Categorie: Ethica et Oeconomia

Il bambino autistico dovrebbe stare con i suoi compagni. La preside dice ‘no’

La famiglia ricorre al Tar, la scuola si appella al Consiglio di Stato. Accade a Reggio Calabria, dove il bambino è stato iscritto alla prima elementare assieme ai compagni dell’asilo, così come consigliato dagli esperti. Ma la dirigenza dell’istituto ha rigettato la richiesta.

Andrea (nome di fantasia) ha cinque anni ed è affetto da ‘disturbo dello spettro autistico’. I suoi genitori, per fargli frequentare la prima elementare lo hanno iscritto all’istituto comprensivo statale “De Amicis – Bolani” di Reggio Calabria, nella stessa classe dove si sono iscritti i suoi amichetti dell’asilo. In questo modo, secondo i genitori consigliati anche dagli esperti, sul piano umano e relazionale Andrea si sarebbe trovato a vivere con una certa continuità l’esperienza fatta alla scuola dell’infanzia ritrovandosi con persone già conosciute. Infatti, rimarcano i genitori del bambino, “per chi è affetto da questo grave tipo di patologia, l’amicizia e i rapporti umani sono basilari”.

Nonostante questa importante premessa, la richiesta dei genitori di Andrea di ammettere il bambino nella stessa classe dei suoi amichetti conosciuti nei primi anni di infanzia viene rigettata dalla dirigenza dell’istituto che colloca Andrea in un’altra classe, perché quella richiesta è già al completo. La famiglia di Andrea non si rassegna e si rivolge al Tar. Nel ricorso, presentato dai legali della famiglia, viene evidenziato che “i soggetti autistici devono mantenere l’ambiente scolastico dove sono già inseriti”. Una necessità attestata da medici e strutture sanitarie citate espressamente nel ricorso. Il Tar dà ragione alla famiglia e ordina al dirigente dell’istituto “De Amicis – Bolani” che “il minore sia ammesso a frequentare la classe prima in un contesto ambientale al medesimo non estraneo”. Tutto ciò è avvenuto nei primi mesi di attività dell’anno scolastico in corso. Dopo le vacanze di Natale, i genitori di Andrea sono riusciti a far rispettare l’ordinanza del Tar e il bambino è finalmente rientrato a scuola. Ma la felicità è durata ben poco. La scuola ha infatti deciso di ricorrere al Consiglio di Stato contro l’ordinanza del Tar.

La famiglia di Andrea è sprofondata nella disperazione più nera. Il caso sta suscitando polemiche e sta dividendo l’opinione pubblica. L’assessore regionale alle Politiche sociali, Federica Roccisano, ha espresso tutta la sua indignazione per la vicenda ed ha annunciato che convocherà presto sia il dirigente della scuola reggina sia i familiari di Andrea. “Insieme dovremo trovare al più presto una soluzione per questa triste vicenda – commenta l’assessore – E’ incredibile che, per garantire l’inclusione scolastica di un bambino disabile, si sia dovuti ricorrere al Tar e si sia arrivati addirittura al Consiglio di Stato. E’ terribile accanirsi contro un bambino indifeso. Mi rammarico – conclude Roccisano – che le istituzioni preposte, le quali dovrebbero operare per la tutela dei minori, non siano andate incontro alle necessità di Andrea”.


Redazione Papaboys (Fonte www.redattoresociale.it/msc)

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