Una croce ricavata dalle barche degli immigrati affondate vicino all’isola di Lampedusa. E’ il dono che i giovani della Diocesi hanno portato ieri sera al prefetto Leopoldo Falco a conclusione dell’incontro che si è tenuto in prefettura per parlare d’immigrazione. Un confronto in cui il prefetto ha parlato dell’organizzazione dell’accoglienza degli immigrati nella nostra provincia e i giovani hanno raccontato esperienze e testimonianze vissute con gli immigrati, posto diverse domande, avanzato qualche proposta.
Sono 1600 gli immigrati in questo momento nella nostra provincia cui bisogna aggiungere coloro che si trovano nei centri Sprar, il sistema di protezione per i richiedenti asilo e rifugiati: quindi circa 2mila presenze. Il prefetto ha spiegato ai ragazzi come funziona il “viaggio della morte” gestito dalla criminalità africana e l’esigenza di dare una “risposta civile” a questa emergenza umanitaria perché “immigrazione significa accoglienza”; ha raccontato dell’impegno delle istituzioni per evitare infiltrazioni della mafia nella gestione dell’accoglienza, della necessità di accelerare i tempi per il riconoscimento dello status di rifugiato da parte della commissione territoriale, soffermandosi infine sul ruolo deficitario dell’Europa nell’assumere la responsabilità di affrontare in maniera decisa e condivisa il dramma dei migranti che arrivano dall’africa subsahariana.
Dopo le domande e le testimonianze è stato il vescovo Pietro Maria Fragnelli ad invitare tutti ad abbattere i pregiudizi, creare relazioni e inventare percorsi di condivisione con gli immigrati invitando i ragazzi ad impegnarsi nello studio per essere preparati ad aiutare gli immigrati e tutti coloro che rischiano di rimanere esclusi a riconoscere e lottare per i propri diritti. Infine la proposta condivisa tra giovani, prefetto e vescovo di prepararsi alla Pasqua provando a sperimentare rapporti di amicizia, anche personali, con gli immigrati che vivono nel nostro territorio in attesa che venga loro riconosciuto lo status di rifugiato.
Al termine dell’incontro i giovani hanno donato al prefetto una croce realizzata a Lampedusa dal falegname Franco Tuccio (che ha realizzato il pastorale ed il calice con i quali papa Francesco ha celebrato la Santa Messa sull’isola) e donata dall’Azione cattolica di Lampedusa a quella di Trapani. Un simbolo ed un auspicio perché anche nella collaborazione tra le comunità della Chiesa locale e le istituzioni possa prendere forma un antidoto alla “globalizzazione dell’indifferenza” che proprio Papa Francesco aveva denunciato nel suo viaggio a Lampedusa.
L’incontro di sabato sera è il primo del ciclo di conversazioni con le istituzioni promossi nell’ambito di “Fly with me, follow me!”. Il prossimo appuntamento si terrà sabato 12 Aprile presso la Camera di Commercio di Trapani con il presidente di Confindustria e altri imprenditori per parlare di lavoro e legalità. Fonte: http://www.marsalaviva.it/
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