«Papa Francesco è il numero uno. Io sono davvero un suo fan perché va dritto come un treno». Francesco Lorenzi, il leader del gruppo rock dei The Sun, accoglie con entusiasmo l’invito di Bergoglio rivolto anche agli artisti affinché usino il loro talento per aiutare a battere l’indifferenza e contribuire così alla pace. Cosa che la band vicentina fa da sempre, con un impegno speciale verso i giovani, cantando anche temi scottanti come le persecuzioni dei cristiani nel mondo.
Papa Francesco ha tirato in ballo direttamente voi artisti… Il Papa mi entusiasma perché riesce davvero a responsabilizzare anche quelle persone che talvolta, anche grazie al proprio mestiere, vivono una vita felice e rischiano di dimenticarsi degli altri. Giornalisti, responsabili delle radio e delle tv, cantanti, artisti sono dei privilegiati che rischiano, però, di giocarsi l’anima. Se non utilizziamo le nostre risorse e la nostra posizione per parlare a tante persone, stiamo mancando a uno dei nostri principali doveri. Ovvero, comunicare ciò che è reale e buono.
Voi vi siete esposti denunciando nel nuovo album le persecuzioni dei cristiani con un brano e un video forte, “Le case di Mosul”. Lo abbiamo fatto perché è necessario. Abbiamo raggiunto un numero impressionante di morti cristiani ed è incredibile l’indifferenza nei confronti di questo dramma. Manca una mobilitazione ufficiale anche da parte dell’Onu. Il Papa continua a ripeterlo. Speriamo che i capi di Stato lo ascoltino. Noi nel nostro piccolo abbiamo scritto questo brano perché se non si parla si diventa complici di questo silenzio. E i ragazzi come reagiscono? Fin da subito ci sono stati un grande entusiasmo e una condivisione profonda, anche più di quello che ci aspettavamo. Pensavo che avremmo avuto dei problemi, invece tanti ragazzi hanno a cuore questi temi. L’albumCuore aperto ha venduto molto, i concerti sono pieni. La gente ha voglia di impegno. Se il mercato proponesse contenuti di livello, le persone li accoglierebbero. C’è un pubblico che è alla ricerca di un senso, ma nel mercato discografico spesso non lo trova. Si riferisce anche ad altri vostri colleghi più famosi? Io soffro moltissimo quando vedo che grandi artisti che anche stimo hanno una paura mostruosa di esporsi. A 50 anni hai realizzato tutto, sei ricco e amato e di cosa hai paura, di perdere una fettina delle tue vendite? Sono sicuro che se un Jovanotti o un Ligabue dicesse qualcosa di evidentemente utile e vero ne avrebbe solo un incremento di popolarità. Capisco la paura dei rischi nel prendere una posizione pubblica, ma è l’unica cosa giusta da fare. E voi cosa farete ancora per combattere l’indifferenza e vincere la pace? Prima di ricominciare il tour a settembre da Belluno (info sul sito www.thesun.it) proponiamo per il secondo anno un Ferragosto diverso ai ragazzi del nostro fanclub. Con 150 di loro questo weekend saremo in ritiro spirituale per tre giorni al convento di San Nicola da Tolentino, a Tolentino, nelle Marche, presso gli amici agostiniani. Vivremo insieme un itinerario spirituale e momenti di musica e divertimento. Anche questo batte l’indifferenza. Redazione Papaboys (Fonte www.avvenire.it/Angela Calvini)