Ovunque il diavolo sparge il suo verbo: invidiare. E colpire gli altri. Suscita contese, gelosie e competizione tra i membri della chiesa.
Non è una novità: basta leggere nel Vangelo cosa dicevano gli apostoli: il Signore annuncia la sua imminente passione e loro, non appena intuiscono che il loro Capo sta per essere ucciso, cosa fanno? Discutono tra loro su chi è il più grande per prendere il suo posto come successore!
Oppure, pensiamo a cosa chiede la madre di S. Giacomo e di S. Giovanni al Signore: “Fa che quando regnerai, essi siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra” cioè, in parole povere, fa che diventino i più potenti e importanti dopo di Te. Questo modo di pensare, queste contese, questi pensieri serpentini che rompono i legami più forti, non hanno però motivo di esistere! Occorre fare una vera esperienza dell’amore di Dio per capire le parole che San Pietro, primo Papa, dichiara nella Scrittura: “Dio non fa preferenze di persone”. Molti hanno responsabilità di grande importanza nella chiesa, altri hanno le mansioni più umili, ma chi oserà dire o pensare che l’una sia più importante dell’altra quando il Signore stesso le ha vissute entrambe con la stessa intensità d’amore? Chi potrà dire che Dio preferisce una persona consacrata a una persona sposata quando la Madonna ha vissuto entrambe le vocazioni (da bambina al tempio, da giovane sposa)? Chi potrà dire che Dio ama di più lui/lei di me?
Come combatterli? Innanzitutto ricordando che un puzzle ha molti pezzi ma che se ne manca uno solo, per quanto semplice possa sembrare, il puzzle non è completo. Ricordando che per una sola anima Cristo sarebbe andato in croce esattamente come ha fatto per l’umanità intera. Ricordando che se è vero che Dio ama tutti, ama ognuno in modo particolare e unico. I compiti che Lui affida a ciascuno, le diverse vocazioni etc. non devono essere motivo di divisione perché non sono frutto,di meriti! Sono doni gratuiti di cui bisognerà rendere conto.
Perché a lui e non a me? Sono domande che dobbiamo toglierci dalla testa! “Colui che fra voi e’ il più piccolo, questi e io più grande” cosa significa?
S. Luca, che riporta questo discorso nel suo Vangelo usa le stesse parole in un altro momento, quello del dialogo tra Cristo eil buon ladrone sul golgota. Il “più piccolo”, potremmo dire, dal punto di vista morale, un ladrone inchiodato sulla croce, è il primo a ricevere il dono di regnare con Cristo nel paradiso. Gli apostoli che prima si contendevano il primato ora dove sono? Sotto la croce c’è solo Giovanni, uno si è impiccato e gli altri dieci sono fuggiti.
Chiediamoci seriamente cosa avremmo fatto noi e chiediamo a Dio la grazia di essere ultimi e di riuscire a mettere sempre davanti a noi gli altri, sull’esempio – e questa volta veramente – di Maria Santissima che si è riconosciuta niente ed è stata esaltata al grado sommo da Dio Trinità.
di Cristiano M.G.
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