«Ho deciso che volevo diventare prete a cinque anni», racconta. «Avevo visto un sacerdote passare davanti a casa su una Moto Guzzi nuova fiammante: da quel momento sono stato irremovibile. Forse pensavo che per guidare una moto del genere bisognasse diventare sacerdoti. Poi sono entrato in seminario a Scandiano e le cose sono cambiate: ho scelto la povertà».
Cambia tono e si commuove quando parla della sua famiglia. «La mamma era molto affettuosa, il papà lo ricordo più severo, ci ha sempre dato del “voi” pur essendo un uomo molto dolce», racconta. La loro era una famiglia molto unita ma povera. «Quando sono nato io mio padre ha tirato un sospiro di sollievo, ero il primo maschio dopo otto femmine, gli avrei dato una mano nei campi », continua. «Eppure, quando ho deciso di entrare in seminario, ha detto: “Sia fatta la volontà del Signore”. È stato questo il segreto del loro matrimonio».
Ci accompagna a Barberino, una frazione minuscola nascosta dietro una strada tutta tornanti che la famiglia faceva a piedi, andata e ritorno, per assistere alla Messa. Qui c’è la casa in cui è nato, la stalla, il forno a legna dove la mamma faceva il pane e il fondo agricolo di cui viveva la famiglia. Una terra di montagna, avara e scoscesa. Oggi non la lavora più nessuno, ma Sergio era abituato alla fatica. Di fronte alla vecchia casa in pietra c’è quella che ha costruito con le sue mani quando la famiglia è cresciuta. Anche le porte e i mobili e il grande tavolo dove si sono ritrovati al completo solo due volte. «Mancava sempre qualcuno», spiega padre Sebastiano, «mio fratello in Turchia, tre delle sorelle missionarie. Ma quando ci trovavamo eravamo felici come bambini».
Le case dove vissero le due sorelle sposate morte senza figli sono state lasciate in eredità alla Casa di Francesco e Chiara. Tutto è come un tempo, la piccola cappella dove avevano ottenuto di poter custodire il Santissimo, le foto alle pareti e le dediche che Sergio e Domenica avevano voluto mettere sopra la porta di ogni stanza. Alla Sacra Famiglia per la loro stanza da letto, all’Immacolata, a santa Teresina e san Francesco quella di padre Sebastiano.
Anche lui aveva deciso di partire missionario, per l’Africa. «È stata l’unica volta che ho visto una lacrima negli occhi di mio padre», racconta. «Per fortuna la salute non mi ha permesso di partire e sono rimasto vicino a loro».
Un figlio all’Africa comunque l’hanno regalato. Domenica ha adottato un seminarista africano, il giovane Felix Ade Job, oggi arcivescovo emerito di Ibadan, in Nigeria.
Di Simonetta Pagnotti per Famiglia Cristiana
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