistero della vita di Cristo sul dogma della cosiddetta caduta degli angeli ribelli. I nostri progenitori (Adamo ed Eva), così come ci insegna il Magistero, infallibile e non confutabile – testimoniato nell’interpretazione della Sacra Scrittura unanime dei Padri – , persero la loro perfezione e, dietro la scelta disobbediente dei nostri progenitori – ci dice il Catechismo – c’è una voce seduttrice (Cf Gn 3,1-5), che si oppone a Dio, la quale, per invidia, li fa cadere nella morte.
La Scrittura e la Tradizione della Chiesa – insegna il Catechismo – vedono in questo essere un angelo caduto, chiamato Satana o diavolo (Cf Gv 8,44; Ap 12,9). La Chiesa insegna che all’inizio era un angelo buono, creato da Dio. “Diabolus enim et alii dæmones a Deo quidem natura creati sunt boni, sed ipsi per se facti sunt mali – Il diavolo infatti e gli altri demoni sono stati creati da Dio naturalmente buoni, ma da se stessi si sono trasformati in malvagi” (Concilio Lateranense IV (anno 1215), Cap. 1, De fide catholica: DS 800).
La Scrittura parla di un peccato di questi angeli. (Cf 2 Pt 2,4) Tale “caduta” consiste nell’avere, questi spiriti creati, con libera scelta, radicalmente ed irrevocabilmente rifiutato Dio e il suo Regno. Troviamo un riflesso di questa ribellione nelle parole rivolte dal tentatore ai nostri progenitori: “Diventerete come Dio” (Gn 3,5). “Il diavolo è peccatore fin dal principio” (1 Gv 3,8), “padre della menzogna” (Gv 8,44).
A far sì che il peccato degli angeli non possa essere perdonato è il carattere irrevocabile della loro scelta, e non un difetto dell’infinita misericordia divina. “Non c’è possibilità di pentimento per loro dopo la caduta, come non c’è possibilità di pentimento per gli uomini dopo la morte” [San Giovanni Damasceno, Expositio fidei 18 (De fide orthodoxa 2, 4): PTS 12, 50 (PG 94, 877)].
La Scrittura attesta la nefasta influenza di colui che Gesù chiama “omicida fin dal principio” (Gv 8,44), e che ha perfino tentato di distogliere Gesù dalla missione affidatagli dal Padre (Cf Mt 4,1-11). “Il Figlio di Dio è apparso per distruggere le opere del diavolo” (1 Gv 3,8).
Di queste opere, la più grave nelle sue conseguenze è stata la seduzione menzognera che ha indotto l’uomo a disobbedire a Dio.
La potenza di Satana però non è infinita. Egli non è che una creatura, potente per il fatto di essere puro spirito, ma pur sempre una creatura: non può impedire l’edificazione del regno di Dio. Sebbene Satana agisca nel mondo per odio contro Dio e il suo regno in Cristo Gesù, e sebbene la sua azione causi gravi danni – di natura spirituale e indirettamente anche di natura fisica – per ogni uomo e per la società, questa azione è permessa dalla divina provvidenza, la quale guida la storia dell’uomo e del mondo con forza e dolcezza.
La permissione divina dell’attività diabolica è un grande mistero, ma “noi sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio” (Rm 8,28).
Abbiamo assodato che Satana o il diavolo e gli altri demoni sono angeli decaduti per avere liberamente rifiutato di servire Dio e il suo disegno. La loro scelta contro Dio è definitiva. Essi tentano di associare l’uomo alla loro ribellione contro Dio.
Abbiamo, inoltre, assodato che non vi è salvezza nella scelta definitiva dei diavoli, come non può esservi salvezza in chi, morto in stato di peccato mortale, è privo della grazia santificante, pertanto è destinato alla dannazione eterna, che è l’Inferno. Dio ama, ma non è stupido e, se l’uomo rifugge dalla verità e si rifugia nella menzogna e nel peccato, per infinita giustizia riceverà la condanna eterna.
Alla luce di quanto suddetto, dobbiamo affrontare anche il tema della misteriosa vita di Cristo e, solo alla luce della Sua missione, possiamo comprendere appieno il conseguente mistero del male che, nelle forme più radicate, sfocia nella possessione diabolica.
Tutta la vita di Cristo è rivelazione del Padre, così ci insegna il Catechismo: le sue parole e le sue azioni, i suoi silenzi e le sue sofferenze, il suo modo di essere e di parlare. Gesù può dire: « Chi vede me, vede il Padre » (Gv 14,9), e il Padre: « Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo » (Lc 9,35). Poiché il nostro Signore si è fatto uomo per compiere la volontà del Padre (Cf Eb 10,5-7), i più piccoli tratti dei suoi misteri ci manifestano l’amore di Dio per noi (Cf 1 Gv 4,9).
Tutta la vita di Cristo è mistero di redenzione. La redenzione è frutto innanzi tutto del sangue della croce (Cf [Ef 1,7; Col 1,13-14 (Vulgata); 1 Pt 1,18-19], ma questo mistero opera nell’intera vita di Cristo: già nella sua incarnazione, mediante la quale, facendosi povero, ci ha arricchiti con la sua povertà (Cf 2 Cor 8, 9); nella sua vita nascosta che, con la sua sottomissione (Cf Lc 2,51), ripara la nostra insubordinazione; nella sua parola che purifica i suoi ascoltatori (Cf Gv 15,3); nelle guarigioni e negli esorcismi che opera, mediante i quali “ha preso le nostre infermità e si è addossato le nostre malattie” (Mt 8,17) (Cf Is 53,4); nella sua risurrezione, con la quale ci giustifica (Cf Rm 4,25).
Tutta la vita di Cristo è mistero di ricapitolazione. Quanto Gesù ha fatto, detto e sofferto, aveva come scopo di ristabilire nella sua primitiva vocazione l’uomo decaduto:
“Allorché si è incarnato e si è fatto uomo, ha ricapitolato in se stesso la lunga storia degli uomini e in breve ci ha procurato la salvezza, così che noi recuperassimo in Gesù Cristo ciò che avevamo perduto in Adamo, cioè d’essere ad immagine e somiglianza di Dio” [Sant’Ireneo di Lione, Adversus haereses, 3, 18, 1: SC 211, 342-344 (PG 7, 932)].
“Per questo appunto Cristo è passato attraverso tutte le età della vita, restituendo con ciò a tutti gli uomini la comunione con Dio” [Sant’Ireneo di Lione, Adversus haereses, 3, 18, 7: SC 211, 366 (PG 7, 937); cf Id., Adversus haereses, 2, 22, 4: SC 294, 220-222 (PG 7, 784)].
Durante tutta la sua vita, Gesù si mostra come nostro modello (Cf Rm 15,5; Fil 2,5:) è “l’uomo perfetto” [Concilio Vaticano II, Cost. past. Gaudium et spes, 38: AAS 58 (1966) 1055] che ci invita a diventare suoi discepoli e a seguirlo; con il suo abbassamento, ci ha dato un esempio da imitare (Cf Gv 13,15), con la sua preghiera, attira alla preghiera (Cf Lc 11,1), con la sua povertà, chiama ad accettare liberamente la spogliazione e le persecuzioni.
“Noi dobbiamo sviluppare continuamente in noi e, in fine, completare gli stati e i misteri di Gesù. Dobbiamo poi pregarlo che li porti lui stesso a compimento in noi e in tutta la sua Chiesa. […] Il Figlio di Dio desidera una certa partecipazione e come un’estensione e continuazione in noi e in tutta la sua Chiesa dei suoi misteri mediante le grazie che vuole comunicarci e gli effetti che intende operare in noi attraverso i suoi misteri. E con questo mezzo egli vuole completarli in noi” [San Giovanni Eudes, Le royaume de Jésus, 3, 4: Oeuvres complètes, v. 1 (Vannes 1905) p. 310-311].
Dunque perché Satana può possedere l’uomo?
Perché l’uomo pecca e non si uniforma a Cristo, quindi non ha difese contro gli angeli decaduti che sono esseri nettamente superiori a noi e che possono essere contrastati sono nell’uniformità a Cristo, nella preghiera, nell’esercizio delle virtù e nella vicinanza costante ai Sacramenti, con animo contrito, rispetto e vivo pentimento dei nostri peccati.
Al Can. 1673 il Catechismo ci spiega che: “quando la Chiesa domanda pubblicamente e con autorità, in nome di Gesù Cristo, che una persona o un oggetto sia protetto contro l’influenza del maligno e sottratto al suo dominio, si parla di esorcismo. Gesù l’ha praticato (Cf Mc 1,25-26); è da lui che la Chiesa deriva il potere e il compito di esorcizzare (Cf Mc 3,15; 6,7.13; 16,17). In una forma semplice, l’esorcismo è praticato durante la celebrazione del Battesimo. L’esorcismo solenne, chiamato “grande esorcismo”, può essere praticato solo da un presbitero e con il permesso del Vescovo. In ciò bisogna procedere con prudenza, osservando rigorosamente le norme stabilite dalla Chiesa (Cf CIC canone 1172). L’esorcismo mira a scacciare i demoni o a liberare dall’influenza demoniaca, e ciò mediante l’autorità spirituale che Gesù ha affidato alla sua Chiesa. Molto diverso è il caso di malattie, soprattutto psichiche, la cui cura rientra nel campo della scienza medica. È importante, quindi, accertarsi, prima di celebrare l’esorcismo, che si tratti di una presenza del maligno e non di una malattia”.
Cos’è la possessione demoniaca?
La possessione diabolica o demoniaca, che può aversi con un demone specifico o con una intera Legione di demoni, è quella manifestazione per la quale uno o più spiriti maligni risiedono in un corpo ed in determinati momenti si possono esprimere muovendosi o parlando attraverso di esso, senza che la persona possa evitarlo. La Dottrina dei Padri ha stabilito che in alcuni casi vi è una certa concordanza fra ossessione e possessione stessa. L’ossessione diabolica, propriamente detta, consta nella infestazione diabolica della persona che può essere tormentata anche da cause provenienti dall’esterno, tuttavia spesso sfocia in possessione se non adeguatamente affrontata, dunque l’individuo ossesso può divenire proprietà di uno o più diavoli e non può impedire con la sua volontà di compiere gesti e fatti che gli spiriti immondi comandano al corpo.
Come si manifesta una possessione demoniaca?
Il prof. Andrea Tornar, nelle sue “Lezioni di religione”, sintetizza molto bene le manifestazioni pratiche delle possessioni diaboliche e, facendo riferimento anche a molti testi di viventi e defunti esorcisti, espleta bene il compiersi di determinati fenomeni, tipici della possessione (fisica). Ho aggiunto alcune precisazioni personali ed approfondimenti tratti dalla teologia demonologica. Di solito una possessione demoniaca, dice, si palesa nel seguente modo:
Ciò che è sacro o religioso provoca fastidio
Dinanzi a ciò che è sacro o religioso il soggetto ha delle reazioni d’insofferenza che vanno dal fastidio, all’orrore, fino ad arrivare ad eccessi d’ira, bestemmie e insulti.
La preghiera chiarirà se si tratta o no di un posseduto
Se la persona è posseduta, al benedirla inizierà a irrigidire le mani, i muscoli facciali si contrarranno. Chiuderà gli occhi e, se gli si alzasse le palpebre, il sacerdote vedrebbe che sono bianchi (il soggetto rovescia le pupille, in alto o in basso, lasciando gli occhi bianchi). Se si continua a pregare, il posseduto comincerà a gridare o a parlare con voce piena d’odio e di rabbia. In altri casi effettuerà una risata cattiva o comincerà a fremere. Altre volte il posseduto ha occhi completamente bianchi ma non si muove affatto (c’è un demone muto).
Nelle crisi d’ira il posseduto perde conoscenza (trance)
Negli episodi di esplosione d’ira, il posseduto perde conoscenza.
Viene fuori la presenza del demone che agisce e parla attraverso il corpo del soggetto
In questi momenti di maggior furia il soggetto perde conoscenza (trance) e viene fuori la presenza di uno o più demoni che prendono il controllo sulla condotta della persona e agiscono e parlano attraverso il suo corpo. Il demone si manifesta. Il soggetto non è moralmente responsabile di ciò che fa o dice durante la trance. Molte volte il demonio si manifesta con gesti blasfemi, violenza e pratiche lussuriose.
Finita la crisi torna normale
Finita la crisi, la persona torna lentamente normale e quando ritorna in sé non ricorda nulla. L’amnesia è totale e assoluta.
La persona conduce una vita completamente normale
Al di là delle crisi furiose, la persona conduce una vita completamente normale, senza che la possessione gli crei problemi sul lavoro o nelle relazioni sociali (ovviamente dipende anche dal luogo ove questi fenomeni si presentano). Il soggetto appare come una persona perfettamente assennata, tuttavia un senso di angoscia lo pervade e questi avverte di non essere propriamente “normale”.
A volte ha allucinazioni sensoriali
In alcuni casi il soggetto parla di cose che sembrano allucinazioni sensoriali (dice di vedere ombre, di sentire strane sensazioni in una qualunque parte del corpo e fruscii), ma al contrario non sente voci interne, né qualcosa che scorra sotto la pelle. Nella maggior parte dei casi i fenomeni di possessione si producono dopo aver preso parte a una seduta spiritica, ad un rito esoterico o satanico.
Ierognosi da possessione
Sovente il posseduto è in grado di riconoscere gli oggetti benedetti da quelli non benedetti. Bisogna fare molta attenzione però. Come molti esorcisti insegnano, essendo i demoni molto furbi, spesso ingannano l’esorcista che, per valutare se la possessione è vera o presunta, impongono al soggetto anche oggetti non consacrati o lo aspergono con acqua non benedetta. Molte volte, Satana manifesta insofferenza e repulsione anche ad oggetti non consacrati e ad acqua non benedetta; lo fa per far credere all’esorcista che si tratta di una persona isterica e malata e, così facendo, tenta di celare la sua presenza sbeffeggiando e ridicolizzando il malcapitato che, se non seguito da un esorcista di esperienza, sarà non creduto o creduto pazzo.
Nella possessione il demonio s’impossessa anche dell’anima della persona?
No, assolutamente no. La possessione diabolica è un fenomeno che riguarda solo ed esclusivamente il corpo. L’anima può anche essere in grazia di Dio. Se un posseduto muore e si trova in grazia di Dio, l’anima andrà in Purgatorio od in Paradiso, a seconda dei casi. Se un posseduto è in grazia di Dio può anche fare la comunione. In alcuni casi gli sarà possibile, in altri non riuscirà nemmeno ad entrare in Chiesa.
C’è da dire, purtroppo, che molte volte la possessione porta l’individuo ad isolarsi dal mondo ed a vivere una realtà malsana e “non naturale”. Spesso accade questo quando i posseduti vengono ridicolizzati dagli stessi preti e, vedendosi abbandonati dalla stessa Chiesa, o si rifugiano in pratiche esoteriche e new age, o si rivolgono a maghi e santoni o si isolano completamente dal mondo, dedicandosi a pratiche peccaminose quali l’onanismo, l’uso di droghe, l’alcolismo, la bestemmia, la pornografia, l’autolesionismo ed altre pratiche abominevoli.
In questi casi, purtroppo, salvo un reale pentimento ed una contrizione effettiva, purtroppo l’anima è condannata, non per la possessione, bensì per la pertinacia peccaminosa adottata dal soggetto anche in momenti di lucidità.
Ecco perché è necessario aiutare gli indemoniati, non ridicolizzarli, non escluderli dalla vita sociale e fare in modo che, seppur disturbando, partecipino attivamente alla vita della parrocchia ed ai Sacramenti. Grandi saranno le responsabilità dei parroci che hanno abbandonato queste persone bisognose.
Fonti e citazioni:
Codex Iuris Canonici
Catechismo della Chiesa Cattolica
Denzinger
I Santi e il Demonio – Sugarco (Stanzione – Di Pietro)
Diavoli come riconoscerli e proteggersi – Segno (Di Pietro)
Lezioni di religione a cura del prof. Andrea Tornar
Redazione Papaboys (Fonte www.miliziadisanmichelearcangelo.org/Autore Carlo Di Pietro)
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