Il prodigio forse più famoso dopo i vari miracoli relativi alle guarigioni avvenute con erbe e mezzi all’apparenza comuni, è il passaggio dello stretto di Messina.
Il servo di Dio era giunto con i suoi compagni a Catona, villaggio nella provincia di Reggio, a cinque chilometri da Villa San Giovanni, che sorge dirimpetto al faro di Messina, ed è il punto più prossimo per l’imbarco dal continente alla Sicilia. In quella spiaggia s’apriva un piccolo porto, dal quale partivano ogni giorno barche da trasporto e, Francesco sperava che lui ed i suoi frati, sebbene sprovvisti di denaro, per carità avrebbero trovato posto in qualcuna di esse. Una barca stava per salpare, ma il comandante non volle caricarli gratuitamente. Senza più insistere avvertì i compagni di attenderlo un momento e si mise in ginocchio a pregare.
Francesco si alza, benedice il mare, e in quell’istante, quanti erano presenti – tra i quali i nove viandanti che l’avevano accompagnato – lo vedono distendere il suo mantello sulle onde , montarvi sopra risolutamente, e tenendone stretto un lembo alla estremità superiore del suo bastone, come a servirsene di vela, procedere rapido e sicuro. Non è certo se fosse solo o accompagnato in questa sua traversata, ma di certo dopo quanto accaduto non fu più difficile per i restanti
trovare il passaggio necessario, sotto le grida e le ovazioni di chi aveva avuto occasione di partecipare a quello straordinario miracolo, i quali ebbero modo di deporre sotto giuramento quanto accaduto ai fini dei processi di beatificazione e santificazione di Francesco.Dopo questa avventura si trovarono di fronte un impiccato da almeno 3 giorni alla forca. Francesco ne ebbe compassione e chiese ai suoi fratelli di slegarlo. Quando l’impiccatocadde tra le braccia del santo riaprì gli occhi e lo pregò di accoglierlo nell’ordine cosa che gli fu concessa e proprio in tale ordine finì gli ultimi anni della sua lunga e santa vita.
San Francesco di Paola si stabilì a Milazzo dove gli vennero dati degli appezzamenti dai quali iniziò la costruzione di una fabbrica, che risulta addirittura senza fondamenta, fatta di una pietra terrea, quasi marchesita, tanto dolce che si può sminuzzare e frangere con le mani, e sopra due sassi fondò la Chiesa.
A proposito di questi sassi, si narra che il Taumaturgo ne alleggerì prodigiosamente il peso naturale, tanto che riuscì facile a lui solo estrarli dal pozzo di escavazione e trasportarli con le proprie mani al posto designato. Essi si vedono tuttora circondati da una graticcia di ferro, e si vuole, che per virtù del Santo, abbiano acquistato delle proprietà speciali, tanto che iniziarono a darne delle schegge ai malati i quali prodigiosamente venivano guariti.
Per dissetare gli operai che lavoravano alla costruzione della Chiesa, San Francesco di Paolaaveva fatto scavare un pozzo ( dal quale erano stati tirati fuori i due famosi sassi) L’acqua fu trovata, ma uscì salmastra.Così il santo Fondatore, fece sul pozzo il segno della croce, e subito si potè constatare che l’acqua era divenuta limpida e dolce.
Dopo 14 anni il convento si era fornito della cisterna, e in quel giorno medesimo, come ebbero a verificare alcuni frati, che erano a conoscenza della predizione, l’acqua del pozzo ridivenne salata come prima ma acquistò la grazia di poter dare salute agli infermi che ne bevevano con fede riacquistando la sanità. Anche una trave che sembrava troppo corta sotto le mani del santo divenne della misura giusta e anche questo prodigio fu attestato.
Ma vi sono anche delle profezie di Francesco di Paola che riguardano un “Grande Monarca” :
“… [il Grande Monarca] durante la sua infanzia sarà come un santo; nella sua giovinezza un grande peccatore; quindi si convertirà completamente a Dio e farà grande penitenza; i suoi peccati saranno perdonati e lui diventerà un grande santo“.
“Sarà il fondatore di un nuovo ordine religiosodiverso dagli altri. Lo dividerà in tre classi, ovvero cavalieri militari, sacerdoti solitari, e frati ospitalieri molto pii. Questo sarà l’ultimo ordine religioso nella Chiesa, e farà più bene per la nostra santa religione di tutte le altre istituzioni religiose”.
“Con la forza delle armi prenderà possesso di un grande regno. Distruggerà la setta di Maometto, estirperà tutti i tiranni e le eresie. Porterà il mondo ad uno stile di vita santo. Ci sarà un solo gregge e un solo Pastore. Egli regnerà fino alla fine dei tempi. Su tutta la terra ci saranno soltanto dodici re, un solo imperatore e un solo papa. I ricchi saranno molto pochi, ma tutti santi.
… quando gli uomini abbandoneranno l’uso della loro ragione, si abbrutiranno. Allora saranno sempre più nella confusione. Si preparino perciò i principi di questo mondo per i più grandi flagelli, che cadranno su di essi. Ma ad opera di chi? Prima di tutto gli eretici e gli infedeli, poi i santi e fedelissimi “Portatori della Croce” eletti dall’Altissimo, i quali, non riuscendo a convertire gli eretici con la scienza, faranno un uso vigoroso delle loro armi. Molte città e villaggi saranno in rovina, con la morte di una quantità enorme di uomini buoni e cattivi.
Gli infedeli combatteranno anche contro i cristiani e gli eretici, saccheggiando, distruggendo e uccidendo la maggior parte dei cristiani. Alla fine, l’esercito… dei Portatori della Santa Croce muoverà non contro i cristiani o la cristianità, ma contro gli infedeli nei paesi pagani, e conquisterà tutti quei regni con la morte di un grandissimo numero di infedeli. Dopo questo rivolgeranno le loro armi vittoriose contro i cattivi cristiani e distruggeranno tutti coloro che si ribellano a Gesù Cristo”.
Purtroppo non ci è dato sapere dove inizia la leggenda e dove finisce la realtà, ne tanto meno se queste profezie sono vere, quindi prendiamole con il senno del poi e a noi o ai nostri discendenti l’ardua sentenza, nel frattempo un’unica certezza, la sua intercessione presso Dio potrebbe davvero aiutarci in questo momento di grande instabilità e sofferenza spirituale e morale.
O glorioso nostro protettore S. Francesco di Paola, che fin dal tempo in cui viveste in questa terra foste eletto da Dio ad essere strumento della sua bontà ed onnipotenza nell’operar prodigi a beneficio di quei cristiani che con viva fede ebber ricorso alle vostre preghiere; deh! volgete benigno lo sguardo ai devoti che implorano la vostra intercessione.
Noi vi supplichiamo di aver pietà di noi ed ottenerci da Dio le grazie che meglio rispondono al bene spirituale dell’anima nostra.
Per quell’ardore di carità che infiammò il vostro cuore, allontanate da noi tutto ciò che ci affligge. Fate o Padre Santo, che sopra di noi trionfi la divina Misericordia, la quale ci consoli con salutare liberazione, e con rassegnata pazienza; e così l’una e l’altra ci serva di felice preludio alla gloria eterna del Paradiso e Così sia.
Tre Pater, Ave e Gloria.
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