Sancta Sedes

Il clamoroso allarme di Papa Francesco: Rischiamo una grande guerra mondiale per l’acqua

Al workshop sul “diritto umano all’acqua” nella Casina Pio IV: «Doloroso vedere paesi che negano tale diritto». E cita l’Onu: «Ogni giorno mille bambini muoiono per questo»
«Mi domando se in questa terza guerra mondiale a pezzi che stiamo vivendo non stiamo andando verso una gran guerra mondiale per l’acqua»: Papa Francesco è intervenuto al convegno sul «diritto umano all’acqua» organizzato ieri e oggi nella Casina Pio IV del Vaticano, sede delle Pontificie Accademie delle Scienze e delle Scienze sociali, introdotto dal cardinale brasiliano Claudio Hummes, sottolineando che è «doloroso» vedere paesi che con le loro legislazioni «negano» questo diritto e invitando a non dimenticare le cifre dell’Onu che certificano che «mille bambini muoiono ogni giorno a causa di malattie collegate all’acqua».

«È significativo che vi uniate per apportare le vostre conoscenze e i vostri mezzi al fine di dare una risposta a questa necessità e problematica che vive l’uomo di oggi», ha esordito Francesco, giunto alla Casina Pio IV poco prima delle 15.30, e seduto tra il cancelliere delle Accademie pontificie, il monsignore argentino Marcelo Sanchez Sorondo, e il cardinale Hummes, che peraltro era suo vicino anche al Conclave e gli suggerì, al momento dell’elezione, di non dimenticare i poveri, suggestione all’origine della scelta del nome Francesco.

 

«Come si legge nel libro della Genesi, l’acqua è al principio di tutte le cose, è “creatura utile, pura e umile” – ha proseguito il Papa della Laudato si’

, citando il Cantico delle creature di San Francesco – fonte della vita e della fecondità. Perciò la questione che trattate non è marginale, bensì fondamentale e molto urgente. Fondamentale perché dove c’è acqua c’è vita, e allora la società può sorgere e progredire. Ed è urgente perché la nostra casa comune ha bisogno di protezione e, inoltre, che si comprenda che non tutta l’acqua è vita: solo l’acqua sicura e di qualità. Proseguendo con la figura di San Francesco, l’acqua “pura” (casta nella composizione francescana e nelle parole in spagnolo del Papa, ndr) non contaminata».

 

«Ogni persona ha diritto all’accesso all’acqua potabile e sicura; è un diritto umano essenziale e – ha aggiunto il Papa, citando sia la propria enciclica ecologica sia la Caritas in veritate di Benedetto XVI – una delle questioni cruciali nel mondo attuale. È doloroso vedere quando la legislazione di un paese o di un gruppo di paesi non considerano l’acqua come un diritto umano, quando addirittura si nega questo diritto umano. È un problema che riguarda tutti e fa sì che la nostra casa comune sopporti tanta miseria e reclami soluzioni effettive, davvero capaci di superare gli egoismi che impediscono l’attuazione di questo diritto vitale per tutti gli esseri umani. È necessario attribuire all’acqua la centralità che merita nell’ambito delle politiche pubbliche. Il nostro diritto all’acqua è anche un dovere con l’acqua. Dal diritto che abbiamo ad essa deriva un obbligo che gli è collegato e non si può separare. È imprescindibile annunciare questo diritto umano essenziale e difenderlo – come si sta facendo – ma anche agire in modo concreto, assicurando un impegno politico e giuridico con l’acqua».



Ogni Stato, ha detto il Papa, è chiamato a mettere in pratica le risoluzioni delle Nazioni Unite del 2010 sul diritto umano all’acqua potabile e all’igiene. Jorge Mario Bergoglio ha sottolineato, inoltre, che «ogni attore non statale deve assumersi le proprie responsabilità verso questo diritto. Il diritto all’acqua è determinante per la sopravvivenza delle persone e decide il futuro dell’umanità. È prioritario anche educare le prossime generazioni circa la gravità di questa realtà. La formazione della coscienza è un compito difficile; richiede convinzione e dedizione. Io mi domando – ha rimarcato il Papa – se in questa terza guerra mondiale a pezzi che stiamo vivendo non stiamo andando verso una grande guerra mondiale per l’acqua

».

 

«Le cifre che le Nazioni Unite – ha detto ancora il Pontefice argentino – rivelano sono sconvolgenti e non ci possono lasciare indifferenti: mille bambini muoiono ogni giorno a causa di malattie collegate all’acqua; milioni di persone consumano acqua inquinata. Si tratta di dati molto gravi, si deve frenare e invertire questa situazione. Non è tardi, ma è urgente prendere coscienza del bisogno di acqua e del suo valore essenziale per il bene dell’umanità. Il rispetto dell’acqua è condizione per l’esercizio degli altri diritti umani. Se rispetteremo questo diritto come fondamentale, staremo ponendo le basi per proteggere gli altri diritti. Ma se violeremo questo diritto essenziale, come potremo vegliare sugli altri e lottare per loro?».

 

Francesco ha citato la necessità di una «cultura della cura», sottolineando: «Sembra una cosa poetica… bene, la creazione è una poiesis». È necessario inoltre, per il Papa, «una cultura dell’incontro, in cui si uniscano in una causa comune tutte le forze necessarie di scienziati e imprenditori, governanti e politici. Una cultura dell’incontro per curare l’acqua, questa è poesia, come la creazione». Insomma, «occorre unire tutte le nostre voci in una stessa causa, non saranno più voci individuali o isolate, ma il grido del fratello che reclama per mezzo di noi, è il grido della terra che chiede il rispetto e la condivisione responsabile di un bene, che è di tutti. In questa cultura dell’incontro, è imprescindibile l’azione di ogni Stato come garante dell’accesso universale all’acqua sicura e di qualità. Dio Creatore non ci abbandona in questo lavoro per dare a tutti e a ognuno accesso all’acqua potabile e sicura. Ma il lavoro è nostro, la responsabilità è nostra».

 

Quello per l’acqua, ha concluso il Papa, «è un ideale per il quale vale la pena lottare e lavorare. Con il nostro “poco” contribuiremo a far sì che la nostra casa comune sia più abitabile, più solidale, più equa, una casa dove nessuno venga scartato né escluso, ma dove tutti godiamo dei beni necessari per vivere e crescere in dignità. E non dimentichiamo le cifre delle Nazioni Unite: ogni giorno mille bambini muoiono per infermità relative all’acqua».

 

Il Papa, che aveva sottolineato l’importanza dell’acqua anche all’udienza generale di ieri , è stato introdotto dal cardinale Hummes, che, citando sempre il Cantico delle creature del poverello di Assisi, ha sottolineato che «l’attuale crisi idrica, in tutta sua attualità gravità e urgenza, fa parte della globale crisi climatica e socio-ambientale» e che il seminario vaticano ha affrontato temi come «l’alterazione del ciclo dell’acqua nel pianeta, la contaminazione delle acque, il grave e devastante effetto della deforestazione sull’acqua, la conseguente scarsezza dell’acqua, la crescente difficoltà dei poveri ad avere accesso all’acqua e in particolare all’acqua potabile». Tra le questioni affrontate al workshop, anche la specifica situazione dell’Amazzonia, ha detto il porporato brasiliano, che ha ringraziato il Papa anche per la «storica e magisteriale» enciclica Laudato si’ nonché per il suo sostegno al recente accordo climatico della Cop21 a Parigi.




di Iacopo Scaramuzzi per Vatican Insider

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