LOMBARDIA- MILANO – “Con l’incarnazione del Figlio di Dio l’impossibile diventa possibile”. Lo ha detto, ieri mattina, il cardinale Angelo Scola, arcivescovo di Milano, nell’omelia della Messa del giorno di Natale. “Noi tutti percepiamo che ogni nascita è in sé una irripetibile novità, ma – ha sottolineato il porporato – questa singolare Nascita illumina in senso pieno il nascere, e quindi il vivere e il morire”. Perché? “Perché il Dio-Bambino viene per rispondere all’insopprimibile anelito del nostro cuore di durare per sempre, anche oltre la morte. Nell’abbassamento di Dio che si fa uomo per redimerci con la sua croce/risurrezione siamo salvati, cioè liberati dai limiti, per noi invalicabili, del peccato e della morte”. Il Santo Natale è “la benedizione che l’umiltà amorosa di Dio riversa su ogni uomo che viene in questo mondo: la vita ti è donata e mai più tolta. La morte stessa non la annulla ma la trasforma. La nascita di Gesù mostra che la vita, ogni vita, è sempre un bene ed è degna di essere vissuta dal concepimento fino al suo termine naturale”. Per il porporato, “la nascita di Gesù diviene per noi una ri-nascita”. In che modo? “Il modo – ha spiegato – è magistralmente sintetizzato da un’affermazione di San Paolo nella Lettera a Tito. Gesù venendo tra noi ci insegna a ‘vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà’”
“Sobrietà – ha chiarito il cardinale Scola secondo quanto riporta l’Agenzia Sir- significa equilibrio, rispettoso del bene di tutti, nei rapporti e una distaccata magnanimità nell’uso dei beni; giustizia domanda valorizzazione della dignità, equità, eguaglianza autentica, solidarietà a livello personale, sociale e, in modo particolare, politico; pietà vuol dire non dimenticarsi del rapporto con Dio dentro il nostro quotidiano, rapporto che da secoli nelle nostre terre ha creato un costume che non deve andare perduto”. Dalla sobrietà, dalla giustizia e dalla pietà “sorgono quegli stili di vita che partendo dalla persona, attraverso i corpi intermedi, potranno consentire di affrontare l’ormai improcrastinabile urgenza di un nuovo ordine mondiale”. Il travaglio che accompagna l’ingresso nel terzo millennio “si manifesta dolorosamente nella crisi economico-finanziaria che continua a pesare su molte donne e molti uomini, soprattutto bambini, giovani e famiglie”. Occorre affrontare questa fase di passaggio “non con paura e rabbia, comprensibili quando non hai più un terreno solido su cui poggiare i piedi, ma, alla fine, impotenti a generare futuro. Serve condivisione, ospitalità, amicizia civica che generano la solidarietà necessaria per uscire insieme dalla prova”. Al termine della Messa, il cardinale Scola si è recato in visita agli ospiti della Casa di accoglienza “card. Giovanni Colombo” a Milano.
IL VIDEO DEGLI AUGURI DI NATALE DEL CARDIALE SCOLA