Il grande e famoso critico d’arte Vittorio Sgarbi, durante una puntata esclusiva di Testimonianze di Fede, ha affrontato il tema del crocifisso nelle scuole, argomento di ampio dibattito in vari salotti della televisione italiana. Sgarbi si è opposto fermamente per quando riguarda la proposta di togliere il crocifisso nelle scuole!
A seguire l’intervista.
Per quale motivo si è opposto alla proposta di togliere il crocifisso nelle scuole, per una questione di fede o di cultura?
L’ho fatto per una questione di rispetto delle regole. Noi siamo un paese che ha una religione e tale religione ha informato la nostra vita civile e politica, vi è stato un partito per lungo tempo si è chiamato e si chiama tutt’ora “Democrazia Cristiana”, per cui il crocifisso in una classe, rappresenta il simbolo di una civiltà che ha espresso (non soltanto uomini grandi nella fede come San Francesco) ma anche personalità della letteratura e dell’arte come Michelangelo, Raffaello, Manzoni e molti altri.
Non vedo nessun buon motivo per il quale dobbiamo corrispondere alle richieste di qualche balordo, che pensa che il Cristo non sia un valore universale, quindi ritengo che l’eliminazione del Cristo dalle aule è una forma di autolesionismo che qualcuno possa avere.
Lei non pensa che questa proposta di togliere il crocifisso dalle scuole, possa portare a togliere le nostre radici cristiane?
Questo era stato fatto nella consulta che si era occupata della Costituzione Europea, perché come ben sappiamo, aveva eliminato un preambolo della radice cristiana.
Questa è stata un’altra follia! Le radici cristiane sono talmente evidenti per cui è davvero da ignoranti eliminare il Crocifisso nelle scuole! Sarebbe come fare un insulto alla cultura e alla storia dell’arte.
Il crocifisso rappresenta un uomo che è morto sulla Croce, anche chi non crede non può non condividere il fatto che quest’uomo ha patito una sofferenza.
Lei ha parlato tanto del Crocifisso di Francis Bacon. Cosa rappresenta?
Francis Bacon ha fatto un trittico religioso in cui è evidentissima la sofferenza dell’uomo, ed è un quadro che appartiene alla nostra civiltà contemporanea. Cristo sulla croce, non ha fatto vedere la maestosità di Dio ma la sua sofferenza, la sua umiliazione . L’umanità di Cristo corrisponde alla sofferenza dell’uomo.
Quanto conta la fede nella sua vita?
Nella mia vita la Fede non conta nulla perché mi occupo di ragione. Come diceva Pascal “La Fede interviene quando la ragione non comprende”. La Fede spesso è una forma di suggestione, emozione ed emotività, se uno crede fortemente che Dio esiste è anche una forma di consolazione che c’è qualcuno che ti protegge dall’alto. Io non chiedo nè aiuto e né perdono a Cristo. Do per scontato che il Suo aiuto è stato determinante sulla base di valori razionali e non di fede. Per me lui è stato un uomo che ha fatto tanto bene ma non lo credo Dio. Cristo per me è stato un uomo che ha restituito all’uomo l’amore. La nostra Fede è legata alla libertà, se ce l’hai bene se non ce l’hai pazienza nessuno ti condanna.
Intervista realizzata da Rita Sberna