LOMBARDIA – MILANO – “Senza voler in alcun modo sottovalutare gli affetti spesso feriti di padri, madri e, soprattutto figli, è doveroso richiamare – anzitutto la nostra Chiesa ambrosiana – a promuovere energicamente il bene ecclesiale e sociale della famiglia fondata sul sacramento del matrimonio tra un uomo e una donna, come legame stabile ed aperto alla vita”. Lo ha detto, ieri sera, il cardinale Angelo Scola, arcivescovo di Milano, nella Messa per la fine dell’Anno e il Te Deum, nella chiesa di san Fedele. “Nel nostro paese un freddo gelo demografico denota, e dobbiamo avere il coraggio di dirlo, la scarsa rilevanza che le Istituzioni danno alla famiglia – ha denunciato il porporato -. Non sono mai state adottate, come invece è avvenuto in altri Paesi europei, politiche familiari adeguate”. Il cardinale ha ricordato poi due eventi nei quali “l’intervento della Provvidenza è brillato con particolare intensità nell’anno che sta per finire: la rinuncia al ministero petrino di Benedetto XVI e l’elezione di Francesco”. Consapevoli della “critica situazione in cui si trova il nostro amato paese”, il cardinale Scola ha sottolineato come “siamo chiamati a favorire a tutti i livelli, quel ‘principio che è indispensabile per costruire l’amicizia sociale: l’unità è superiore al conflitto’. Queste parole di Papa Francesco indicano agli italiani una via percorribile”.
“Evitare la strada del conflitto sociale per assumere la responsabilità comune di edificare vita buona e buon governo è la sola garanzia realizzatrice di pace”, ha sostenuto il porporato. Ma “la responsabilità nei confronti della nostra nazione non può farci dimenticare l’onere oggettivo che pesa sulle nostre coscienze nei confronti del bene di tutti i popoli”. Infatti, “la tragedia della fame continua a sfigurare il volto di milioni di cittadini soprattutto nel Sud del pianeta”. “Ho avuto modo di ricordare a tutti, in occasione del discorso di sant’Ambrogio, che l’Expo 2015 – Nutrire il pianeta, energia per la vita – costituisce un’occasione privilegiata per proporre azioni a livello nazionale e internazionale che affrontino con decisione il problema alimentare”, ha aggiunto. Il cardinale ha anche osservato che “non possiamo tacere, mentre lodiamo il Signore per i benefici accordatici, le guerre che continuano ad insanguinare il pianeta. E come non far memoria commossa dei nostri fratelli cristiani che, soprattutto in Medio Oriente e in Africa patiscono persecuzioni tali da arrivare fino al martirio?”. A questo proposito “noi europei non siamo in piena afasia? Siamo perciò chiamati tutti, a cominciare da me, ad un serio esame di coscienza. Non possiamo e non dobbiamo sottrarci”.
Agenzia Sir