Maria fu una vera missionaria perché non ebbe paura di essere
l’ancella del Signore. Si affrettò a tra-sformare la sua splendida
umiltà in un vivente atto di amore, a compiere per Elisabetta il
lavoro di una serva. Noi sappiamo cosa produsse questa umiltà
nel bimbo che ancora doveva nascere: « Egli esultò di gioia nel
grembo di sua madre »; il primo essere umano a riconoscere la
venuta del Cristo; e in conseguenza la Madre del Signore cantò
con gioia, gratitudine e spirito di lode l’inno del Magnificat.
Ricordati, o piissima Vergine Maria,
che non si è mai udito
che qualcuno sia ricorso alla tua protezione,
abbia implorato il tuo patrocinio
e domandato il tuo aiuto,
e sia rimasto abbandonato.
Sostenuto da questa fiducia,
mi rivolgo a te, Madre, Vergine delle vergini.
Vengo a te, con le lacrime agli occhi,
colpevole di tanti peccati,
mi prostro ai tuoi piedi e domando pietà.
Non disprezzare la mia supplica,
o Madre del verbo,
ma benigna ascoltami ed esaudiscimi.
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