R. – Il Natale è sempre un momento molto intenso e, anche, soprattutto per chi deve preparare le cerimonie, un po’ frenetico! Al di là di questo, è un momento sicuramente importante, di preghiera, dove ci si ritrova con tutta la popolazione della Terra Santa, con tanti pellegrini, in solidarietà soprattutto con i nostri fratelli cristiani del Medio Oriente. L’atmosfera è quella di sempre: di grande gioia, di molto movimento. Non ci sono tantissimi pellegrini, ma c’è tantissima gente, che è venuta da tutte le parti del Paese.
D. – C’è qualche segno particolare, qualche aneddoto, qualche storia che può dirci, che l’ha colpita in questi giorni?
R. – Mi ha colpito vedere i bambini delle parrocchie, delle diverse parrocchie di Betlemme, che hanno voluto regalare in maniera simbolica – perché credo che tecnicamente non sia possibile – i loro giocattoli, i regali di Natale, che i bambini ricevono, ai loro fratelli di Siria. Questo è un gesto molto bello, tra poveri, perché i bambini di Betlemme non sono sicuramente i più ricchi, ed è un segno di solidarietà molto bello.
D. – Questo è anche il primo Natale di Papa Francesco e sappiamo che c’è una grande aspettativa, per questo programmato viaggio del Santo Padre in Terra Santa, il prossimo anno. Come si guarda a Papa Francesco in Terra Santa?
R. – Papa Francesco, che qui è molto popolare, è atteso, e nei discorsi di auguri, che si fanno tra le diverse istituzioni, il suo nome è risuonato molto spesso. L’attesa è già frenetica, ed anche la gioia di avere qui Papa Francesco è molto bella.
D. – Che augurio si sente di fare dalla terra di Gesù ai cristiani di tutto il mondo?
R. – Il messaggio di Natale è sempre lo stesso, è quello che ci dice anche il Vangelo: Dio, ci ha salvato nella persona di Gesù, non attraverso un gesto di forza, ma nel segno di ciò che è più lontano dalla forza della violenza, cioè la carne di un bambino. Il mio augurio è che quell’amore debole, che ha salvato il mondo, diventi anche il segno della testimonianza di tutti i cristiani in tutto il mondo.
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