Le pagine dei quotidiani cattolici e non, sono impegnate a cercare il successore di Benedetto XVI, indicando priorità, tracciando profili, esaminando ogni parola dei Cardinali per poter scorgere l’orientamento che porterà i votanti all’elezione del nuovo “dolce Cristo in terra”. Ogni tanto viene fuori qualche polemica organizzata da gruppi cattolici supportati dalle organizzazioni contro la pedofilia, i quali -come stà avvenendo in queste ora in America-, chiedono all’Arcivescovo emerito di Los Angeles, di non partecipare all’elezione a causa dei suoi trascorsi nella lotta contro le violenze sui minori. Si invoca una parola del Pontefice rinunciatario, affinchè metta un punto definitivo alla questione. Insomma, in giro troviamo migliaia di “pontefici”, i quali sanno con certezza come si dovrebbe governare la Chiesa. La decisione di non entrare in conclave è personale. Non può essere codificata da nessuna norma. Appartiene alla scelta coscienziosa del singolo. Certamente le circostanze dovrebbero consigliare un profilo penitente, umile, capace di scelte coraggiose per il bene della comunità cristiana.
I peccati sociali commessi dai ministri del Signore, hanno delle conseguenze non indifferenti nella vita ecclesiale ed umana. Tante volte trattiamo le cose di Dio con categorie sociali, umane, finite. Ciò che avviene dentro il conclave non è una riunione politica, dove si elegge un leader secondo le preferenze degli schieramenti. Per la fede è il momento in cui lo Spirito del Signore indica per vie misteriose agli elettori il prescelto per il bene della Chiesa. I pronostici, le scommesse, sono inutili. L’atteggiamento dei credenti deve essere indirizzato al silenzio, all’accompagnamento penitenziale, all’ascolto della Parola di Dio. Riecheggia sul web una domanda: “Chi sarà il nuovo Papa?”. Scorrono sull’argomento chilometri di parole vuote, sterili, senza significato.
La moda odierna spinge a dire ciò che gli altri devono fare più che impegnarsi a cambiare per primi. Tanti sono interessati non alla sostanza, ma alla forma. La curiosità di sapere “chi sarà”, quando il conclave sarà terminato, si spegnerà. Non si occuperanno delle parole del Papa, anzi troveranno pretesti per contestare, criticare, attaccare. Il nuovo Pastore non sarà in linea con ciò che il mondo vuole per la Chiesa. Dunque, resteranno delusi. Accuseranno il successore di Pietro di essere retrogrado, sordo, lontano dalla gente… E’ un copione ormai conosciuto. La storia della Chiesa continuerà. Il Signore non abbandonerà mai i suoi figli. Le tempeste, le difficoltà, le avversità, gli attacchi mediatici senza sosta, possono sembrare un ostacolo per il regno di Dio. Non è così. Tutto ciò che avviene è segno di purificazione feconda. Nel mondo cattolico, si teme di abbandonare la quantità. Fino a quando non cesserà la paura di essere “piccolo gregge”, non ci potrà essere riscatto. La qualità della vita cristiana deve coincidere con l’annuncio bello di una notizia gioiosa capace di cambiare il cuore e il corso della storia. La profezia finale non sarà la morte ma la vita, la vittoria di Dio sul male. E’ il compito di ogni Pontefice, è l’impegno di ogni uomo toccato dalla grazia del Signore. a cura di Ornella Felici
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