Ventilatori polmonari, pompe a infusione e defibrillatore: un’attrezzatura simile a quella dei letti di terapia intensiva presenti negli ospedali, che consentirà a due ambulanze della Federazione regionale delle Misericordie toscane di trasportare nella massima sicurezza i malati di coronavirus. E’ il dono che i vescovi della Toscana hanno deciso di fare come gesto di partecipazione e di solidarietà per l’emergenza sanitaria che sta colpendo l’Italia. Ogni vescovo contribuirà al finanziamento di questo progetto devolvendo un mese del proprio stipendio: una cifra tra i 1300 e i 1400 euro a testa, che moltiplicata per 18 raggiunge una cifra intorno ai 25 mila euro. A questi ne saranno aggiunti altrettanti come Conferenza Episcopale Toscana, per un totale di circa 50 mila euro necessari, appunto, per attrezzare due ambulanze.
La scelta di devolvere questa cifra alla federazione regionale delle Misericordie, hanno spiegato i vescovi annunciando la decisione, è stata fatta nell’ottica di «sostenere il servizio che le Misericordie svolgono a favore di tutti i cittadini nell’ambito del sistema sanitario regionale». In Toscana infatti gran parte del servizio di trasporto sanitario di emergenza viene effettuato dalla Regione in convenzione con Misericordie e altre associazioni non profit di pubblica assistenza: come è nella loro secolare tradizione quindi le Misericordie si trovano a occuparsi del soccorso ai malati, attraverso la collaborazione di volontari e personale professionale. Significativo il fatto che, in questi giorni di emergenza, dalla Toscana siano anche partite sei ambulanze, con relativo equipaggio, per andare in aiuto delle Misericordie della Lombardia, spesso in difficoltà nel rispondere e tutte le richieste di intervento.
Il fondo per l’acquisto delle dotazioni mediche indispensabili ora è un piccolo gesto che i vescovi toscani hanno voluto compiere come contributo personale che si aggiunge alle tante iniziative di solidarietà già avviate nelle singole diocesi, nelle parrocchie e nelle associazioni cattoliche, e alle attività delle Caritas diocesane che – insieme alla Caritas Italiana sostenuta dalla Cei con i fondi 8xmille – già stanno facendo tanto in questo periodo per aiutare le persone più bisognose.
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