La storia del Bambinello “romano” che compie tantissimi miracoli…
“Er bambinello” o “Er pupo”, è il Bambinello dell’Ara Coeli, il Bambin Gesù che viene conservato in questa grandiosa chiesa romana, retta dai Frati minori.
Si tratta di una delle icone più sacre di Roma, ritenuta miracolosa e in grado di guarire i malati più gravi. Quella che osserviamo, purtroppo, è una copia dell’originale rapito nel 1994 e finora non ritrovato. La statua originale, alta sessanta centimetri fu scolpita nel legno d’olivo dell’orto del Getsemani alla fine del Quattrocento da un francescano che, per timore di rovinarla con una colorazione imprecisa, una sera, prima di addormentarsi, pregò il Bambino di ispirarlo. Al risveglio trovò la statua prodigiosamente dipinta. Si racconta che le sue labbra diventavano rosse quando stava per essere concessa una grazia e pallide quando non c’era speranza.
Nell’Ottocento veniva portato ai malati in una sontuosa carrozza e ancora oggi continua a ricevere lettere dai bambini di tutto il mondo. In passato era già stato rapito due volte ma aveva sempre fatto ritorno. Questa piccola statua, circondata da numerosissimi e preziosi ex voto, oltre alle numerosissime lettere – scritte perlopiù da bambini – è custodita in una piccola cappella, accanto alla sagrestia, a sinistra dell’altare maggiore.
Il Bambinello acquistò subito fama di taumaturgo, soprattutto per le frequenti guarigioni che operava per gli ammalati a cui veniva portato. Il trasporto avveniva in modo assai solenne: i nobili più illustri, infatti, offrivano le loro carrozze. all’uopo una delle loro carrozze. Una sorta di riconoscimento di una tale devozione popolare ci fu anche l’attestazione del Capitolo Vaticano. Era il 13 gennaio 1895 quando fu decretata l’incoronazione del Bambino. L’incoronazione fu celebrata il 2 maggio dal cardinale Mariano Rampolla del Tindaro, Segretario di Stato di Leone XIII e Arciprete di San Pietro.
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La cappella che custodisce la copia del Bambino ha un custode d’eccezione. E’ un quadro sublime che ritrae San Francesco d’Assisi contornato da angeli che suonano una musica divina. Non si sente, ovviamente perché non è un quadro “musicale”, ma possiamo ben immaginarla. Chissà se non suoni una ninna nanna per il Bambinello e, magari, per lo stesso San Francesco? Bisognerebbe andarci per scoprirlo.
(Fonte Antonio Tarallo – sanfrancescopatronoditalia.it)
Amabilissimo nostro Signore Gesù Cristo, che fatto per noi Bambino, voleste nascere in una grotta per liberarci dalle tenebre del peccato, per attirarci a Voi, ed accenderci del vostro santo amore, vi adoriamo per nostro Creatore e Redentore; vi riconosciamo e vogliamo per nostro Re e Signore, e per tributo vi offriamo tutti gli affetti del nostro povero cuore. Caro Gesù, Signore e Dio nostro degnatevi di accettare quest’offerta, e affinché sia degna del vostro gradimento, perdonateci le nostre colpe, illuminateci, infiammateci di quel fuoco santo, che siete venuto a portare nel mondo per accenderlo, nei nostri cuori.
Divenga per tal modo l’anima nostra un sacrificio perpetuo in vostro onore; fate che essa cerchi sempre, la vostra maggior gloria qui in terra, affinché venga un giorno a godere delle vostre infinite bellezze in Cielo. Così sia.
“Cento giorni di indulgenza applicabili anche alle anime del Purgatorio.”
(Leone XIII, 18 gennaio 1894)
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