È il 22 gennaio 2013: la Vergine appare, in una visione, ad un ragazzo italiano che giace infermo a casa. Ella si presenta come una giovane ragazzina vestita di bianco, con un velo bianco, una fascia celeste in vita; sui piedi due rose d’oro e sempre d’oro al braccio destro la corona del S. Rosario. I piedi posano su un grande giglio attorno al quale v’è un grande rovo di spine a mò di corona. La mano sinistra verso il basso, tesa come ad invito e in ugual misura come a raccogliere qualcosa; la mano destra levata all’altezza della fronte, un poco scostante da essa con il dito indice levato verso l’alto.
Un anno dopo, 22 Gennaio 2014: preannunciata da una voce angelica, l’Immacolata si ripresenta in una seconda apparizione, e nella pienezza dell’estasi comunica al veggente di desiderare d’esser onorata con il titolo “Giglio tra le Spine“, ovvero come Giglio, fiore purissimo, che che tende una mano all’uomo che vive in balia delle spine – simbolo del peccato – nel mondo.
Figli miei, figlio mio; Mio Figlio oggi mi manda in mezzo a voi quale Giglio tra le Spine, occorre fare penitenza per riparare gli innumerevoli peccati che si commettono, in special modo quelli contro la Fede e contro la Divinità di Mio Figlio, poichè offendono grandemente il Signore Dio. Ritornerò il 22 del mese prossimo e a marzo ti dirò cosa voglio. Intanto consolate con atti di riparazione continui il Mio Cuore di Madre che soffre e pregate incessantemente il Signore.
Avrà inizio da questa rivelazione una concatenazione di miracoli, grazie, ammonimenti e profezie che dura sino ai giorni nostri e che sta progressivamente toccando sempre più persone, andanosi a collegare con gli avvenimenti attuali in Medio Oriente. Ed in questa opera meravigliosa il Cielo lancia all’uomo un pressante, doloroso richiamo che potrebbe svelarsi essere l’ultimo.
Sicut lilum, sic opera mea
Il culto della Vergine associato al giglio è possibile farlo risalire – sebbene in maniera indiretta – ad alcuni passi delle Sacre Scritture, e proprio l’Antico Testamento propone un significato che ci permetterà di capirne più a fondo la simbologia. Nel capitolo 13 del libro del profeta Daniele troviamo la donna Shoshana (שׁוֹשַׁנָּה), il cui nome deriva dal termine ebraico per “giglio”. La protagonista diviene, alla luce della vicenda narrata, simbolo della giustizia e della purezza che si scontra contro la calunnia, uscendone vittoriosa. Questa particolare accezione, unita a quella tradizionale, ci trasporta direttamente nel contesto dei messaggi e nell’opera del Giglio tra le spine.
“Sicut lilum, sic opera mea” (“Allo stesso modo d’un giglio, così è la mia opera“): questa frase latina si è formata su di un fazzoletto nel novembre 2014 durante la bendatura delle stigmate del veggente, sotto gli occhi di Monsignor Gemma. L’opera in questione è quella d’un Giglio che, nonostante la sua immacolatezza, non si disdegna d’”immergersi” tra le spine per salvare gli uomini; un Giglio che, esattamente come nell’episodio biblico sopracitato, combatte la calunnia, il cui rappresentante è Satana (non a caso, in ebraico, “Satàn ” significa “accusatore in giudizio” e “calunniatore“).
Un Giglio che, accompagnato dagli angeli, dona grazie e miracoli di straordinaria portata, attirando rapidamente l’attenzione di uomini di Chiesa e dei fedeli. Padre Gabriele Amorth e lo stesso Monsignor Andrea Gemma infatti, con grande discernimento ed attenzione, hanno da molto tempo seguito il caso constatando in prima persona i grandi miracoli avvenuti, nonchè l’eccezionalità dei messaggi comunicati al veggente. In particolare, secondo quanto ci ha comunicato Padre Amorth, alcuni estratti contengono frammenti di teologia mariana davvero importanti, perfettamente in linea con la dottrina cattolica, nonchè interessanti aggiunte da parte dell’angelo che accompagna la Madre di Dio. Le stesse profezie contenute nei messaggi, specialmente quelle riguardanti il Medio Oriente ed il Sinodo, si sono nel tempo dispiegate rivelando un susseguirsi d’eventi che andavano a delineare il quadro dipinto dalla Vergine.
Ma l’impeccabilità dottrinale e la profezia non sono, come già specificato, gli unici elementi straordinari.
Guarigioni miracolose ed olio benedetto profumato che trasuda dalle icone sacre, in genere durante le preghiere e le apparizioni, sono fenomeni a cui Monsignor Gemma ha avuto modo d’assistere, provvedendo a documentare il tutto nel suo sito web (andreagemmavescovo.it). Le stigmate del veggente, le quali si formano all’istante sotto gli occhi dei presenti in occasioni particolari come feste del Signore e Pasqua, sanguinano continuamente ad intervalli: oltre a sprigionare un dolce e soave profumo, il sangue in questione saltuariamente disegna su bende e fazzoletti emografie ben distinguibili come simboli sacri e frasi latine – lo stesso accadeva nelle miracolose sudorazioni di sangue di Natuzza Evolo. La piaga del costato, anch’essa presente, si palesa durante i venerdì santi, mentre i segni della flagellazione durante il periodo che va da Settuagesima a Pasqua. Il tutto manifestato puntualmente alla presenza di testimoni e uomini di Chiesa. Conversioni, malattie gravissime curate, liberazioni da possessioni diaboliche: lo stesso olio che trasuda dalle icone sacre e, in particolari occasioni, dalle mani del veggente, come constatato da Padre Amorth e Monsignor Gemma, è capace di miracoli. La fragranza sprigionata, stando a quanto raccontato dai presenti, è percettibile persino a distanza e può permanere sul luogo per mesi. “Da questo olio e con l’applicazione di quest’olio talvolta si verificano certe grazie, grazie vere, grandi, particolari. Ad una persona possono sparire certi mali, fisici o spirituali: male alle gambe o alla testa, tumori, malattie. Con l’applicazione dell’olio tutto sparisce“, ci racconta Padre Amorth.
“Il Signore è in mezzo a noi sì o no?”, chiedevano gli israeliti (Esodo 17:7) incapaci di carpire i segni, incapaci di riconoscere, nel caos dell’esistenza umana, la presenza di Dio, la voce che li chiamava.
Tutti questi fenomeni sovrannaturali sono difatti come l’ennesima chiamata, unmemento della costante presenza del Signore e della Madonna in mezzo al popolo cristiano, un memento della costante vicinanza del Creatore all’uomo che non riesce più a trovare la via, un memento che, con celestiale regolarità, ogni 22 del mese la Vergine affida attraverso questi appelli di grande importanza.
Essendo i messaggi e le apparizioni tutt’ora in corso e sentendo il dovere d’approfondire per un corretto discernimento, in attesa d’un giudizio ufficiale della Chiesa, ci siamo rivolti sia a Monsignor Andrea Gemma sia a Padre Gabriele Amorth per poter far luce su tutti gli aspetti di questa realtà, per comprendere le loro impressioni ed ascoltare il parere d’entrambi riguardo il collegamento tra avvenimenti recenti e le parole della Madonna.