Seguita fino a sotto casa, picchiata, minacciata con un coltello mentre era ancora a bordo delle sua automobile. E’ accaduto sabato sera nel rione palermitano di Guadagna a suor Anna Alonzo, missionaria impegnata nel recupero di minori e donne vittime della tratta. Negli ultimi mesi il Centro Arcobaleno 3P, presidio di legalità e non violenza, dedicato alla memoria del Beato Padre Pino Puglisi e fondato dalla religiosa, è stato saccheggiato e vandalizzato.
Al microfono di Paolo Ondarza della Radio Vaticana, suor Anna ha raccontato l’aggressione fisica subita:
R. – Due ragazzi sui 28-30 anni mi hanno aspettato sotto casa… Stavo uscendo dalla macchina, hanno tentato di aprire lo sportello destro della macchina, ma è una vecchia Panda e lo sportello si apre solo da dentro… Uno dei due non c’è riuscito e quindi ha girato dall’altra parte; intanto c’era l’altro che mi minacciava con un coltello e mi dava legnate in maniera pazzesca, perché voleva i soldi e gridava: “I soldi!, I soldi! I soldi!”. Io non glieli ho dati, ovviamente. Istintivamente ho resistito e dopo una decina di minuti se ne sono andati… Posso raccontarle questa cosa? Nella mia macchina, sul cruscotto, c’è attaccata una foto grande di padre Puglisi, con cui ho lavorato circa 10 anni; io ero piegata dentro la macchina, perché non ero riuscita ad uscire, e mentre quest’uomo mi picchiava ho visto la faccia di padre Puglisi accanto alla mia faccia… Subito dopo queste persone se ne sono andate e non mi hanno più chiesto i soldi. Ora non so cosa sia successo, non voglio interpretare in maniera particolare, ma indubbiamente padre Puglisi è presente nella mia vita e nella vita del mio centro, che ci si chiama “Arcobaleno 3P – Padre Pino Puglisi”.
D. – “Centro Arcobaleno 3P” che è stato oggetto, anch’esso, di violazioni…
R. – E’ stato soggetto di furto: hanno spaccato tutte le porte, hanno scritto “acab” dappertutto… “Acab” è l’acronimo che dice che la polizia fa schifo..
D. – Perché la vostra attività dà tanto fastidio?
R. – Io non ho alcuna indicazione che mi faccia pensare che la mia aggressione sia legata alla mia attività. Io sono impegnata in tanti progetti, lavoro anche con i senza fissa dimora per strada, contro la tratta in particolare delle nigeriane…
D. – Dunque se non è sicura che l’atto di violenza che lei ha subito sia riconducibile alla sua attività, però diciamo che il danneggiamento che è stato fatto al “Centro Arcobaleno 3P” si può spiegare in questi termini…
R. – Hanno rubato tutta la roba del Banco Alimentare: zucchero, latte, lattine, tutto quello che poteva essere rubato… Rubato tutto, spaccato tutto, spaccate tutte le porte, le cancellate… Hanno fatto danni per 2 mila euro. L’unico dubbio che io posso avere è che io ho chiamato un operaio che è fuori zona… Non vorrei aver scatenato le ire della gente del quartiere. Guardi, sono ipotesi, spero che non sia così … spero solo che siano delle persone che hanno fame e che cercano della roba da mangiare.
D. – Guadagna è un quartiere difficile, ce ne vuole parlare?
R. – E’ attaccato a Brancaccio, che è il quartiere di padre Puglisi. Solo che di Guadagna non si parla! Faccio un esempio: non entra un extracomunitario, non c’è una persona di colore in giro… Proprio non esiste! Eppure a 500 metri, vicino alla stazione, è tutto pieno di extracomunitari… Come è possibile? Ho chiesto in giro e mi hanno risposto: “No, no! Non affittiamo niente a questi, perché poi combinano pasticci e viene la Polizia e noi la Polizia non la vogliamo!”. Non so se è chiaro il concetto… Voglio dire: chi ha occhi, vede che c’è marijuana in tutte le terrazze; chi ha occhi, vede che c’è spaccio continuo da tutte le parti, giorno e notte. Utilizzano i bambini per portare da un posto all’altro della zona la “roba” che fornisce il denaro per sopravvivere a queste persone… Molti papà sono in carcere; le mamme lavorano come possono per garantire alla famiglia di poter vivere; i bambini sono abbandonati a se stessi… Prima che ci fosse il “Centro Arcobaleno” i ragazzi, anche fino a mezzanotte-l’una, erano per strada a giocare a palla, adesso sono in un posto pulito.
D. – Voi avete 200 minori nel vostro centro…
R. – Sì, circa. Nel pomeriggio dovrebbero prima fare i compiti, teoricamente… Ma poi mi dicono sempre: “Non mi lascia compiti la maestra!”. Ma non è vero! Ho regalato un diario a ciascuno: ma non li scrivono i compiti! Vanno a scuola un giorno sì e un giorno no; oppure arrivano al centro di pomeriggio e dicono: “Ho fame! Ho fame! Non ha un biscotto?”; “Ma non sei andato a casa a mangiare?”; “No! Mia madre non c’era. Non c’era nessuno!”…
D. – Certo, il “Centro Arcobaleno 3P” è un segno di contraddizione forte a Guadagna…
R. – La mattina ci sono circa 80-90 donne che fanno decoupage, laboratori artigianali, corsi di cucina, palestra, pilates, ginnastica dolce… Adesso anche laboratorio di informatica, perché non sanno usare il computer. Mi hanno regalato 9 computer, che aveva buttato un assessorato regionale…
D. – Suor Anna, come ha reagito la città alla sua aggressione?
R. – Io sicuramente non ne ho parlato… Ma si vede che i miei amici lo hanno raccontato su Facebook e da ieri non ha fatto altro che squillare il mio telefono. Io non so più cosa fare… Penso che adesso il telefono lo spegnerò per sempre…
D. – Prima di spegnerlo, c’è un appello che vuole levare dai nostri microfoni?
R. – Sì. Per favore, che mi facciano il comodato d’uso regolare per questi locali che io ho occupato ben 4 anni fa, visto che abbiamo speso circa 80 mila euro per metterlo in ordine. Non c’erano le porte, non c’erano le finestre, non c’erano i vetri, non c’erano i bagni, non c’erano i rubinetti… Era assolutamente abbandonato. Era pieno di cacca, di siringhe, di preservativi e con scritte oscene su tutti i muri. Io aspetto da 4 anni di avere una regolarizzazione… Perché devono fare ostruzionismo? Il “Centro Arcobaleno 3P” non chiude! Prima devono passare 500 volte sul mio cadavere…
di Paolo Ondarza per la Radio Vaticana
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