Sarebbe un miracolo vero e proprio dopo 7 giorni. Julen è sepolto sotto terra dentro un tunnel. «È il figlio di tutti noi, lo tireremo fuori»
C’E’ UN AGGIORNAMENTO ALL’ARTICOLO PUBBLICATO OGGI LUNEDI’ 21 GENNAIO ALLE ORE 00.25
La roccia blocca la trivella: speranze al lumicino di recuperare vivo Julen dal pozzo
Sette giorni fa il bimbo di due anni è caduto in un pozzo vicino Malaga. Trecento persone lavorano in turni da 100 ogni otto ore. E la collina, dove si trova il carotamento, sbancata da un esercito di ruspe è diventata un gigantesco cantiere
Ventisette metri. Mancano 27 metri, ormai. I soccorritori hanno scavato 33 dei 60 metri che separano Julen dalla superficie. Le operazioni — anche nel corso della notte appena terminata – hanno trovato ogni genere di difficoltà: il maltempo, le rocce. Ma i soccorritori non si arrendono. «È come fosse il figlio di tutti noi. E non si lascia un figlio là sotto. Lo tireremo fuori». La collina che imprigiona il bimbo assomiglia ora più a un cantiere per l’alta velocità che allo scenario di una ricerca umanitaria.
Julen è caduto in un foro di carotaggio in un campo alle porte di Totalán nella provincia di Malaga, domenica scorsa poco dopo mezzogiorno. Venticinque centimetri di diametro il buco. Due anni e mezzo per 11 chili di peso il bimbo. Julen è scivolato nel tunnel verticale come una chiave nella serratura.