Italiae et Ecclesia

Il Convento di San Domenico: in attesa della visita di Papa Francesco del 1° ottobre

Quando san Domenico prese la decisione di mandare i suoi frati a Bologna, nei primi mesi del 1218, aveva in testa un progetto preciso. Pensava allo Studium (l’università) che stava nascendo all’ombra delle torri della città medievale, ai maestri e agli studenti che vi stavano confluendo da tutta l’Europa.

A Bologna, così come a Parigi, non potevano mancare i frati predicatori e filosofi, da sempre attenti al mondo della conoscenza e del sapere. Da allora sono passati 800 anni e i rapporti tra la comunità domenicana e l’Università di Bologna, l’Alma Mater, sono rimasti stretti. Tra l’altro presso il convento ha sede lo Studio teologico domenicano, oggi dipartimento della Facoltà di teologia dell’Emilia Romagna, e lo Studio di filosofia aperto ai laici, con diversi corsi riconosciuti dall’Università. E poi c’è il Centro San Domenico, che dagli anni Settanta si è confermato un polo culturale di rilievo e che Giovanni Paolo II definì «una provvida istituzione culturale, presenza viva e testimonianza cristiana nella città e nella diocesi di Bologna, lodevolmente disponibile anche all’ascolto di altre voci, in uno spirito di dialogo collettivo».
Tutto questo spiega perché papa Francesco verrà proprio qui, durante la visita pastorale del 1° ottobre, per incontrare il mondo universitario bolognese, nella grande piazza su cui sorgono la basilica dedicata al santo e il convento che oggi ospita una cinquantina di frati.
POLO DEL SAPERE CRISTIANO
«È vero, la scelta di questo luogo sottolinea una verità storica importante e soprattutto il contributo che la comunità domenicana diede alla crescita dell’Università di Bologna», spiega fra Davide Pedone, priore del convento di San Domenico.
In un primo momento i frati predicatori e lo stesso Domenico si stabilirono in una chiesa allora «di periferia», la chiesa di santa Maria della Purificazione detta della Mascarella, ma già l’anno successivo si trasferirono qui, nel cuore pulsante cittadino, dove a quel tempo sorgeva il piccolo convento di San Nicolò delle Vigne. Subito cominciarono i lavori di costruzione della nuova basilica e dell’attuale convento, dove poi si tenne il primo capitolo dell’Ordine, mentre la comunità domenicana diventava un punto di attrazione per lo Studium. Allora l’Università non aveva ancora una sede, i maestri tenevano le loro lezioni nelle piazze cittadine, compresa la piazza antistante la basilica dove oggi si possono ammirare le arche di due famosi maestri bolognesi, il glossatore Rolandino de’ Passeggeri ed Egidio Foscherari.
I domenicani concessero uno spazio per gli incontri degli studenti e Domenico chiamò a Bologna un campione assoluto di dottrina ed eloquenza come Reginaldo di Orléans, considerato «il nuovo Elia», un maestro di teologia della Sorbona di Parigi che aveva appena indossato il saio. Poi Domenico morì proprio a Bologna, il 6 agosto del 1221, di ritorno da uno dei suoi viaggi, e fu sepolto sotto il coro antico, per suo stesso volere, «sotto i piedi dei suoi frati».
LA SANTITÀ DI DOMENICO
«Forse proprio a causa del riserbo del suo Ordine, Domenico non fu acclamato santo subito, come accadeva sovente nel Medioevo», continua il priore, «trascorsero dodici anni di assoluto silenzio fino alla traslazione dei resti, nel 1233». Quando la cassa fu aperta ne uscì un profumo meraviglioso, cui seguirono miracoli e conversioni. L’anno successivo fu fatto santo da Gregorio IX, mentre i frati commissionavano i lavori del nuovo sepolcro a Nicola Pisano, un capolavoro che fu poi completato da Nicolò da Bari detto appunto Nicolò dell’Arca, oggi conservato nell’imponente cappella di San Domenico.
La basilica, ampliata nei secoli con le cappelle donate dalle famiglie bolognesi, è ricca di tesori artistici. La facciata a capanna ha conservato l’originaria sobrietà romanica dopo i restauri dell’architetto Rubbiani, fiancheggiata a sinistra dalla cappella Ghisilardi, aggiunta nel 1500 su disegno di Baldassarre Peruzzi, e a destra dal convento. L’imponenza dell’interno, a tre navate, invece è dovuta al rimaneggiamento barocco. Le cappelle laterali sono abbellite dai contributi di grandi artisti, a cominciare da Guido Reni, cui si deve l’affresco del catino absidale della cappella di San Domenico. Il «divino Guido» è anche l’autore di alcune delle formelle raffiguranti i Misteri del Rosario nell’omonima cappella, insieme ad artisti come Lavinia Fontana, Domenichino, Ludovico Carracci.
SCRIGNO D’ARTE
Nella cappella di San Michele, che si apre alla destra del transetto, alle spalle dell’altare marmoreo, è conservato il magnifico crocifisso ligneo di Nicola Pisano. Sempre dietro l’altare, nell’abside, si trova il monumentale coro ligneo intarsiato, opera preziosa di fra Damiano da Bergamo, con scene dal Vecchio e dal Nuovo Testamento, mentre nella cappellina Casali, a destra dell’altare maggiore, è conservato Il matrimonio mistico di santa Caterina, capolavoro di Filippino Lippi, e nel transetto destro il San Tommaso d’Aquino del Guercino.
Sempre nella cappella del Rosario si trova l’organo su cui Wolfang Amadeus Mozart studiò nel periodo in cui a Bologna fu allievo del padre francescano Giovanni Battista Martini per sostenere l’esame per l’aggregazione all’Accademia filarmonica. Il prezioso strumento ha una tastiera di 45 tasti con prima ottava scavezza e pedaliera di 18 pedali, anch’essa con prima ottava scavezza, ed è composto da 10 registri.
IN ATTESA DELLA VISITA DI PAPA FRANCESCO
Alle 15.30 del 1° ottobre papa Bergoglio varcherà la soglia della basilica di San Domenico per incontrare i frati. Subito dopo, nella piazza dove si staglia la statua del santo, terrà il suo discorso agli universitari dell’Alma Mater e sarà insignito del Sigillum magnum, massima onorificenza dell’ateneo. Prima però si raccoglierà in preghiera davanti all’Arca che contiene le spoglie del fondatore dell’ordine dei Predicatori. La visita di Francesco in Emilia Romagna (che presenteremo nel dettaglio sul prossimo numero) prevede una prima tappa a Cesena, patria di papa Pio VI. Poi Francesco andrà a Bologna dove avrà un incontro con il mondo del lavoro, saluterà i parenti delle vittime della strage della stazione (2 agosto 1980), reciterà l’Angelus in piazza Maggiore, pranzerà con i poveri e concluderà la giornata con la Messa allo stadio Dall’Ara.




L’ARCA DI SAN DOMENICO
San Domenico di Guzmán, nato in Spagna nel 1170, fondò l’Ordine dei frati predicatori (detti Domenicani) dedito alla predicazione itinerante, allo studio e all’evangelizzazione del mondo della cultura. La sua opera avvenne negli stessi anni di quella di san Francesco d’Assisi. I due santi contribuirono notevolmente al rinnovamento della Chiesa. Domenico morì a Bologna nel 1221 ed è sepolto nella basilica nella celebre Arca. L’opera è frutto di molteplici contributi di artisti che vi hanno lavorato dal XIII al XVIII secolo. Il sarcofago fu commissionato a Nicola Pisano che lo portò a termine nel 1267 col contributo di diversi allievi, tra cui Arnolfo di Cambio. Più o meno due secoli dopo Nicolò da Bari detto poi Nicolò dell’Arca eseguì le decorazioni della cimasa, mentre l’angelo di sinistra e due delle statue, San Petronio e San Procolo, sono attribuite a un giovanissimo Michelangelo.
ORGANIZZARE LA VISITA
La basilica di San Domenico, con annesso convento, si trova nel cuore del centro storico di Bologna, a pochi passi dalla centralissima via Farini e da Piazza Maggiore. L’ingresso per i visitatori è libero. Messe festive alle 9; 10.30; 18; 22. Il sabato Messa alle 18. Messe feriali: 7.30; 12.30; 19. Per rispettare l’orario delle celebrazioni e della preghiera consultare il sito www.conventosandomenico.org. Tel. 051/64.00.411.
VISITE GUIDATE
Per approfondire la storia della comunità e la conoscenza dei tesori artistici si può usufruire delle visite guidate (da ottobre, il sabato, alle 10.30 o 15.30). La visita si estende anche ai luoghi di interesse del convento, dalla biblioteca all’appartamento dell’inquisitore (progettato dal “Terribilia”, Antonio Morandi) e alla cella di san Domenico.
IL CENTRO SAN DOMENICO
Per le attività del Centro San Domenico consultare invece il sito www.centrosandomenico.it. Tel 051/58.17.18.




Fonte credere.it/Testo di Simonetta Pagnotti

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