Non è sempre facile incarnare questi valori, in un panorama sanitario in cui anche le strutture sanitarie cattoliche sono in grossa difficoltà… La sanità in Italia sta attraversando un momento di forte crisi: con tutta la buona volontà che possono avere le istituzioni religiose, ponendosi come modello di assistenza e assecondando le necessità attuali di ammodernamento tecnologico, le leggi fiscali e le tasse, è impossibile andare avanti senza le sovvenzioni statali. L’alternativa sarebbe andare totalmente nel privato, ma con quote altissime. Il risultato è che molte strutture sanitarie cattoliche stanno fallendo, perché non c’è un contributo statale adeguato ed erogato in tempo utile. In questo contesto, viene spontaneo chiedersi se la sanità cattolica abbia ancora qualcosa da dire nei confronti del servizio sanitario nazionale. La mia risposta è sì, perché la sanità non è soltanto questione di soldi, ma di cuore. ‘Più cuore in quelle mani’, diceva san Camillo. Le mani sono l’azione, il lavoro di medici, tecnici, infermieri. Il cuore è la parte razionale ed affettiva, che nell’uomo devono andare insieme.
Qual è la soluzione, allora? Ci vuole un maggior accordo tra autorità civili e autorità religiose. Noi religiosi abbiamo la libertà di aprire e di far funzionare le nostre istituzioni, forti nel caso dei Camilliani di una tradizione di 400 anni. Benedetto XIV, nella bolla di canonizzazione di san Camillo, nel 1746 riconosceva che il nostro fondatore aveva ‘istituito una scuola di carità’. Noi Camilliani siamo per il mondo, e in tutto, il mondo, una scuola di carità: abbiamo bisogno di un aiuto qualificato dallo Stato, che eroghi i contributi con regolarità.
È di questi temi che discuterete nel Capitolo? Si tratta di un Capitolo straordinario ed elettivo: in genere noi teniamo un capitolo ogni sei anni, e l’ultimo risale al maggio del 2013. Abbiamo voluto convocare questo Capitolo proprio per riflettere sulle vicende che hanno coinvolto l’Ordine negli ultimi mesi, e in seguito alle quali il nostro Superiore generale ha rinunciato all’incarico per accuse attualmente ancora in sede di risoluzione. La finalità del Capitolo, come recita anche il tema, è la ‘rivitalizzazione’ dell’Ordine a 400 anni dalla sua fondazione. Questo anno giubilare per noi ha un’importanza particolare, e l’obiettivo di dare un nuovo assetto all’Ordine era già stato prefissato: gli ultimi eventi sono un motivo ulteriore per rifare un nuovo governo, eleggendo il nuovo Superiore generale con la sua Consulta generale. La crisi era cominciata infatti proprio nel Capitolo precedente, dove erano state ravvisate alcune irregolarità dall’autorità civile che la legge ora cercherà di chiarire, per capire fino a quanto siano vere oppure dovute all’intrusione di qualche altra persona interessata, magari, a gettare benzina sul fuoco. di M. Michela Nicolais
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