“E’ vero che Abu Sayyaf è un piccolo gruppo. Ma questa adesione alle campagne internazionali è pericolosa e va monitorata. E’ probabile non vi sia un rapporto diretto di incontri con altri gruppi terroristi internazionali, è un rapporto mediato dalle connessioni dei mass-media e delle nuove tecnologie. Ma gruppi come Abu Sayyaf agiscono per imitazione e sembrano aver ritrovato slancio” spiega a Fides p. Alejo.
“Questo agire con la mentalità di un network desta preoccupazione. I piccoli gruppi si fanno forza e trovano terreno fertile nei giovani musulmani. A questo network del terrore bisogna opporre un network della solidarietà e del dialogo, nella società civile” aggiunge il religioso.
“Nelle Filippine Sud bisogna unire, ad esempio, le scuole cattoliche e le parrocchie – prosegue p. Alejo – bisogna unire i capi dei villaggi. Urge una strategia della comunicazione coordinata, occorre riattivare un circolo della comunicazione positiva e costruttiva, perché ogni conflitto è frutto di una comunicazione sbagliata”. Il gesuita conclude: “E’ essenziale nelle Filippine Sud correggere le immagini violente e i pregiudizi, proponendo buone pratiche di dialogo e di pace”. (Paolo A. per Agenzia Fides)
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