Una storia che vale la pena rileggere, ricca di sofferenza, ma di speranza, di dolore, ma anche di gioia. E quel cammino verso la pace di Gesù intrapreso che ha portato questa giovane attrice a cambiare profondamente la sua vita, mettendola al servizio degli altri.
All’inizio di Novembre 2010 è stata a Medjugorje la famosa attrice e convertita italiana Claudia Koll. Ha parlato in modo aperto della sua vita e della sua conversione per Radio “Mir” Medjugorje. E’ stato come ascoltare la storia non scritta di Maria Maddalena ai nostri giorni. Ha raccontato le difficoltà della sua crescita senza la madre – che è morta mentre lei nasceva. La vita con la nonna, la scuola, le crisi di identità e poi il perdersi nel mondo dei film.
Dopo alcune scene non discrete in alcuni film, Claudia nell’anno giubilare 2000 attraversa la Porta Santa della Basilica di San Pietro a Roma e da quel momento sente che l’opera che aveva compiuto fino a quel momento veniva distrutta. Poi, lei dice: “Un giorno si è verificata una situazione drammatica che richiedeva una soluzione, ma io non ero in grado di trovarla. Ricordo che ero disperata, non sapevo cosa fare. Camminavo su e giù per la stanza. Ad un certo punto mi sono rivolta a Dio. Ho cominciato a pregare il Padre nostro stringendo in mano la croce che un amico mi aveva regalato alcuni giorni prima. Quando tutto il mio essere era rivolto a Dio ero stretta alla croce, ho sentito una liberazione. Mi sono sentita immersa in una pace profonda. E mi sono riposata in quella pace. Non sentivo più né preoccupazione, né paura, c’era solo silenzio, era un silenzio profondo che prima non conoscevo. Quel silenzio mi parlava di Dio. Non ho visto il Signore, ma ho sentito la sua presenza. Gli ho chiesto: “Perché hai fatto questo, perché mi hai consolato, io non lo merito?!”. Allora ho detto: “Tu sei mio Padre, io ti ho pregato col Padre Nostro e ho detto: desidero conoscerti”. E questa è stata la mia preghiera! Il Signore non ha eliminato la mia sofferenza, ma ha camminato con me e mi ha aiutato a risolverla pian piano. Soprattutto devo dire che quella sofferenza è stata per me la via per giungere a Dio e pian piano ho sentito il bisogno di tornare in Chiesa, di dimorare nella Chiesa, perché lì ho riconosciuto il silenzio e la pace di Dio e cosi, piano piano, ho cominciato ad andare alla Santa Messa. Il Signore cominciò a guarirmi attraverso i Sacramenti”. Questa guarigione è continuata, secondo quanto lei testimonia, tuttavia durante essa si sono verificati inciampi e cadute, ma anche momenti in cui si è di nuovo rialzata. Ha capito di dover seguire Gesù su due nuove gambe: una è la verità e l’altra l’amore. Ha rifiutato tutti i ruoli che nei film non corrispondono allo spirito del Vangelo. Ha raccontato un dettaglio interessante di quel periodo: “Un giorno stavo firmando un contratto che mi offriva molti soldi. Il ruolo non era negativo, ma non era un film che dovevo accettare perché avrei dovuto incontrarmi nuovamente con persone che avevo promesso al Signore di non incontrare mai più. Appena firmai quel contratto, sentii che avevo sbagliato. Ma, a causa della mia debolezza, non sono riuscita a dire di no. Quando ho ricevuto i primi soldi per quel film, ho cominciato a distribuirli ai poveri in Chiesa. Sentivo che quei soldi non mi appartenevano, che erano soldi di un tradimento!”.
E’ seguito il suo lavoro per le missioni, il viaggio in Etiopia dove ha incontrato una grande miseria, la fame, bambini piccoli che quasi morivano di fame. Testimonia: “Mi ricordo di un ragazzino che aveva gli occhi chiusi non perché fosse malato, ma perché non aveva acqua. I suoi occhi erano sporchi. Aveva un occhio infiammato a causa della sporcizia e gli occhi gli si erano chiusi. Gli ho pulito gli occhi con un fazzolettino umido. E mentre io gli aprivo gli occhi, il Signore li ha aperti a me. Vivevo nel lusso, avevo tappeti di grande valore, un servizio d’argento per mangiare, ma tutto questo non ha salvato la mia vita. Ed ho cominciato a vedere tutto con altri occhi ed ho compreso che dovevo dare una parte della mia ricchezza a qualcuno che non ha niente”.
Al ritorno, si è recata nel Santuario della Divina Misericordia e lì ha scoperto il messaggio della Divina Misericordia: “Ho capito che il Signore mi diceva: `Claudia, se sei caduta è stato perché contavi troppo su te stessa, credi in Me!`. Per me `Gesù confido in Te!` significa questo. Comprendere che percorrerò il cammino di conversione con Gesù e che dovevo credere al Signore. Penso che è la fede vera, la fede di Abramo che sperava contro ogni speranza” – dice Claudia.
Claudia ha parlato anche della sua relazione e devozione verso la Beata Vergine Maria: “La Madonna è sempre stata presente nella mia vita, dal momento della mia nascita. Quando avevo otto o dieci anni, non mi ricordo bene, ho visto un film sulla Madonna di Fatima. Allora ho detto: La Madonna non è una statua, è una donna. E mi colpiva molto il fatto che la Madonna avesse dato un compito così importante ai veggenti. Attraverso quel film ho sentito che la Madonna mi parlava della bellezza, della pace, della serenità. Quando sono tornata a casa dopo aver visto quel film, ho fatto una preghiera – allora ero una ragazzina -, ho detto in quella preghiera: `Desidero vivere con te e venire da te, portami con te, come hai fatto con Giacinta`. Quindi ho chiesto di morire. Il Signore non ha ascoltato quella preghiera, ma penso che oggi mi chiami a testimoniare per Lui e tutta l’esperienza che ho vissuto mi ha aiutato a comprendere la grandezza della Divina Misericordia”. Claudia ha ricordato come tutto il cammino della sua conversione sia stato anche vicino alla Madonna. Sperimenta in modo particolarmente forte Medjugorje e le apparizioni della Madonna ai veggenti. Testimonia che in quei momenti sente una forte presenza della Madonna. Descrivendo una esperienza del genere ha detto: “Quello è un momento in cui tutto si interrompe. Vedevo che pioveva, ma non sentivo la pioggia sull’ombrello. E penso che è davvero una bella esperienza accogliere la Madonna col cuore. Non mi è assolutamente passato per la testa di cercare segni, di guardare il cielo. Penso che quello sia un incontro che avviene nell’interiorità. Nel momento dell’apparizione non mi interessa troppo guardare la veggente, ma pregare davvero”. Claudia ha sottolineato particolarmente l’amore che sente ora attraverso la Madonna. L’amore in un modo nuovo. Il cammino verso una tale conoscenza ha avuto molte tappe, eccone una: “Quando è iniziato il mio cammino di conversione, le prime persone che Dio ha messo sulla mia strada sono state i malati di AIDS. E proprio attraverso un giovane che era malato di AIDS, attraverso la sua sofferenza, ho riconosciuto Cristo. Ho cominciato a riflettere su Gesù che nel Getsemani aveva sudato sangue ed aveva paura della morte. Quel giovane era a letto e stava molto male, ma non poteva parlare perché la malattia aveva colpito il centro della parola. Ma aveva degli occhi che mi parlavano delle sue paure. E quando l’ho preso per mano ho sentito nel cuore un grande amore. Un amore che non avevo mai sentito, un amore forte e tenero. E quell’amore mi ha convertito. Quando guardo al mio passato, adesso rifletto su quante volte Gesù sarà entrato in posti del genere, ma i miei occhi erano ciechi e non potevo riconoscerlo. Ho conosciuto questo solo quando è iniziato il mio cammino di conversione. In coloro che soffrono è presente Cristo”. Claudia Koll oggi guida un’associazione che si chiama “Opera del Padre” ed è dedicata all’opera missionaria in Africa. Là sta anche costruendo una casa di accoglienza per persone che non si possono muovere da sole che si chiama “Piccola Lourdes”. Nel mondo dell’arte, è direttrice di un’Accademia fondata sui principi contenuti nella Lettera agli Artisti scritta da Giovanni Paolo II. Attraverso questa Accademia desidera aiutare i giovani ad entrare nel mondo dello spettacolo in un modo sano. Ed è interessante che in quell’Accademia si ascolta regolarmente la musica di Medjugorje.
Claudia ha parlato anche della sua relazione e devozione verso la Beata Vergine Maria: “La Madonna è sempre stata presente nella mia vita, dal momento della mia nascita. Quando avevo otto o dieci anni, non mi ricordo bene, ho visto un film sulla Madonna di Fatima. Allora ho detto: La Madonna non è una statua, è una donna. E mi colpiva molto il fatto che la Madonna avesse dato un compito così importante ai veggenti. Attraverso quel film ho sentito che la Madonna mi parlava della bellezza, della pace, della serenità. Quando sono tornata a casa dopo aver visto quel film, ho fatto una preghiera – allora ero una ragazzina -, ho detto in quella preghiera: `Desidero vivere con te e venire da te, portami con te, come hai fatto con Giacinta`. Quindi ho chiesto di morire. Il Signore non ha ascoltato quella preghiera, ma penso che oggi mi chiami a testimoniare per Lui e tutta l’esperienza che ho vissuto mi ha aiutato a comprendere la grandezza della Divina Misericordia”. Claudia ha ricordato come tutto il cammino della sua conversione sia stato anche vicino alla Madonna. Sperimenta in modo particolarmente forte Medjugorje e le apparizioni della Madonna ai veggenti. Testimonia che in quei momenti sente una forte presenza della Madonna. Descrivendo una esperienza del genere ha detto: “Quello è un momento in cui tutto si interrompe. Vedevo che pioveva, ma non sentivo la pioggia sull’ombrello. E penso che è davvero una bella esperienza accogliere la Madonna col cuore. Non mi è assolutamente passato per la testa di cercare segni, di guardare il cielo. Penso che quello sia un incontro che avviene nell’interiorità.
Nel momento dell’apparizione non mi interessa troppo guardare la veggente, ma pregare davvero”. Claudia ha sottolineato particolarmente l’amore che sente ora attraverso la Madonna. L’amore in un modo nuovo. Il cammino verso una tale conoscenza ha avuto molte tappe, eccone una: “Quando è iniziato il mio cammino di conversione, le prime persone che Dio ha messo sulla mia strada sono state i malati di AIDS. E proprio attraverso un giovane che era malato di AIDS, attraverso la sua sofferenza, ho riconosciuto Cristo. Ho cominciato a riflettere su Gesù che nel Getsemani aveva sudato sangue ed aveva paura della morte. Quel giovane era a letto e stava molto male, ma non poteva parlare perché la malattia aveva colpito il centro della parola. Ma aveva degli occhi che mi parlavano delle sue paure. E quando l’ho preso per mano ho sentito nel cuore un grande amore. Un amore che non avevo mai sentito, un amore forte e tenero. E quell’amore mi ha convertito. Quando guardo al mio passato, adesso rifletto su quante volte Gesù sarà entrato in posti del genere, ma i miei occhi erano ciechi e non potevo riconoscerlo. Ho conosciuto questo solo quando è iniziato il mio cammino di conversione. In coloro che soffrono è presente Cristo”. Claudia Koll oggi guida un’associazione che si chiama “Opera del Padre” ed è dedicata all’opera missionaria in Africa. Là sta anche costruendo una casa di accoglienza per persone che non si possono muovere da sole che si chiama “Piccola Lourdes”. Nel mondo dell’arte, è direttrice di un’Accademia fondata sui principi contenuti nella Lettera agli Artisti scritta da Giovanni Paolo II. Attraverso questa Accademia desidera aiutare i giovani ad entrare nel mondo dello spettacolo in un modo sano. Ed è interessante che in quell’Accademia si ascolta regolarmente la musica di Medjugorje.
Fonte: www.medjugorje.hr
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