Condividiamo insieme a voi un quesito rivolto al domenicano Padre Angelo. Caro padre Angelo, Le scrivo per avere un chiarimento in merito alla capacità di conoscenza concessa al demonio. Innanzitutto: cosa sapeva realmente di Gesù quando questi operava miracoli portentosi? Era a conoscenza della sua divinità? Sembrerebbe di sì quando negli esorcismi avrebbe voluto parlare, ma Gesù glielo impediva. Qualcuno però dice che non sapeva che fosse il Figlio di Dio.
In questa ipotesi, quando l’avrebbe saputo? Nel momento del processo in cui Gesù si proclamò Figlio di Dio, Caifa si stracciò le vesti e Gesù fu condannato a morte? Sembrerebbe che da quel momento le forze del male si siano accanite contro Gesù causandogli gli innumerevoli dolori della Passione.
Era dunque a conoscenza dello stato di grazia di Maria Santissima, ed era dunque a conoscenza della nascita verginale di Gesù? In questo caso, credo avesse più di un sospetto riguardo Gesù, che poi fu tentato nel deserto. Dunque: Egli fu tentato in quanto uomo “sospetto” ai suoi occhi, cioè troppo santo, oppure in quanto Figlio di Dio? Il quesito mi dà la possibilità anche di chiederle qualcos’altro in merito: il demonio ha la possibilità di leggere dentro un’anima, oppure i pensieri malvagi che suggerisce sono scelti in base agli atti, quindi azioni, peccaminose che compie la persona, e quindi a ognuno gli offre qualcosa di personalizzato?
Grazie, mi ricordi nella preghiera.
Antonio
Caro Antonio,
1. San Tommaso nella “Catena aurea sul Vangelo di san Marco”, a commento dell’espressione del demonio che dice a Gesù “Io so chi tu sei, il Santo di Dio” (Mc 1,24) riporta la seguente affermazione di Sant’Agostino:
“Dio ha fatto conoscere ai demoni quanto ha voluto; e lo ha voluto nella misura in cui era opportuno.
Ma l’ha fatto conoscere non come agli Angeli santi, i quali godono nel partecipare della sua vita eterna e del fatto che Egli è il Verbo di Dio; ma fu fatto conoscere a loro che ne rimanevano terrorizzati perché stava per liberare i predestinati dalla loro tirannica potestà.
Lo fece conoscere dunque ai demoni non facendo vedere che Lui era la Vita eterna, ma per certo effetti temporali della sua potenza, che possono essere conosciuti dalle facoltà angeliche anche degli spiriti cattivi” (De civitate Dei
2. Il demonio non può leggere direttamente dentro le anime, dentro le loro intelligenze. Questa è prerogativa esclusiva di Dio
S. Tommaso dice che “è proprio ed esclusivo di Dio penetrare nell’essenza stessa dell’anima (solus Deus illabitur animae)” (Somma teologica, III, 64, 1).
Anche qui il demonio può congetturare dalle azioni dell’uomo.
Può congetturare anche dalle sue facoltà sensitive, ma non può conoscere direttamente i pensieri dell’uomo perché non può prendere possesso dell’anima, abitando in essa.
Ti saluto, ti assicuro un ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo
Fonte www.amicidomenicani.it
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