Lisa Zengarini – Città del Vaticano per Vaticannews.va
“Sono stati momenti difficili per me e lo sono per chiunque si trovi in una condizione di sofferenza e veda minacciata la propria vita. Ma posso testimoniare di avere sentito anche la compagnia di alcuni angeli, che mi hanno ricordato quelli che erano al fianco di Gesù”. Con queste parole il cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, ha voluto ringraziare gli operatori sanitari che si sono presi cura di lui in queste settimane di ricovero per il Covid-19. Ieri il porporato è stato dimesso dal Policlinico Gemelli di Roma, dove era stato trasferito il 19 novembre dall’ospedale “Santa Maria della Misericordia” di Perugia per un periodo di convalescenza.
In un messaggio il cardinale Bassetti ha ringraziato innanzitutto i medici e gli infermieri che lo hanno assistito nelle fasi più critiche della malattia e in quella del recupero a Roma. Sono stati, dice, “angeli custodi professionali e amabili”. Insieme a loro, il presidente della Cei ha rivolto un pensiero anche ad “altri angeli: gli operatori della comunicazione. “Mi sono sentito custodito da persone, che erano attente alla mia persona prima ancora che al mio ruolo, che hanno raccontato un uomo malato prima ancora che la malattia di un cardinale”, scrive. “Grazie a questa loro attenzione ho sentito vicina la presenza di tante persone che hanno pregato per me”, sottolinea, esortando gli operatori dei media a “cercare i semi di speranza sparsi nella quotidianità per costruire una società più bella, fondata sulla fraternità”.
Il cardinale Bassetti parla poi dei sentimenti provati nei più momenti difficili della malattia: “I giorni che ho vissuto in ospedale per via del Covid-19 sono stati un po’ come quelli di Gesù del deserto”, osserva il presidente della Cei, un episodio “che mi ha sempre affascinato ma anche un po’ intimorito”. “Ho sempre pensato – prosegue – che deve essere stato un tempo duro: il Vangelo tiene a precisare che il Figlio di Dio ‘stava con le bestie selvatiche’. Ho immaginato che si sia trattato di un tempo di solitudine profonda e di senso di abbandono, in cui avrà pensato alla sua vita passata e avrà sperato ancora in una vita futura bella”. Ma il Vangelo, scrive Bassetti, “aggiunge anche che ‘gli angeli lo servivano’” e questo significa che Gesù “non era affatto solo: ha sentito intorno a sé la presenza di forze buone, che gli trasmettevano la vicinanza di Dio”. In ospedale, conclude, “posso testimoniare di avere sentito la compagnia di alcuni angeli, che mi hanno ricordato quelli che erano al fianco di Gesù”.
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