Categorie: Italiae et Ecclesia

Il dipinto di ‘Maria Regina degli Apostoli’ riemerso con il terremoto del 13 febbraio 1647

A due passi da Piazza Navona, nel cuore di Roma, troviamo la Chiesa di Sant’Apollinare, gioiello che racchiude un’affascinante storia.

La storia narra che Sant’Apollinare fu il primo vescovo di Ravenna, inviato lì da Pietro.

Fu eretta la prima Chiesa in suo onore a Roma sotto l’impero bizantino.
I primi abitanti di questa chiesa, sembrano essere stati i monaci basiliani, che hanno trovato riparo tra quelle mura, dopo le persecuzioni iconoclaste.

Dal 1284 sembra essere sorto un collegio di canonici.

Solo nel 1526 la Basilica divenne parrocchia.

Dal 1574 al 1773 fu unita al Collegio Germanico.

La Chiesa fu abbattuta e ricostruita per ordine di Papa Benedetto XIV ed oggi si presenta quindi come un esempio di struttura barocca-neoclassica.

Dal 1825 ospita il Pontificio Seminario Romano,m mentre nel 1990 diventa anche sede della Cappellania della Pontificia Università della Santa Croce.

 

La cappella della Vergine

Nella cappella dedicata a Maria, si trova il rinomato quadro della Madonna tra due apostoli: Pietro e Paolo che appartiene alla scuola umbro-romana del XV secolo.
Probabilmente riprendendo uno dei momenti raccontato dall’evangelista Marco.

Maria in questa iconografia, diventa “Madre degli Apostoli” perchè invita tutti a concentrare lo sguardo su Gesù, come a dire: non concentratevi su di me, è lui che dovete guardare ed il cammino inaugurato da quel bambino che dovete seguire.

Dal dipinto infatti notiamo come la Vergine solo guarda colui che è al di fuori del quadro, come a voler richiamare l’attenzione, mentre gli Apostoli osservano solo il bambino Gesù.

Pietro e Paolo sono adulti e nell’affresco hanno a che fare con Gesù Bambino, è un fatto impossibile nella realtà, ma questo sta a significare che gli aposotli hanno a che fare con la vera carne di Gesù, un uomo in carne ed ossa che è cresciuto con tutti gli uomini.

Sant’Apollinare

Nel dicembre 1494 l’affresco fu coperto per evitare che venisse danneggiato dai soldati di Carlo VIII

Infatti venne ricoperto di scialbo.

Fu dimenticato per 150 anni, finchè un terremoto di Roma, quello del 13 febbraio 1647, lo riportò alla vista.

Cadde l’intonaco ed il dipinto apparve in perfetta condizione.

In occasione di tale riscoperta, viene celebrata il 13 Febbraio la festa liturgica.

Venne dedicata così una cappella alla Vergine.

Sulla base del trono poi viene riportata la scritta che segue, probabilmente fatta apposta in occasione della peste del 1657:

SANTA MARIA REPARATRIX NOSTRAE CONCORDIAE OMNIUM FIDELIUM CHRISTIANORUM FIDELIUM CHRISTIANORUM TU INTERCEDE PRO NOBIS APUD DEUM UT LIBEREMUR A PESTE EPIDEMIA ET AB OMNIBUS MALIS PRAESENTIBUS ET FUTURIS. AMEN.

(SANTA MARIA RESTAURATORE DELLA NOSTRA CONCORDIA TRA TUTTI FEDELI CRISTIANI, INTERCEDI PER NOI PRESSO DIO PER LA LIBERAZIONE DALLA PESTE E DAL MALE PRESENTE E FUTURO. AMEN.)

 

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