Rilanciare il cammino dell’iniziazione cristiana con modalità e linguaggi nuovi ripartendo dall’annuncio della fede, coinvolgendo i genitori con proposte adeguate e curando la formazione dei catechisti. È questo, in estrema sintesi, l’appello del cardinale vicario Agostino Vallini ai sacerdoti nell’incontro che oggi, lunedì 15 settembre, ha aperto il nuovo anno pastorale nella basilica di San Giovanni in Laterano (alle 19 il mandato ai catechisti sempre in basilica).
Nella tappa conclusiva del Convegno diocesano 2014, aperto in giugno dal Santo Padre, il cardinale delinea gli orientamenti pastorali sul tema “Comunità e famiglia nelle grandi tappe dell’iniziazione cristiana”, esprimendo soddisfazione per la grande partecipazione dei laici ai tredici laboratori seguiti all’intervento del Papa. «Ho sentito vibrare la Chiesa e la sua vocazione missionaria, una Chiesa viva».
Su un tema definito «decisivo per la Chiesa e per le persone», in un contesto culturale in cui non si può più «fare affidamento né su una rilevanza sociale della fede, né su un tessuto familiare cristiano diffuso», il cardinale Vallini – ripercorrendo i preziosi contributi pervenuti dai laboratori – sottolinea l’importanza di una Chiesa “madre” per rispondere a quella “orfananza” messa in luce da Francesco in apertura del Convegno. Con l’auspicio che la parrocchia sia «la casa dove i ragazzi sono i figli di famiglia in grado di vivere la fede a loro misura».
Il coinvolgimento dei genitori, osserva il vicario di Roma, è essenziale. A cominciare dall’accoglienza. «Non sia fredda e burocratica, ma piena di calore e incoraggiante», anche trasformando la prassi dell’iscrizione in una “festa di benvenuto”.
Centrale il ruolo dei catechisti, per i quali partono gli itinerari diocesani di formazione. «Dobbiamo puntare in alto, provocare le energie migliori», dice il vicario di Roma. «La qualità dei catechisti è proporzionale alla qualità di vita cristiana della comunità».
Servono nuovi linguaggi e modalità per accostarsi ai ragazzi che frequentano gli itinerari di preparazione all’Eucaristia e alla Confermazione. Itinerari, afferma il cardinale, che «non possono essere centrati soltanto sugli incontri settimanali di catechesi. Tanti ragazzi iniziano il cammino verso la Comunione non solo senza conoscere neanche il segno di croce o il Padre Nostro, ma soprattutto senza conoscere e amare Gesù».
Ciò che serve all’inizio, quindi, non è tanto una lezione di catechismo, «ma un incontro che provochi domande, apra all’ascolto di racconti di vita». Mostrando poi come la fede «trasformi e renda bella la vita», nella consapevolezza delle “domande grandi” che animano bambini e ragazzi.
Occorre «”sprecare” il tempo con i ragazzi – rimarca il cardinale Vallini – e aver cura di far sviluppare le relazioni tra di loro». Dando spazio alla creatività con proposte che vanno da visite a luoghi della fede e dell’arte cristiana a iniziative culturali in parrocchia. E favorendo l’accompagnamento spirituale personale con una guida qualificata. «Oggi c’è una ripresa della domanda, perché i ragazzi e i giovani non sanno più come orientarsi, scegliere, decidere, di chi fidarsi, come dare senso alle cose».
Impegnativa la sfida per la tappa della Confermazione, visto che molti bambini non ritornano in parrocchia dopo aver ricevuto la prima comunione. «Appare decisiva – come è stato messo in evidenza nei laboratori – un’esperienza forte di amicizia e di gruppo da farlo percepire come un cammino comune di vita».
Interessanti opportunità educative possono venire da alcuni ambienti di vita come la scuola e internet, ma anche dalle realtà caritative perché «i poveri hanno molto da insegnare». Un’attenzione speciale, esorta il cardinale, va riservata a bambini e ragazzi diversamente abili, e in questo potrà essere di aiuto l’apposita sezione aperta dall’Ufficio catechistico diocesano. (RomaSette)
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