Si è spento ieri sera in Polonia, poco prima della mezzanotte, mons. Zygmunt Zimowski, presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per gli Operatori Sanitari: aveva 67 anni. Era malato da tempo.
Nato a Kupienin, in Polonia, il 7 aprile 1949, mons. Zimowski era stato ordinato sacerdote il 25 maggio 1973. San Giovanni Paolo II lo nomina vescovo della Diocesi polacca di Radom il 28 marzo 2002. Viene consacrato il 25 maggio dall’allora cardinale Joseph Ratzinger, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede.
Papa Benedetto XVI nel 2009 lo nomina presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per gli Operatori Sanitari, conferendogli la dignità arcivescovile. Nel dicembre 2014, mons. Zimowski viene ricoverato a Varsavia per un cancro al pancreas. L’anno successivo torna a lavorare in Vaticano.
In una intervista rilasciata a Giada Aquilino nel novembre dell’anno scorso in occasione della 30.ma Conferenza internazionale promossa in Vaticano dal Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari sul tema “La cultura della salus e dell’accoglienza al servizio dell’uomo e del pianeta”, mons. Zimowski spiegava il senso dell’evento:
“Vorrei sottolineare che nel titolo abbiamo inserito una parola tanto cara a Papa Francesco e cioè ‘accoglienza’. L’accoglienza è molto importante: accoglienza dei poveri, degli abbandonati, dei malati. Il ‘chinarsi’ verso la persona sofferente, il malato, è non a caso una delle missioni, delle massime espressioni della virtù della misericordia, della quale ogni operatore sanitario – che mette la propria coscienza e la propria interiorità spirituale al servizio dell’infermo e dell’emarginato – ha imparato a comprendere il significato”.
A fare da sfondo all’appuntamento l’Enciclica Evangelium Vitae di San Giovanni Paolo II. Queste le parole di mons. Zimowski:
“Durante il suo Pontificato, accennava spesso alle drammatiche minacce contro la vita, che – sono le sue parole – sono ‘programmate in maniera scientifica e sistematica’. E’ una oggettiva ‘congiura contro la vita’. Il Papa, in questo documento, parla della ‘cultura della vita’ contro la ‘civiltà della morte’. Allora vogliamo, anche in questa occasione, ricordare questo documento molto importante, perché le minacce alla vita oggi sono anche cresciute”.
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