Il volume di suor Pedico – che è docente presso la Facoltà Teologica Marianum di Roma, membro dell’Associazione mariologica interdisciplinare italiana e del Consiglio direttivo della Pontificia Accademia Mariana Internazionale – si caratterizza come uno studio approfondito sulla Vergine Addolorata ed è strutturato in otto capitoli, a iniziare da un excursus storico sul culto dell’Addolorata dalle sue origini nell’XI secolo alla prima metà del XX secolo. “A differenza di altri aspetti cultuali, che vedono la Vergine Maria come creatura privilegiata che si eleva sul resto dell’umanità, in questo culto la si coglie nella condizione più umana possibile, quella di una Madre colpita da un immenso dolore per la perdita del Figlio” nota l’autrice nella presentazione dell’opera.
Perché è sorto nella Chiesa il culto all’Addolorata?
“La venerazione del popolo verso la Madre di Dio non poteva escludere l’aspetto di sofferenza e di dolore provati dalla Vergine Maria durante la passione e morte di Gesù e lungo tutta la sua vita – scrive suor Pedico –. Inoltre, nella sua sofferenza i fedeli riscontrano un valido motivo per accettare i propri momenti e condizioni di prova e di dolore. (…) Maria quale Madre di misericordia, intimamente associata alla passione del Figlio, è sensibile verso chi soffre a causa di malattie, violenze, povertà, guerre…”.Tra i diversi argomenti affrontati, anche l’iter storico della memoria liturgica (15 settembre), alcune espressioni di pietà popolare della settimana santa in Italia legate al mistero dell’Addolorata, le forme di preghiera popolare in suo onore, lo studio della “Mater Dolorosa” nel canto popolare, un approfondimento sui santuari intitolati all’Addolorata, sull’iconografia popolare e sulle confraternite e le associazioni che si dedicano al suo culto.
“Siamo arrivati a scoprire il genoma umano e stiamo per arrivare al big-bang che ha dato inizio all’universo, ma il perché del dolore continua a rimanere avvolto nella fitta tenebra dell’arcano più arcano – osserva nella prefazione monsignor Francesco Lambiasi, vescovo di Rimini e presidente della Commissione CEI per il Clero e la Vita consacrata –. Assurdo o mistero? L’assurdo è un muro invalicabile e respingente; il mistero è una scala alta e ripida che ci porta sulla soglia del vangelo della sofferenza”.
A cura di Redazione Papaboys
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