Emanuela Campanile – Città del Vaticano
Un piccolo volume tascabile di nemmeno 80 pagine raccoglie i pensieri di Papa Francesco sulla Quaresima. Edito dalla LEV, la Liberia Editrice Vaticana, s’intitola “Il Signore è Risorto”. Come copertina, una fotografia del Pontefice che poggia la fronte sul crocifisso, quasi a tradurre quella frase “Gesù in croce è la bussola della vita che ci orienta al Cielo” che Francesco ha pronunciato durante l’omelia del Mercoledì delle Ceneri. “Sono frasi molto semplici, come è lo stile del Papa”, spiega nell’intervista il cardinale Angelo Comastri, arciprete della Basilica papale di San Pietro, che ha firmato la prefazione.
Nella sua prefazione al volumetto, lei chiarisce che la Quaresima è un periodo favorevole a “raddrizzare le cose storte che ci portiamo dentro”. Allo stesso tempo, pone una domanda che le rivolgiamo: quale è il primo passo che ci avvicina a Dio?
R. – Il primo passo che ci avvicina a Dio è il passo della Carità. Gesù ha portato la meravigliosa notizia che Dio è amore, carità, bontà infinita. E questa notizia la conosciamo soltanto noi cristiani perchè è una caratteristica del cristianesimo. Ecco perché il primo comandamento che ci ha dato Gesù è questo: “Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi”. Quel come è fondamentale, perché Gesù ci insegna il vero amore. Il maestro di amore è Dio e guardando Dio si impara l’amore. Guardando Gesù – Dio fatto uomo – s’impara l’amore. Nella vita, l’amore ha mille espressioni. Madre Teresa diceva: “Anche un sorriso è un’opera di misericordia, anche rasserenare una persona inquieta è un’opera di misericordia”. E l’amore dobbiamo viverlo partendo dalle persone che abbiamo accanto. Prima di tutto in famiglia, poi nel mondo del lavoro, nel mondo delle amicizie, verso le persone che incontriamo ogni giorno ricordandoci che se nel cuore c’è l’amore, c’è Dio, allora l’espressione dell’amore diventa facile e si può esprimere in mille maniere.
La prefazione inizia con un aneddoto su Wiston Churchill che introduce una delle maggiori contraddizioni di questi tempi: la visione cristiana della vita e quella che pretende di salvare il mondo affidandosi alla scienza…
R. – Terminata la II Guerra Mondiale, Winston Churchill – che era stato primo ministro del Regno Unito durante quei terribili anni – venne invitato negli Stati Uniti dove gli tributarono grandi onori per aver compreso subito la pericolosità del nazismo. Il rettore del celebre istituto di tecnologia di Boston lo salutò con parole encomiastiche e concluse dicendo che un altro Hiltler non si sarebbe mai più ripresentato nella società moderna proprio perchè ormai “impostata come una grande macchina” fondata su di un “progetto buono” garantito dalla scienza. Churchill ascoltò in silenzio, ringraziò, ma concluse – con fine ironia – “magnifico rettore, quando arriverà quel futuro garantito dalla scienza e di cui lei ha parlato, io spero di essere già morto”. Come a dire che non è la scienza che può tirar fuori l’uomo dalla cattiveria. Dalla cattiveria ci può tirar fuori soltanto Dio! E Gesù è Dio, venuto in mezzo a noi per tirarci fuori dalla cattiveria. A dimostrarlo ci sono alcuni esempi clamorosi.
Ci può citare alcuni di questi esempi?
R. – Pensiamo a Paolo di Tarso, violento, bestemmiatore e persecutore. Incontrando Gesù diventa straordinario, mitissimo al punto tale che scrive il più bell’inno alla carità. “Se mi manca la carità – ha detto – sono niente”! Infatti, è proprio la carità che ci dà la vita e ci rende davanti a Dio e agli altri persone meravigliose. Penso anche ad Agostino d’Ippona, giovane sbandato che quando apre il cuore a Gesù, diventa uno dei più grandi Santi dell’antichità. Poi c’è Francesco d’Assisi, frivolo figlio di un ricco mercante. Pure lui, aprendo il cuore a Gesù, diventa un uomo straordinario: il poverello, il santo della Perfetta letizia. Mi viene in mente Charles de Foucauld, che dopo la conversione dichiara: “A vent’anni, dentro di me, non c’era nemmeno una briciola di bene. Ero immerso nella cattiveria”. Anche lui, dopo aver aperto il cuore a Gesù diventa straordinario. Penso infine a Guglielmo Marconi – che tra l’altro ha progettato e realizzato la Radio Vaticana – quando dichiara che la scienza è benefica se resta nel suo limite e che non è la scienza che ci può dare il senso della vita ma la fede. Ho voluto citare tutti questi esempi per dire che se vogliamo un’umanità nuova, dobbiamo aprire il cuore a Gesù.
Questo libro disegna un percorso quaresimale ispirato al magistero di Papa Francesco. Quali frasi, tra quelle riportate in queste pagine, conserva di più nel cuore?
R. – Sono frasi molto semplici, come è lo stile del Papa, però sono molto dense e molto profonde. Una frase che mi ha colpito molto è quella che il Pontefice ha pronunciato per il Mercoledì delle Ceneri. Il Papa dice di fissare lo sguardo sul crocifisso lungo il cammino della Quaresima. “Gesù in croce – afferma – è la bussola della vita che ci orienta al cielo”, perché Gesù in croce ci insegna qual è l’amore che dobbiamo cercare, che dobbiamo invocare, l’amore al quale dobbiamo convertirci. Un altro pensiero molto bello è quello che fa riferimento alla luce e alla speranza. Un invito all’ottimismo, tipico del cristianesimo. Noi siamo il popolo della speranza! Infine, nell’Esortazione Apostolica Christus vivit, Papa Francesco scrive: “Cristo vive. Egli è la nostra speranza e la più bella giovinezza di questo mondo. Tutto ciò che Lui tocca diventa giovane, diventa nuovo, si riempie di vita. Lui è in te, Lui è con te e non se ne va mai. Per quanto tu ti possa allontanare, accanto a te c’è il Risorto, che ti chiama e ti aspetta per ricominciare. Quando ti senti vecchio per la tristezza, i rancori, le paure, i dubbi o i fallimenti, Lui sarà lì per ridarti la forza e la speranza”. E’ un messaggio pasquale, un messaggio di ottimismo che, appunto, è il messaggio della Pasqua.
Credito: Vatican News
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