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“I contagiati in quarantena chiedono preghiere” E Don Calogero li conforta al telefono

Don Calogero Falcone: “I contagiati in quarantena chiedono preghiere”

A Petralia Soprana la parrocchia di padre Falcone e i vicini comuni sulle alte Madonie contano circa duemila fedeli. “Nel circondario abbiamo diversi casi di contagiati da coronavirus, molti in quarantena – spiega don Calogero – Al telefono mi chiedono preghiere e poi quasi quasi si rimproverano la superficialità di aver fatto, aver incontrato, ma nel momento in cui tu non sospetti minimamente che l’altro possa essere un portatore anche sano… purtroppo questa è la paura che si vive di più, il non sapere chi è l’altro o meglio chi rappresenti l’altro in questo momento e questo rende ancora più poveri della mancanza del cibo, perché impoverisce il cuore”.

Bergamo
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Tra i fedeli di padre Falcone c’è chi lavora all’ospedale di Cefalù: “Anche per loro è un’esperienza nuova, chiaramente noi viviamo il limite di avere scarsità di posti letto in rianimazione, in terapia intensiva. Da parte loro c’è questa abnegazione che è ammirevole. Ho diverse famiglie in cui il papà o la mamma sono infermieri o soccorritori o autisti del 118. L’altro giorno – racconta don Calogero – mi ha chiamato una mamma e mi diceva ‘preghi per mio marito, preghi anche per noi, perché svolgendo questo servizio ha fatto la scelta, per quanto durerà questo periodo, di andare a dormire in una casetta in campagna, dove mancano i requisiti essenziali, per evitare, se dovesse essere contagiato, di infettare la famiglia. Ci sono famiglie che vivono questo momento divise per cautela, precauzione, per difendere l’altro, per aiutare l’altro e nonostante questo vanno lo stesso a compiere il loro dovere”.

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