Pace, dialogo e preghiera. Da Piazza San Pietro si leva nuovamente la voce del Papa per il mondo e per “ogni terra insanguinata dalla guerra”. Al termine della recita dell’Angelus della domenica, Francesco volge lo sguardo nuovamente, come già nel recente viaggio compiuto in Kazakhstan, al Caucaso dove nei giorni scorsi un bilancio di 200 morti è stato il prezzo pagato per il nascere di nuovi scontri tra Armenia e Azerbaigian.
In queste ore dall’Armenia a chiedere il cessate-il-fuoco definitivo è la speaker della Camera Usa Nancy Pelosi, nei giorni scorsi è stata dura la condanna della comunità internazionale e forte la preoccupazione espressa anche dalla Conferenza delle Chiese europee. Oggi le armi tacciono grazie a una tregua concordata con la mediazione russa, ma resta alta la tensione e quindi il dolore del Pontefice che non smette di incoraggiare tutti a sostenere gli sforzi di far tacere le armi:
Sono addolorato per i recenti combattimenti tra l’Azerbaigian e l’Armenia. Esprimo la mia spirituale vicinanza alle famiglie delle vittime, ed esorto le parti a rispettare il cessate-il-fuoco, in vista di un accordo di pace.
Attesa, lacrime, solidarietà. Il groviglio di sentimenti e azioni quando una catastrofe sconvolge vite umane. Nelle Marche dove nella notte tra giovedì e venerdì scorsi un potentissimo nubifragio e un’alluvione hanno ucciso 11 persone e fatto due dispersi – tra cui un bambino di 8 anni, entrambi oggetto di ricerche da parte dei Vigili del fuoco – oltre un’infinità di sfollati, arriva per due volte in un giorno, a voce e per iscritto, la vicinanza del Papa.
Quello a voce è a mezzogiorno nel dopo Angelus, quando subito dopo gli appelli per la fine dei conflitti nel Caucaso e in Ucraina, Francesco si sofferma sul dramma che sta vivendo la regione italiana:
Desidero assicurare la mia preghiera per le popolazioni delle Marche colpite da una violenta inondazione. Prego per i defunti e per i loro familiari, per i feriti e per chi ha subito gravi danni. Il Signore dia forza a quella comunità!
Comunità di persone che ha visto una vita inghiottita nel fango e che ora si aggrappa ai soccorsi e agli interventi più urgenti messi via via in campo. La Protezione civile ha stanziato 5 milioni di euro, mentre il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, ha disposto un contributo tra 400 e 900 euro per le famiglie che hanno avuto la casa danneggiata.
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