Il 2019 di Francesco si presenta come un anno molto intenso per gli eventi già in programma. A gennaio c’è il consueto incontro con il Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede, una occasione per lanciare alla comunità internazionale un messaggio forte: l’anno scorso il Papa ha colto l’occasione del 70.mo anniversario della Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo per dire che ancora oggi, nel Terzo Millennio, sono molti i diritti umani violati, primo fra tutti quello alla vita.
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Dal 23 al 28 gennaio c’è il primo viaggio dell’anno, a Panama, per la 34.ma Giornata Mondiale della Gioventù sul tema “Ecco la serva del Signore; avvenga per me secondo la tua parola”. Evento che arriva dopo il Sinodo di ottobre che si è proposto di rilanciare il protagonismo dei giovani nella Chiesa. In un videomessaggio del novembre scorso, il Papa invita i giovani, credenti e non credenti, ad “uscire da sé stessi e mettersi al servizio degli altri”. “La nostra vita – ha detto – trova significato solo nel servizio a Dio e al prossimo” e molti giovani spesso “mostrano il desiderio di aiutare gli altri, di fare qualcosa per quelli che soffrono”: è la “forza” dei giovani che “può cambiare il mondo”, attraverso una “rivoluzione del servizio” che può sconfiggere i “poteri forti” di questa terra.
Dal 3 al 5 febbraio Papa Francesco viaggerà negli Emirati Arabi Uniti, primo Pontefice a recarsi in questo Paese. Motto della visita è “Fammi canale della Tua pace”: al centro dell’evento, l’importanza del dialogo interreligioso e della fraternità tra i credenti delle diverse religioni. Il 2019 è stato dichiarato dalle autorità degli Emirati “Anno della tolleranza” con lo scopo di promuovere una cultura lontana da ogni fondamentalismo.
Dal 18 al 20 febbraio si svolgerà in Vaticano la 28.ma riunione del Consiglio dei Cardinali: al centro dei lavori il progetto di revisione della Costituzione Pastor Bonus sulla Curia Romana: nel dicembre scorso una nuova proposta della Costituzione Apostolica, dal titolo Praedicate evangelium, è stata consegnata al Santo Padre. L’obiettivo è quello di rendere questo organismo di governo più rispondente alle esigenze di una Chiesa in uscita, profondamente missionaria.
Un evento molto atteso di questo 2019 ci sarà dal 21 al 24 febbraio, sempre in Vaticano, subito dopo il Consiglio dei Cardinali. Papa Francesco incontrerà tutti i presidenti della Conferenze episcopali del mondo per parlare della prevenzione degli abusi su minori e adulti vulnerabili. Un incontro fondamentale per la lotta contro gli abusi di potere, di coscienza e sessuali compiuti da esponenti della Chiesa. Francesco, parlando alla Curia lo scorso dicembre, ha detto basta a ogni insabbiamento per procedere sulla via della verità e della giustizia. Quindi ha lanciato un forte appello agli abusatori: “Convertitevi e consegnatevi alla giustizia umana e preparatevi alla giustizia divina”.
Il 30 e 31 marzo Francesco sarà in Marocco, a 33 anni dalla storica visita di San Giovanni Paolo II: il 19 agosto 1985, Papa Wojtyla incontrava 80mila giovani musulmani nello stadio di Casablanca. Un evento mai avvenuto prima nel dialogo tra cristianesimo e islam. Il Papa polacco affermava che “il dialogo tra cristiani e musulmani oggi è più necessario che mai”, senza dimenticare “le differenze importanti” ma anche “le molte cose in comune”. “Cristiani e musulmani – aveva detto Wojtyla – generalmente ci siamo malcompresi, e qualche volta, in passato, ci siamo opposti e anche persi in polemiche e in guerre. lo credo che Dio c’inviti oggi, a cambiare le nostre vecchie abitudini.
Dobbiamo rispettarci”, anche perché “crediamo nello stesso Dio” e perché “Abramo è per noi uno stesso modello di fede”. Giovanni Paolo II aveva parlato dei diritti umani, che “hanno in Dio il loro fondamento”: la libertà di coscienza e di religione. Una libertà religiosa – aveva sottolineato – che ha bisogno di “reciprocità”. E poi il rispetto per ogni persona umana, “uomo o donna”. Infine, l’appello alla pace e alla giustizia per vincere le tentazioni di quanti vogliono “cambiare tutto con la violenza o con soluzioni estreme”, perché il prezzo della violenza lo pagano sempre gli innocenti. Un impegno al dialogo che Papa Francesco sta portando avanti con decisione.
Dal 5 al 7 maggio il Papa sarà in Bulgaria e nell’Ex Repubblica Jugoslava di Macedonia. In Bulgaria si recherà nelle città di Sofia e Rakovski: motto del viaggio è “Pacem in Terris”, a ricordare la famosa Enciclica di San Giovanni XXIII, primo visitatore e delegato apostolico in Bulgaria. Nella Ex Repubblica Jugoslava di Macedonia visiterà la città di Skopje”, la città natale di Santa Teresa di Calcutta, fondatrice delle Missionarie della Carità.
Il motto della visita recita: “Non temere, piccolo gregge” (Lc 12,32). I cattolici in questi due Paesi sono infatti una piccola minoranza in mezzo agli ortodossi. Il viaggio potrà rilanciare il dialogo col mondo ortodosso in un momento difficile per queste Chiese orientali, dopo la nascita della nuova Chiesa autocefala ortodossa ucraina, riconosciuta dal Patriarcato ecumenico di Costantinopoli ma non dagli ortodossi russi.
Papa Francesco, l’anno scorso ha anche annunciato la sua volontà di visitare il Giappone in questo 2019: “Speriamo di poterlo fare” ha detto all’Associazione giapponese “Tensho Kenoh Shisetsu Kenshoukai” ricordando che più di 400 anni fa, nel 1585, quattro giovani giapponesi arrivarono a Roma, accompagnati da alcuni missionari Gesuiti, per far visita al Papa di allora, Gregorio XIII.
“Era la prima volta che un gruppo di rappresentanti del vostro grande Paese veniva in Europa”, aveva osservato Francesco e, sottolineando la grande accoglienza ricevuta, non solo a Roma, aveva aggiunto: “Gli europei incontrarono i giapponesi e i giapponesi incontrarono l’Europa e il cuore della Chiesa Cattolica. Un incontro storico fra due grandi culture e tradizioni spirituali, di cui è giusto conservare la memoria”. Quindi aveva invitato i membri dell’associazione: “Portate al vostro meraviglioso popolo e al vostro grande Paese l’amicizia del Papa di Roma e la stima di tutta la Chiesa cattolica”.
Tra gli appuntamenti importanti del 2019 figura anche l’assemblea speciale del Sinodo dei vescovi per la regione Panamazzonica che si svolgerà in ottobre. Riguarda sette Conferenze episcopali e nove Paesi della regione amazzonica. Papa Francesco desidera che si discuta questo tema: ‘Amazzonia, nuovi cammini per la Chiesa e per una ecologia integrale’. Ma non si tratterà solo di ecologia: saranno affrontati anche importanti temi ecclesiali.
Il 2019 comincia con la Giornata Mondiale della Pace. Nel suo messaggio, Francesco invita a mettere la politica al servizio della pace: “La pace è simile alla speranza di cui parla il poeta Charles Péguy; è come un fiore fragile che cerca di sbocciare in mezzo alle pietre della violenza. Lo sappiamo: la ricerca del potere ad ogni costo porta ad abusi e ingiustizie. La politica è un veicolo fondamentale per costruire la cittadinanza e le opere dell’uomo, ma quando, da coloro che la esercitano, non è vissuta come servizio alla collettività umana, può diventare strumento di oppressione, di emarginazione e persino di distruzione.
«Se uno vuol essere il primo – dice Gesù – sia l’ultimo di tutti e il servo di tutti» (Mc 9,35)”. Il Papa nell’ultimo Messaggio natalizio ha lanciato un augurio di fraternità che vale per questo 2019: “Fraternità tra persone di ogni nazione e cultura. Fraternità tra persone di idee diverse, ma capaci di rispettarsi e di ascoltare l’altro. Fraternità tra persone di diverse religioni” perché “Dio è Padre buono e noi siamo tutti fratelli”.
Fonte vaticannews.it/Sergio Centofanti – Città del Vaticano /Copertina da Vox
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