Centocinquanta leader nella capitale francese per la conferenza sul clima delle Nazioni Unite. Tra gli impegni più urgenti: siglare un accordo sui limiti del riscaldamento climatico. Renzi: “L’Italia non si tira indietro. Il nostro Paese è già protagonista in ricerca e Green Ecomony”
IN UNA CAPITALE francese blindata ha preso il via oggi la Cop21, la conferenza sul clima delle Nazioni Unite. Per i 150 leader mondiali riuniti a Parigi si tratta dell’ultima chiamata per salvare il pianeta. Sarà un vertice fuori misura per una sfida colossale il cui primo obiettivo è siglare un accordo storico che limiti il riscaldamento climatico per evitare una catastrofe ambientale irreversibile. La vigilia della manifestazione è stata segnata da scontri tra polizia e manifestanti che hanno portato al fermo di 208 persone.
“Abbiamo un obbligo di successo” e “la posta in gioco è troppo importante per potersi accontentare di un accordo al ribasso”, ha detto il ministro degli Esteri francese e presidente della conferenza, Laurent Fabius, in apertura dei lavori. “L’11 dicembre”, il giorno in cui si concluderà la Cop21, “il mondo si aspetta da noi quattro parole: la missione è compiuta”. “L’accordo” per limitare il surriscaldamento globale “non è scontato ma è alla nostra portata”, ha sottolineato, promettendo che la presidenza francese “veglierà affinché tutti i punti di vista siano tenuti in considerazione”.
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In avvio di conferenza il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon ha chiesto di osservare un momento di silenzio in memoria delle vittime degli attentati di Parigi. Poi la parola è passata al presidente francese Francois Hollande che, dopo aver ringraziato “per tutti i segni di supporto, tutti i messaggi, tutti i gesti di amicizia” giunti dopo gli attentati di Parigi, ha definito la Cop21 come “un’immensa speranza che non abbiamo il diritto di deludere. È una sfida che non dobbiamo perdere perché si tratta di un miliardo di essere umani che ci guarda”. Il surriscaldamento del clima, ha proseguito il titolare dell’Eliseo, “crea conflitti, crea più migrazioni delle guerre. Dobbiamo intervenire in nome della giustizia climatica. Quello che è in gioco in questa conferenza è la pace perché rischiamo una guerra per l’accesso all’acqua. Il mondo non ha mai affrontato una sfida così grande come quella sul futuro del pianeta, della vita. Qui non bastano le dichiarazioni di intenti, noi a Parigi siamo a un punto di rottura e di partenza per una trasformazione mondiale”, ha proseguito Hollande. “Abbiamo l’opportunità di creare uno sviluppo con le energie rinnovabili, il trasporto pulito e la biodiversità. Dobbiamo costruire un modello basato sulla cooperazione, in cui sia più conveniente preservare che distruggere”.
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Dopo il presidente francese ha preso nuovamente la parola Ban Ki-moon che ha definito la conferenza sul clima “un’occasione politica unica che potrebbe non tornare”. E rivolgendosi alla platea dei capi di stato ha avvertito: “Il futuro del mondo è nelle vostre mani, non sono consentite indecisioni. Voi avete il potere di assicurare il benessere di questa e della prossima generazione”, trovando un accordo per arginare entro i due gradi l’aumento delle temperature del pianeta causato dalle emissioni inquinanti. Per farlo i leader dovranno cercare “il compromesso, il consenso e, se è necessario, anche la flessibilità”
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Tra i primi leader a parlare, il presidente Usa Barack Obama: “Sono venuto di persona come rappresentante della prima economia mondiale e del secondo inquinatore per dire che noi, Stati Uniti, non solo riconosciamo il nostro ruolo nell’aver creato il problema ma che ci assumiamo anche la responsabilità di fare qualcosa in proposito. Possiamo cambiare il futuro qui e adesso”. E ha aggiunto: “Bisogna agire ora, mettendo da parte gli interessi di breve termine. Siamo l’ultima generazione a poter salvare il pianeta”.
Un impegno concreto di fronte alla platea della Cop21 lo ha già preso Angela Merkel: “La Germania entro 2020 raddoppierà i suoi finanziamenti pubblici per le energie rinnovabili”. Mentre Vladimir Putin, arrivato in ritardo alla conferenza, ha sottolineato nel suo discorso come l’andamento economico della Russia è la prova che “si può prestare attenzione alla crescita economica senza per questo trascurare l’ambiente. Il nostro paese è stato fra i primi al mondo a ridurre i consumi energetici dell’economia negli ultimi anni e a ridurre in modo considerevole le emissioni di gas a effetto serra, tanto da frenare di un anno il riscaldamento climatico, ma al tempo stesso ha raddoppiato il suo Pil”. L’accordo di Parigi, ha detto Putin, deve essere “efficace, equilibrato e globale” e, come una sorta di “prolungamento ideale del protocollo di Kyoto” del 1997, anche “vincolante”. Il presidente russo ha poi avuto un incontro a porte chiuse con il presidente Usa Barack Obama. Durante il colloquio durato trenta minuti i due leader hanno discusso di Siria e Ucraina. Il presidente americano, afferma la Casa Bianca, ha detto al presidente russo che Bashar al Assad deve lasciare il potere.
“Dobbiamo uscire dalla retorica che l’Italia non fa abbastanza”, ha dichiarato il presidente del Consiglio Matteo Renzi durante il suo intervento. “Il nostro Paese ha ridotto le emissioni del 23% dal 1990, ha un piano di investimenti per quattro miliardi di dollari da qui al 2020, le nostre aziende sono in prima fila, da Eni a Enel. L’Italia ha molto da dire e da fare in questo settore”. Quella che si sta giocando a Parigi “è una partita molto difficile, e a pranzo c’è stato un momento di confronto anche acceso su questo. Non sarà facile arrivare a un accordo ma è una condizione fondamentale. L’accordo va trovato”. Perché, sottolinea Renzi, “abbiamo una grande responsabilità: come politici siamo chiamati a disegnare il futuro del mondo. Seneca diceva che tutta l’arte è imitazione della natura. I politici sono chiamati a un capolavoro, disegnare la scena in cui vivranno i nostri figli”. Il premier aveva ricordato l’impegno italiano già nella mattinata attraverso un post su Facebook: “L’Italia vuole stare tra i protagonisti della lotta all’egoismo, dalla parte di chi sceglie valori non negoziabili come la difesa della nostra madre terra. Siamo tra i paesi leader nella ricerca con scienziati di altissimo livello. Siamo tra i protagonisti della Green economy. Sull’efficienza energetica, con i contatori intelligenti, puntiamo alla leadership mondiale. Dunque, noi facciamo la nostra parte. Ma allo stesso tempo siamo consapevoli che abbiamo bisogno di un accordo internazionale, altrimenti tutto sarà inutile. Siamo a Parigi per trovare un compromesso alto. Il mondo di oggi e di domani guarda a Parigi. L’Italia non si tira indietro”
di Redazione Papaboys Fonte: Repubblica / Euronews