«Ignoranza e superbia sono autostrade per il diavolo. Il Maligno si insinua, e ha gioco facile, nel relativismo di oggi». Lo dice padre Paolo Carlin, il frate cappuccino esorcista per le diocesi di Ravenna e Faenza. Il religioso, romano con origini veneziane, è autore del volume edito con la San Paolo De cura obsessis uscito nel maggio scorso, titolo latino che in italiano si può tradurre «La cura dei posseduti».
«Un libro utile», lo ha definito l’arcivescovo emerito di Ravenna-Cervia, monsignor Giuseppe Verucchi, nella prefazione. Utile «per sacerdoti, educatori, genitori e per quanti desiderano avere un aiuto nell’affrontare problemi causati dal diavolo, capire la sua esistenza e la sua azione».
Padre Carlin è portavoce dell’Associazione internazionale esorcisti, l’organizzazione fondata da don Gabriele Amorth per sensibilizzare l’intera chiesa sulla necessità di preti che esercitino questo tipo particolare di ministero. Dal quale padre Paolo non si tira indietro, visto che ascolta almeno 8-900 persone all’anno. Con lui cerchiamo di approfondire una materia a tratti inquietante.
Padre, quante di queste persone, davvero tante, ritrovano la strada maestra?
«Tutte ritrovano Dio, se lo scelgono. È solo questione di tempo. Un tempo che stabilisce il Signore. Tutti tornano al lavoro con serenità, rivedono amici, riscoprono la pace in famiglia e la concentrazione nello studio. Gesù, con la sua luce di risurrezione, squarcia le tenebre del Maligno. Basta rimetterlo al centro della propria vita, nei pensieri, nei sentimenti, nei comportamenti, e tornano pace e salute».
Ma padre, mi dica la verità, il diavolo esiste davvero?
«Esiste, eccome. Combattiamo un chi e non un cosa. L’inganno vero di Satana è farci credere che lui e il male non esistono. Invece è lui l’origine del male. Il male, la sofferenza e la morte non sono stati dati da Dio. Dio è il Dio della vita. Gesù combatte un essere spirituale e incorporeo, un angelo ribelle, cattivo, perverso e pervertitore, che ha la pretesa di opporsi a Dio perché ha scelto il peccato di superbia: credersi come Dio e in grado di poter scegliere il bene e il male di testa propria. Ma solo Dio è infallibile».
Quali sembianze assume il diavolo?
«Quelle dei nostri desideri, bisogni, progetti, aspirazioni, sentimenti. Lui li perverte. Ed è diabolico in questo. L’uomo sedotto da lui diventa causa del male».
Come ci si accorge che il diavolo si insinua in noi?
«Quando incentro tutto su me stesso, sul mio egoismo e non mi confronto con Dio. Decido io se è bene o male. Non mi metto in discussione, in verifica con Dio. L’inganno di Satana è questo: che ogni cosa che voglio e desidero sia bene. Ma non è così. Tutto ciò che penso, sento, desidero senza una verifica con la Verità che risiede solo in Dio, unico essere perfetto e perfezionatore, può rappresentare un inganno di Satana».
Quali sono i segnali, i sintomi?
«Tutto ciò che non rientra nella volontà di Dio è male. Il criterio di riferimento è Dio. Mi accorgo dell’azione di Satana quando ci sono scatti d’ira improvvisi e immotivati, sogni ricorrenti e premonitori, problemi di salute, di lavoro, negli affetti e non si trovano spiegazioni plausibili. Sono realtà sospette. Satana non attacca quelli che hanno l’io al centro dei loro pensieri, sentimenti e comportamenti. Quelli sono già suoi nella superbia. Si dice: “alle persone cattive va tutto bene”. Sembra che vada tutto bene, aggiungo io. Quando invece faccio una verifica, è lì che il diavolo (che significa “colui che divide”) agisce. Attacca i consacrati, i sacerdoti, le famiglie numerose, ognuno. Il diavolo si insinua e corrompe, influenza gli indecisi. La lotta è impari perché lui è un angelo. Se uno sta da solo, senza Gesù, perde di certo e avrà sofferenza in questa terra e rischia la dannazione eterna. Purtroppo molti non si rendono conto di quel che accade perché vittime di una pseudo-cultura che afferma: “Il male e Satana non esistono”».
Che fare, allora?
«Consiglio di fare ordine nella propria vita, umana e spirituale, con l’aiuto di un sacerdote. Alla luce di Dio si devono verificare scelte, sentimenti, pensieri, azioni. Sul piano spirituale devo usare gli strumenti che Dio mi ha dato per allontanare l’inganno e le tentazioni».
In che modo?
«Ogni giorno Dio ci chiama a un’alleanza con lui. Un’alleanza che si mantiene frequentando l’alleato. Ci vogliono, quindi, ascolto, dialogo e incontro con il Signore. Vangelo, preghiera e sacramenti. E poi occorre rispondere a questa domanda fondamentale: la mia vita è un rapporto personale con Gesù o è solo una pratica religiosa? Infatti il cristiano è colui che segue Cristo, vive con lui. Gesù ci dice come vivere, non cosa fare. Gli stessi Comandamenti sono uno stile di vita preciso, non sono delle regole. Al centro è posto Dio. Ma se si salta il primo Comandamento, rimangono solo delle regole».
Si può resistere a Satana?
«Satana è l’origine del male. È potente, ma non onnipotente. È potente in quanto angelo, ma è uno che ha perso. Dio non permette che Satana ci tocchi. Satana non può nulla se non c’è il peccato, la porta attraverso cui passa per pervertire la nostra vita. È l’uomo che si fa sedurre da Satana. La tentazione non è peccato. I santi hanno saputo resistere. L’uomo sedotto cade nella trappola del Maligno, come Adamo ed Eva. È questo l’inganno e ci fa credere di essere buoni. Occorre restare in grazia di Dio, cioè confessati e comunicati».
Ossessioni, vessazioni e possessioni sono comprese in ciò che stiamo dicendo?
«Sono azioni straordinarie che nella maggioranza dei casi seguono le tentazioni diventate peccati. Salvo casi particolari che non sono conseguenti al peccato, come capitava a padre Pio che di notte era vessato dal diavolo».
Che fare per aiutare le persone con problemi spirituali?
«La lotta è spirituale, non fisica. Si deve rendere efficace al massimo la preghiera per queste persone. Per fare ciò occorre essere in grazia di Dio, attraverso la Confessione e la Comunione frequenti. Secondo: la nostra preghiera sia espressione di totale affidamento alla volontà di Dio. Terzo: che ci sia comunione con la Chiesa. Quarto: la preghiera deve esprimere un’intenzione precisa, offrendo un atto di conversione o di penitenza personale, non la propria vita, perché essa appartiene a Dio. Noi siamo solo amministratori di ciò che abbiamo ricevuto in dono. È bene non dimenticarlo mai».
IL LIBRO: DE CURA OBSESSIS
Come riconoscere un caso di possessione? Come accorgersi di quando si tratta semplicemente di una situazione che richiede l’intervento di uno psichiatra? Come agire quando ci si trova nel dubbio di fronte a un amico o a un familiare? Padre Paolo Carlin affronta questi temi nel libro appena pubblicato con Edizioni San Paolo De cura obsessis. Riconoscere i casi di possessione diabolica, intervenire e accompagnare le persone con problemi spirituali (180 pagine, 16 euro). Per approfondire un tema di cui tanti parlano, ma pochi conoscono veramente nelle sue delicate implicazioni.
Fonte www.famigliacristiana.it
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