“La noia si sta impadronendo di noi come la nebbia che avanza nel Signore degli anelli in attesa della battaglia di inizio del prossimo Sanremo. E ce la mettono proprio tutta per far partire quel respiro pesante che ti lascia con la bocca semi aperta e la testa buttata all’indietro sulla poltrona festivaliera. Talmente noioso all’annuncio dei cantanti, dei presentatori, degli ospiti star, dei vip in abito da sera e degli spot promozionali che era vitale per la sopravvivenza dello spettatore almeno uno e dico uno colpo di mezza scena. Così arriva Rufus Wainwright, che raccoglie in un solo artista una quantità di motivi per destare l’attenzione che un po’ ci emoziona: omosessuale, blasfemo, autore di ‘Gay Messiah’ (una canzone, un programma), accusato di satanismo, padre di una figlia concepita in provetta, sposato in letizia con Jörn Weisbrodt, promotore di campagne a favore dei matrimoni gay… Peccato non sia nero, verrebbe da dire, o comunista, o vegano. Per il resto le sue colpe le ha proprio tutte. E pazienza che si tratti di puro genio musicale, visto che a Sanremo spesso non si guarda a questi dettagli. Insomma il nostro Rufus è talmente brutto sporco e cattivo da far imbufalire i Papa boys (che pensavo essere una specie in via di estinzione invece scopro essere attivi e sulla notizia) i quali in massa decidono di protestare con una vitalità che poco si addice alle atmosfere soporifere che ci attendono. E per fare le cose in grande chiedono “l’intervento o le dimissioni dei vertici Rai, in primis la presidente Tarantola (che si dichiara cattolica, ma permette che si trasmetta dalla tv pubblica blasfemia) e del direttore Gubitosi”. Ora, diciamocelo chiaro. Sarebbe fantastico se da Viale Mazzini arrivassero delle scuse. Non perché il Festival di Sanremo costa come una guerra mondiale, non perché il palinsesto sarà bloccato per cinque sere in attesa del capello biondo di Raffaella Carrà come unica nota degna di attenzione, non perché le televendite che interrompono i programmi spesso sono più avvincenti dei programmi stessi, ma perché, udite udite, si rischia lo sdegno del pubblico cattolico. Sarebbe davvero fantastico. Ma non sarà così, vero mamma Rai? Parola di lupetto?”. a cura della Redazione Papboys
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Non è mai il tempo per subire passivamente l'ingiustizia che si ripercuote poi sempre, inesorabilmente sui più deboli, anche perché ci verrà chiesto conto del bene che abbiamo fatto, e non del perché eravamo disinteressati a farlo; e come possiamo dire che abbiamo fede se poi la nostra fede è morta, perché non abbiamo speranza?
Forza fratelli è tempo di percorrere la Via, di gridare la Verità, di portare tutti alla Vita.
Sursum Corda
fra Gianni
Mi sembra che stiamo perdendo di vista alcuni punti fondamentali.
il ruolo di una religione, soprattutto di una importante come il Cristianesimo, sta nella sua capacità di trasferire valori etici. Immagino siamo tutti d'accordo nel sostenere che un credo religioso che proponesse il suicidio collettivo o il furto o qualsiasi altra attività inadatta alla vita sociale sarebbe deprecabile.
Ora, mi pare di capire che il messaggio di Dondi sia abbastanza chiaro: siamo un popolo, noi Italiani, che sta subendo soprusi e angherie di ogni tipo: se invece abbiamo ancora energia per risollevare la testa (oltre ai cuori), possibile che dedichiamo i nostri sforzi a Rufus e invece non protestiamo per l'orrendo sperpero di denari che San Remo rappresenta? Possibile che non diciamo nulla di fronte a Scajola che chiede di ripristino della sua integrità? Possibile che non facciamo nulla di fronte a un Governo che regala un aumento di capitale ai soci (banche private) di Bankitalia? E questo solo per citare alcune cose macroscopiche degli ultimi giorni.
La religione deve essere vicina alla popolazione. La religione deve trasmettere e difendere valori etici. E noi cattolici invece cosa facciamo? Chiniamo la testa, passivi, di fronte a tutto, ma non a Rufus? Siamo sicuri che è questo l'insegnamento che vogliamo dare ai nostri figli? Che è più importante tutela la forma piuttosto che la sostanza? Mi spiace, io non sono d'accordo.
,Direi che le cose vanno di pari passo, sprechi nei nostri soldi, per pagare quattro imbonitori che intrattengono chi ormai nel cervello ha poco più di due criceti che giocano a palla, perché Sanremo e' una pena, e chi l'ha mai seguito? Se gli italiani la,pensassero come me, niente calciatori, niente stipendi da capogiro alle cosiddette stars televisive e cachets improbabili.. Ma se oltretutto i soldi nost ri vengono gettati per pagare uno sconcio blasfemo, beh questo è davvero troppo. Perché non facciamo una bella dimostrazione contro i sistemi da repubblica delle banane che vigono in questo,paese che sta andando allo sfascio? Politici disonesti, vedi caso fiorito tanto per dirne una, che dopo la galera continuano a prendere pensione e vitalizio, prebende dorate ad artisti e cantanti, di cui possiamo benissimo fare a meno, e poi tagli nella scuola, sparisce l'insegnamento della storia dell'arte, i nostri laureati non sanno più parlare ne' scrivere i giornalisti non sanno l'uso dei congiuntivi, e nemmeno l'accentazione delle parole.. L'ultima è' la via i'infida di una giornalista rai..