Il pranzo al Cottolengo, il luogo che a Torino è sinonimo dell’accoglienza di tanti malati, delle braccia aperte verso chi ha bisogno. E’ il modo migliore per concludere il pellegrinaggio alla Sindone di 42 poveri partiti ieri mattina da Roma. Un viaggio donato da Papa Francesco e che in qualche modo prepara la strada alla sua visita il prossimo 21 giugno. Il viceparroco di Santa Lucia, don Pablo Castiglia
, racconta così la mattinata vissuta:“Prima di andare a vedere la Sindone abbiamo visitato un po’ la struttura, la casa del Cottolengo e l’opera meravigliosa che si fa, di accoglienza degli ultimi, di chi è nel bisogno, nella difficoltà. Quindi, questa visita che abbiamo fatto stamattina ha già in qualche modo preparato il cuore poi per la visita alla Sindone. Poi, a piedi ci siamo recati in cattedrale e siamo entrati. Prima abbiamo fatto il percorso che un po’ prepara nel vedere la Sindone poi abbiamo pregato… Credo che le esperienze di questi due giorni di pellegrinaggio ci abbiano fatto toccare con mano e far vivere nel cuore la certezza che è veramente l’amore che salva: l’amore del Signore, che abbiamo visto lì, di cui la Sindone è segno, ma poi l’amore di tutte le persone che hanno reso possibile questo pellegrinaggio. Anche l’accoglienza che abbiamo avuto qui a Torino è espressione di quell’amore di cui la Sindone è segno. E questo è stato percepito, è stato colto, è stato vissuto da tutti noi”.
Prima di salire sul pullman per Torino, nel cortile della parrocchia di Santa Lucia, i poveri hanno ricevuto di buon’ora “la carezza” di Papa Francesco come l’ha definita il suo Elemosiniere, mons. Konrad Krajewski. Ancora don Pablo:
“Ieri mattina, alla partenza, è venuto l’Elemosiniere a salutarci, a portarci l’affetto, il sostegno del Papa, proprio concretamente ha lasciato una piccola “carezza” a ciascuno di loro perché potessero magari comprarsi un cappuccino, un caffè, durante questi due giorni. Percepiscono tantissimo che il Papa vuole loro bene, li sostiene, è orgoglioso di loro”.
Un pellegrinaggio fatto di tanti momenti significativi, di condivisione e che è stato, per don Pablo, un modo per mettersi in gioco, per dare un nuovo slancio alla sua missione pastorale:
“La mia missione cambia perché ho trovato in loro un aspetto che forse non avevo colto. Noi li incontriamo in parrocchia perché vengono per il pranzo, quindi magari il tempo è poco, ma forse in quell’occasione ci sfugge magari una sete e un interesse più profondi, è molto più di un semplice assistenzialismo, l’occasione che possiamo vivere insieme”.
Noi li chiamiamo pellegrini speciali. Sono i senta tetto, malati e indigenti della parrocchia Santa Lucia di Roma,…
Posted by Sindone 2015 on Giovedì 4 giugno 2015
A cura di Redazione Papaboys fonte: Radio Vaticana
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