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“Ho visto bambini nei bustoni. Basta, siamo umani!”. Il dolore del parroco calabrese Don Rosario

Don Rosario Morrone è stato tra i primi a recarsi sulla costa di Steccato di Cutro dove il mare ha restituito oltre 60 corpi: “Dobbiamo accogliere tutti, anche se è difficile. Non possiamo più ragionare così… Sono persone come noi!”. Appello alla politica: “Non segua logiche di potere ma di servizio all’umanità”. A raccontare il dramma è Cernunzio su Vaticannews.va, edizione di oggi.

“Erano davanti a me, i miei fratelli. Morti… Non ho visto il loro volto, Quando sono arrivato erano tutti nei bustoni bianchi. Mi sono detto: qui ci sono esseri umani. C’era una bimba di 9 anni in una busta, un altro piccoletto sempre in una busta… Avevano i volti nostri, dei nostri bambini, dei bambini che frequentano il catechismo in parrocchia.

Sono esseri umani, come me, come te!”. Don Rosario Morrone, parroco di Botricello, frazione del crotonese a pochi chilometri dal luogo del drammatico naufragio sulle coste calabresi, è stato uno dei primi a recarsi sulla spiaggia dove il mare ha restituito circa 40 corpi di migranti. Numero salito nelle ore successive e che continua ad aumentare ora che i soccorsi stanno perlustrando le spiagge vicine.

Il sacerdote aveva appena finito di celebrare la Messa, quando un parrocchiano l’ha avvertito: “Don Rosario, c’è stato uno sbarco. Una tragedia!”. Subito si è recato sulla costa, le cui immagini ieri sono state pubblicate dai siti di tutto il mondo. Quaranta corpi, avvolti nelle coperte termiche. “Mi sono piegato su di loro e li ho benedetti. All’inizio ho pregato e ho detto al Signore di accoglierli. C’era un vento forte, per noi cristiani il vento è simbolo dello Spirito Santo… E ho pensato: ma Lui è l’Altissimo, è il Dio dell’amore, c’è bisogno che glielo dica io di accoglierli? Lo avrà già fatto.

Allora mi sono detto pure che forse bisogna cambiare preghiera, che devo chiedere al Signore di raccogliere il grido di aiuto dei bisognosi, degli ultimi, dei fragili, e che tutti noi, credenti e non, dovremmo metterci insieme e ragionare in un’altra maniera: che dobbiamo diventare umani!”.

L’orgoglio dell’ospitalità

Don Rosario alza la voce mentre pronuncia queste parole al telefono con Vatican News. È assediato in queste ore da telefonate con richieste di interviste: “Io sono l’ultimo parroco del mondo, sono il signor nessuno in una periferia d’Italia, mi dà fastidio pure fare interviste, ma lo devo dire. Lo devo fare per quelli che ho benedetto: smettiamola di ragionare così! C’è un orgoglio italiano che è ospitale! Anche se perdiamo soldi, ospitiamo queste persone! Anche se non avrà successo dal punto di vista economico, accogliamoli! Sono nostri fratelli…”.

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