Martiri a Cirta e Lambesa (Numidia) nel 259 Martirologio Romano: A Lambèse in Numidia, nell’odierna Algeria, santi martiri Mariano, lettore, e Giacomo, diacono: il primo aveva già da tempo superato indenne le vessazioni della persecuzione di Decio per aver confessato la fede in Cristo; nuovamente arrestato insieme al dilettissimo compagno, entrambi, dopo crudeli supplizi, confortati dalla grazia divina, morirono insieme a molti altri trafitti con la spada.
SANTI MARTIRI DI LAMBESA
Agapio, Secondino, Giacomo, Mariano, Tertulla, Antonia, Emiliano e compagni
Martiri a Cirta e Lambesa (Numidia) nel 259
Si tratta di un gruppo di martiri africani, che l’ultima edizione del Martirologio Romano celebra in due distinti giorni; Agapio, Secondino, Tertulla, Antonia, Emiliano il 4 maggio e Giacomo e Mariano il 6 maggio.
In effetti pur avendo subito il martirio in giorni e luoghi diversi, essi furono accomunati nel racconto dell’antica ‘Passio’ e così si è andato avanti nei successivi testi storici, fra i quali gli ‘Atti dei Martiri’ e la ‘Bibliotheca Sanctorum’.
La ‘Passio’ dei santi martiri denominati “di Lambesa”, fu scritta da un altro cristiano arrestato insieme a loro e il cui nome è rimasto sconosciuto; per questa comunanza di sofferenza, il testo in XV capitoli, riflette la reale situazione prima del martirio, fornendo particolari della massima attendibilità, cosa abbastanza rara nelle ‘Passio’ degli antichi martiri, compilate in tempi successivi ed integrate per lo più da elementi leggendari.
Mentre era in carcere, Emiliano sognò il fratello che con voce canzonatoria gli domandava come si trovassero lui e gli altri nelle tenebre del carcere; essendogli stato risposto che per il cristiano splende una chiara luce anche nelle tenebre, insistette chiedendo se per tutti i martiri vi sarebbe stata un’uguale corona in cielo o, altrimenti, a chi tra i presenti sarebbe spettato un premio maggiore.
Gli fu replicato che le stelle sono tutte luminose, anche se diverse fra loro, e che tra i martiri sarebbe stato destinato a splendere di più, chi più fortemente e lungamente avesse sofferto.
Il Martirologio Romano porta al 4 maggio, la commemorazione dei santi martiri Agapio e Secondino vescovi, Emiliano soldato e Tertulla e Antonia vergini, che subirono il martirio a Cirta in Numidia; la data del martirio è posta fra l’anno 258 e 259, il 4 maggio deve essere stato inserito per avvicinare precedendola, la data certa del 6 maggio 659, quando furono martirizzati Giacomo e Mariano; in realtà fra le due esecuzioni dovettero passare dei mesi.
Infine la ‘Passio’ al capitolo X, fa menzione di numerosi martiri laici, caduti prima e dopo i quattro ecclesiastici ricordati, riportando alcuni nomi e fra loro c’erano anche dei bambini: Floriano, Secondino, Gabro, Postumo, Gaiano, Mommino, Quintiano, Cassio, Fasilo, Fiorenzo, Demetrio, Gududo, due Crispino, Donato, e Zeone.
Il culto dei martiri di Lambase dovette essere molto diffuso, se s. Agostino tenne un celebre sermone in loro onore (Sermo, 380); le vicissitudini politiche che nei secoli investirono il Nord Africa, fecero sì che le reliquie di alcuni dei martiri di Lambesa, dalla Numidia, furono trasferite dai profughi verso l’Italia dove si diffuse il loro culto.
Le reliquie dei santi Giacomo e Mariano, approdarono – forse tra il V e il VI secolo – a Gubbio e deposte nella cattedrale a loro intitolata.
Il culto per i due santi, in parallelo con l’importanza assunta dalla città, ebbe larga diffusione e intensità in tutto il Medioevo, tanto che s. Pier Damiani (1007-1072) vescovo e cardinale, ne scisse, fra le tante sue opere, una narrazione approfondita di due episodi (due visioni) della loro ‘Passio’, in occasione della solennità annuale dei due martiri.
Ad ogni modo il gruppo dei martiri africani di Lambesa, fu sempre inserito in tutti i ‘Martirologi’ e negli ‘Acta Sanctorum’ editi lungo i secoli; le date della ricorrenza però furono varie e diverse da un testo all’altro; nel Martirologio Geronimiano i martiri sono commemorati in parte il 30 aprile e in parte il 6 maggio, mentre precedenti edizioni del Martirologio Romano li celebravano il 29 e 30 aprile; ma come già detto, i due gruppi subirono il martirio in giorni diversi e solo per Giacomo e Mariano, il Calendario Cartaginese indica con certezza il 6 maggio.
Autore: Antonio Borrelli
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